venerdì 19 dicembre 2008

Struggling

Mi trovo un po’ in difficoltà. Da una parte la ditta in cui lavoro, una multinazionale leader nel settore, mi esorta con uno dei soliti slogan al risparmio del denaro aziendale, ovvero ad una maggiore attenzione sulle spese di trasferta, o di rappresentanza, o di carta igienica. Una volta tanto mi trovo d’accordo, ovvero in vista di un periodo di crisi cerchiamo di risparmiare. Spero che questo riesca a salvare il nostro posto di lavoro. Dall’altra parte abbiamo un Presidente che, avvallato da un espertone di Economia comparso in un TG, ci esorta a spendere, sottolineando che se i consumatori smettono di comprare questo genera recessione, ed incolpando quindi anche un po’ noi di questa crisi. È come sa a uno con la diarrea si consigliasse “Smetti di cacare, vedrai che ti passa!”. Ora che non si pretenda che io risparmi i soldi aziendali e spenda i miei. Piuttosto che i nostri dirigenti parlino con i nostri politici e si mettano d’accordo, che con tutti questi padroni non si sa più a chi dare retta.
Comunque, io vengo da una famiglia “struggling”, cioè di quelle che si fanno il culo, in cui i figli riescono a laurearsi con grossi sacrifici dei genitori, di quelle senza raccomandazioni, che quando trovi lavoro non conosci nessun dirigente o amico di dirigente che porti avanti il tuo curriculum, quindi vieni assunto se sei bravo e se i raccomandati lasciano alcune posizioni disponibili, che quando compri una casa fai un bel mutuo ventennale o trentennale e incroci le dita sperando che tutto vada bene, che quando stai male ti rivolgi ad una struttura sanitaria pubblica e non una clinica, e quando scegli la scuola per i tuoi figli, scegli una scuola pubblica, e speri che funzioni.
Non mi lamento, in questi anni ho conosciuto donne vedove, ragazze madri, famiglie davvero disagiate. Non penso che queste persone continueranno a spendere solo perché glie lo dice il Silvio di turno.
Miei cari padroni, politici, industriali, ricconi, scendete per strada, vivete la vita, osservate la realtà, non siamo tutti veline con una sfilza di soldi ficcati nel culo da qualche calciatore arrapato…per fortuna.

martedì 16 dicembre 2008

Il ritorno del Nudone


Questo simpatico ragazzo palestrato, che noi abbiamo soprannominato “Il Nudone” per ovvi motivi, frequenta la piscina dove solitamente andiamo a nuotare nella pausa pranzo. Approfittando di un corridoio comune alle sale delle docce maschili e femminili, egli si rivela secondo stratagemmi ormai collaudati, messi in scena solo a seguito di accurata verifica della presenza di qualche ragazza o donna nel corridoio sopra citato:
1. Passaggio dallo spogliatoio alla zona docce con accappatoio aperto, i laccetti penzolano assieme al pisello in un simpatico trio dissonante;
2. Permanenza nel corridoio indossando un mini-asciugamano in zona inguinale, che cade al primo starnuto;
3. Simulazione di ricerca oggetto perduto, la testa nello spogliatoio, tutto il resto del corpo nudo fuori nel solito corridoio, che rimane il luogo centrale di tutte questa “epifanie”.

Dopo circa un anno di manifestazioni di questo genere durante la stagione invernale 2007/2008, abbiamo potuto verificare che il soggetto appena descritto permane anche 30-40 minuti negli spogliatoi della piscina probabilmente allo scopo di esprimersi nelle sue nudità, e che è totalmente (totalmente) depilato.
A me in particolare si è mostrato nelle configurazione 2, e sinceramente ho provato un misto di vergogna e pietà.

Quest’anno le apparizioni tardavano a reiterarsi, ma finalmente in occasione delle imminenti festività siamo stati nuovamente graziati.

Evviva!?

mercoledì 10 dicembre 2008

Rientri drammatici


Capita che alla sera siamo stanchi. I miei bimbi dopo una giornata trascorsa all’asilo sono stanchi, io sono stanca dopo una giornata di lavoro.
Il grande tipicamente si addormenta in macchina mentre torniamo a casa. Lo prendo in collo per arrivare al nostro portone ed invito il piccolo a scendere dall’auto. Spesso lui si diverte a “prendere una cosa” tra i vari oggetti nell’automobile, ed accorgendosi che tu sei in difficoltà ride come un matto sentendosi il guidatore al volante. I figli a volte sono bastardi e riescono a metterti veramente alla prova, come nessun altro riesce a fare. Cominci a implorarlo di uscire, che stai per avere un crampo al braccio e la spalla bloccata. Niente, lui alto circa un metro ride come un matto lì dentro a prenderti per il culo. Ti trasformi in un mostro verde e lo tiri fuori dalla macchina prendendolo per la maglia. Lui ovviamente si oppone, e tu che comunque devi andare a casa, ti scappa la pipì forte, hai il figlio più grande sulle spalle e davvero il crampo comincia a farsi sentire. Riesci a spingerlo in casa e lui continua a urlare, sdraiandosi per terra. Ti accorgi anche da un fetido odore di aver appena pestato una merda di cane (spareresti volentieri al padrone con un bazzuca) e che il bimbi piccolo, nel suo momento di crisi lì sul pavimento, se l’è spalmata sui pantaloni. Perfetto, sei in salotto col piumino addosso, un bambino in collo, uno merdoso per terra, sudi, ti stai per pisciare nelle calze ed hai un crampo al braccio.
Calma.
Posi il grande sul divano, ti togli lo stivale merdoso e lo butti in terrazzo (poi lo pulirai), vai a fare pipì. Nel frattempo il piccolo continua a gridare.
Suona il campanello. Dio esiste! Vai ad aprire con uno stivale solo (non merdoso) ed ancora il piumino addosso, sperando che sia tuo marito, sposti il figlio urlante e ti trovi davanti il Signor Venere, quello tanto gentile che vive al tuo stesso pianerottolo. Di fronte vedi sua moglie spuntare scettica dalla porta di casa. Che cazzo vuo …”Buonasera!” lo saluti cordiale “Mi scusi, sentivamo delle urla di bambino pensavamo fosse successo qualcosa”. “Oh no niente niente la ringrazio molto per essersi preoccupato, buonasera”. Cerchi di salutare anche la signora Venere, che socchiude in penombra la porta blindata e fa finta di niente.

Che stia chiamando il Telefono Azzurro?

giovedì 4 dicembre 2008

Bud Spencer e Terence Hill

Gli uomini sono fantastici. Mio marito, insieme ad un insieme esteso di altri amici e colleghi, adora i film di Bud Spencer e Terence Hill.
Ho commesso un errore. Qualche anno fa ho regalato a mio marito un cofanetto coi DVD “Lo chiamavano Trinità” e “Continuavano a chiamarlo Trinità”, così abbiamo l’opportunità di vederlo circa una volta il mese, come le mestruazioni. E di ridere, soprattutto quando Bud Spencer sterilizza col fuoco il coltello per togliere una pallottola dal braccio di un poveraccio e subito prima dell’operazione lo ripulisce strusciandolo sulla maglietta sudicia, quando Bud Spencer e Terence Hill vengono salutati con “Benvenuti fratelli” e Bud si rivolge a Terence “Glie l’hai detto tu che siamo fratelli?”, durante la scena di “Emiliano non parla” (o qualcosa del genere).
Ma sono soprattutto quei sonori ciaffoni a mano aperta di Bud Spencer che portano alla risata irrefrenabile di tutta la parte maschile della famiglia, compresi i bimbi piccini. Attanagliati da un inquietante interrogativo: È più forte Bud Spencer o l’incredibile Hulk?

lunedì 1 dicembre 2008

L'annozero mancato

Certo che l’immagine martellante di questi signori, solitamente urlanti, in camicia con la testa tra le mani, sovrastati da nomi luminosi di capitali, numeri negativi, percentuali ed elettrocardiogramma spigolosi ci ha sicuramente messo un po’ d’ansia. Non che questa grande sala giochi che è la Borsa ci abbia mai fatto arricchire in tempi di vacche grasse, la liquidità della famiglia media non le ha mai permesso questo genere di azzardi, ma almeno si stava abbastanza tranquilli mentre i maghi della finanza giocavano le loro partite attorno al totem del denaro. Oltretutto le notizie di grosse aziende in crisi come Alitalia o General Motors, di siti chiusi come nel caso della Motorola di Torino, di pesanti misure di cassa integrazione come la Lucchini a Piombino, non ci invitano all’ottimismo. Giornali e telegiornali a livello mondiale parlano di crisi economica, e questo sembra condizionare i destini del mondo più che l’estinzione dell’ape, del riscaldamento globale e del buco dell’ozono. (Che poi, come dice la mi’ nonna, a tutto c’è rimedio “fuori che alla secca”, pensate che in Cina migliaia di braccianti nelle regioni in cui l’ape si è già estinta salgono sugli alberi e con un pennello praticano l’impollinazione manuale; me li immagino lassù vestiti da Ape Maia, con l’amico Willy sbadigliante alla base della scala e la pulce puzzona a scurreggiare un po’ più in là).
Che si possano mangiare i soldi questo poi è un altro discorso, ma è sicuro che quest’anno affronteremo il Natale con molta più cautela.
Innanzitutto, eviterei il solito regalo a quella zia di terzo grado che in realtà neanche conosco, tanto si trattava solamente di impacchettare a turno ogni anno un bagnoschiuma, oppure una saponetta od un sacchetto per profumare i cassetti. Anche quel mio cugino che non vedo mai, risparmierei anche su quello, ormai avrà il cassetto pieno di sciarpe a guanti marroni, se non ha già provveduto a farne un bel sacco da infilare con fatica nel cassonetto della Caritas. Per i bambini, possiamo fare a meno del Power Ranger che si trasforma in cammello con fragore di luci e suoni interstellari, che poi rischiamo di svegliare la nonna che lì seduta sulla sua poltrona ciondola la testa in avanti sostenendo che sta solo riposando gli occhi. Ad ogni trasformazione, sono 8 pile stilo ricaricabili quando va bene. Lo sostituirei volentieri con un trenino di legno da manovrare con quelle agili manine di bimbo. La Barbie col micro cane che mangia micro biscotti e per poi espellerli sottoforma di micro cacche da raccogliere con una micro paletta rosa costa troppo, che ne dici di una bella bambola morbida che al massimo fa pipì se le metti un po’ d’acqua in bocca? Non esagererei neanche più con il pranzo, un primo piatto invece di tre può bastare, un secondo invece di due a scelta tra carne e pesce è sufficiente, e di pandori e panettoni ne abbiamo già avanzati dallo scorso anno, per non parlare poi della frutta secca spaccata con forza e sgranocchiata nervosamente durante la tombolata del pomeriggio intavolando una seria discussione su destra e sinistra. Nel frattempo, sullo stomaco i sensi di colpa per il pranzo esagerato appena fatto ed in mente i buoni propositi per l’anno a venire, pensiamo di riscattarci iscrivendoci in palestra, facendo dei massaggi, provando quella crema anti-cellulite che snellisce senza farti perdere peso (forse ti toglie la ciccia dal culo e te la mette nelle puppe), ma forse anche tutto questo non potremo più permettercelo.

Amore, non importa che mi regali quel solito profumo dall’aroma fruttato che riciclo l’anno successivo per tua sorella; un bacio sotto il vischio basterà, e ci farà risparmiare.

mercoledì 26 novembre 2008

Regali e Regole


Mi è capitato di ascoltare dal vivo un’esperta di Bon Ton natalizio e di scoprire alcune regole che secondo lei andrebbero seguite nella scelta e nell'apertura dei regali.
Innanzitutto non si dovrebbero mai regalare articoli che esplicitamente si riferiscono alle nostre miserie, tipo una pancera, una crema rassodante, un busto per la schiena, una confezione doppia di Viagra. Eppure ho regalato ad una mia cara amica, tempo fa, una crema antirughe, e lei non si è assolutamente offesa, anzi l’anno successivo ero incinta e si è prontamente vendicata regalandomi una lozione contro le smagliature.
Non si dovrebbe neanche donare biancheria intima. Sono d’accordo, me la regalo già abbondantemente da sola.
Sarebbe inoltre utile prendere nota in un’agenda di tutti i regali fatti ad amici e parenti nel corso degli anni per evitare di reiterare il solito presente in festività successive. Da buon ingegnere in Release 2.0 ho un bellissimo file excel che raccoglie tutte le informazioni sui miei regali natalizi. In particolare ho realizzato una macro che ridistribuisce tutti i regali a rotazione tra i nominativi presenti, evitando così di scervellarmi sulle varie possibili scelte. Il problema è quando a mia nonna di anni 95 tocca una bellissima confezione di pongo: penserà che sia colla colorata per la sua dentiera, niente di più innovativo.
Infine la tipa suggeriva di aprire le confezioni di generi alimentari sul momento una volta portate in dono dal vostro ospite. Vada per la bottiglia di spumante ad una cena o per i cioccolatini in tarda serata. Se poi ricevete nel primo pomeriggio una confezione natalizia di sott’oli, caffè e funghi secchi, mi raccomando aprite subito i funghi secchi, sono ottimi inzuppati nel tè.

giovedì 20 novembre 2008

Tutti gli ismi del mondo

Quando ero al Lucca Comics, vicino al padiglione Comics Junior, mi hanno regalato un opuscolo colorato sull’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). L’ho trovato davvero interessante ed ho cercato maggiori informazioni sul sito www.perchenonaccada.com. Andateci, e capirete come “Se un bambino è distratto, se non segue le direttive e si agita, oggi può essere etichettato come malato mentale e di conseguenza “trattato” con psicofarmaci che ricadono nella categoria degli stupefacenti.”.
Questa delle etichette è davvero una mania dell’era moderna. Tendiamo ad etichettare tutto, il che magari può essere utile per organizzarci meglio, ma finiamo poi per identificare l’oggetto con l’etichetta che porta. La nostra mania di creare cartelle sul PC dove archiviare documenti e file che diventano così facilmente rintracciabili ci porta a fare lo stesso nella vita; questo ci rassicura e ci fa pensare di avere tutto sotto controllo. In realtà a mio avviso perdiamo il senso delle cose. Ad esempio se in classe di nostro figlio c’è un ragazzino che fa il furbo, magari è più alto degli altri e forse anche più forte, etichettiamo l’evento come episodio di bullismo. Se un collega in ufficio nota la nostra minigonna inguinale con un apprezzamento siamo tentati a denunciarlo per molestie sessuali. Se attraversiamo un periodo difficile allora siamo depressi e dobbiamo prendere delle gocce.
Ad ogni cartella, ad ogni etichetta, ad ogni scatolina corrisponde una cura un’azione talvolta una soppressione. Questo accade anche nelle nostre aziende; tu ricopri un certo ruolo ed ormai il tuo ruolo, la tua scatolina, ti identificano. Se il tuo ruolo non è più necessario vieni eliminato, senza considerare che tu persona dentro quella scatolina potresti ricoprire facilmente un altro ruolo utile. In nome della semplificazione tendiamo ad identificare la scatola col suo contenuto, il comportamento con la sua sindrome, il disagio con il suo “ismo”, ed in nome del controllo appiattiamo tutto e diventiamo noi tutti esseri umani, con le nostre diversità i nostri momenti le nostre originalità, centinaia di scatoline grigie tutte uguali.

Ho notato che i nostri dirigenti tendono a addormentarsi durante le riunioni. Sarà l’età e magari lo faremo anche noi tra qualche anno. O forse saranno le riunioni pallose. Fatto sta che ho visto scene veramente raccapriccianti di persone in giacca e cravatta con la testa rivolta all’indietro combattere la sindrome del “russismo”, altre divelte in avanti a sfidare le leggi della fisica gravemente affette dal “salivismo stallattitico” (la saliva resta lì sospesa, non cade a terra e viene risucchiata al primo risveglio con meraviglia ed “ohhhh!” del pubblico) e, LAST BUT NOT LEAST, il capo del mio capo che durante un corso, il gomito sulla scrivania e la testa appoggiata sul dorso della mano, ha addirittura superato il funambolismo rimanendo in equilibrio su un angolo vivo per quasi un'ora e con gli occhi chiusi senza mai cadere in avanti né perder gli occhiali in bilico sul naso. Applausismi!

venerdì 14 novembre 2008

Vergogna (2)!

«Uno Stato che vessa e maltratta le persone private della libertà non è uno Stato democratico. Una polizia che usa la forza non per impedire reati, ma per commetterne, non può essere considerata "forza dell´ordine". Fatti di questo genere distruggono la credibilità delle istituzioni più di tanti insuccessi dei poteri pubblici». Valerio Onida, giudice emerito della Corte Costituzionale

Uccelli

“Mamma, oltre all’aquila quali altri uccelli ci sono?”
“Il falco, il canarino, il merlo, il pappagallo ...”
“E l’avvoltoio!”
“Si, anche l’avvoltoio, e poi le galline, il pavone come aveva nonna.”
“Quello che si è mangiato la volpe?”
“No, non l’ha mangiato la volpe. Il pavone era furbo, ti ricordi che ogni notte andava a dormire in cima ad un albero per paura della volpe? Il pavone di nonna è morto di vecchiaia.”
“Mamma, lo sai che quando uno muore va in cielo?”
“Davvero?” sorrisetto ebete di mamma.

È che io sono atea. Non lo sono sempre stata, nella mia prima infanzia, quando andavo alla scuola materna delle suore e poi fino alle elementari, ero a mio modo credente. Poi ho perso Dio, ed ho cercato di ritrovarlo attorno ai 20 anni. Eppure seguire una messa mi provocava lacrime e rabbia, finché attorno ai trenta anni ho preso coscienza del mio ateismo. Parlo comunque volentieri con quei credenti coscienti che militano nella Chiesa e che si fanno delle domande cercando una risposta.
Non vorrei mai indirizzare i miei figli verso una strada od un’altra, ma neanche potrei mentirgli a seguito di una domanda diretta. Vorrei che potessero scegliere.

Un sorrisetto ebete per adesso può bastare.

giovedì 13 novembre 2008

Sliping well

Lo ammetto, è un periodo difficile per me, un periodo di transizione. Quando raggiungo la mensa, tipicamente avverto malessere, fa troppo caldo c’è troppa gente ci sono strani odori. Qualcuno direbbe “Forse la mensa fa schifo!” altri invece “Forse hai degli attacchi di panico!”. Non so, fatto sta che mi sento la testa leggera e mi sembra di svenire.
Inoltre mi preoccupo, se mi parlano delle api a rischio estinzione mi preoccupo e penso ad un uomo prossimo all’estinzione. Non vorrei sembrare Nostradamus, ma qui davvero stiamo rischiando grosso.
Tutto questo si manifesta anche in una strana voglia di comprare mutande nuove. Forse c’è un legame psicologico recondito tra le mutande che indosso e la mia condizione mentale del momento, eppure sono entrata quattro cinque volte nelle ultime settimane in negozi di abbigliamento intimo, ed ormai oggi ci passo davanti con i paraocchi per non avere ulteriori tentazioni. Ho aggiunto alla mia già florida collezione di slip alcuni altri molto singolari, tipo delle culotte maculate sul genere “La caricano in 101” ed un tanga con una farfalla proprio sulla topa, che mio marito ha definito “da scambisti”, e che con tutte quelle trine e paillettes regalano un effetto entusiasmante, ma anche un prurito da piattoni. Sempre mio marito mi addita come affetta da sindrome estetica delle quarantenni, ovvero quel singolare fenomeno che colpisce le donne attorno ai 40 (io ne ho 37) portandole ad ostentare il proprio lato estetico per paura di perdere la propria giovinezza e quindi il proprio fascino. La sindrome si manifesta con troppo trucco, tacchi calze a rete minigonna puppe portate verso l’alto da push up estremi a donare un simpatico effetto gotta ed altre notevoli ed inenarrabili aderenze.

Nonostante tutto, riesco ancora a dormire tranquilla, forse proprio grazie ai miei slip.

martedì 11 novembre 2008

Le cose preziose

Stamattina ho scoperto che mio figlio, quello di quattro anni e mezzo, ha fatto della mensola in basso dell’armadio del bagno il suo nascondiglio segreto. Dentro vi ha riposto una bottiglia di plastica vuota legata ad un nastro bianco (il mio ex straccio di pace), due gavettoni (se scoppiano, addio carta igienica), delle mini carte da gioco, un drago di plastica dell’Ovino Kinder, un piccolo leone che si trasforma in camion. Ovviamente ho lasciato tutto lì. Ed ho pensato a cosa metterei io nel mio nascondiglio segreto: il mio primo Tampax, l’asciugamano sudato di un concerto di Ligabue, una lettera d’amore, dei soldi, una foto?

Oppure….

martedì 4 novembre 2008

Lucca08 Comics & Games

Mi piace soprattutto l’atmosfera che si respira. Mi piacciono i cosplayer, mi piace passeggiare per le strade di Lucca, una città bellissima, mi piace entrare negli stand dei fumetti da profana che sono, ed assaporare la carta, occhiare i gadgets colorati, guardare in faccia gli autori. Adoro riuscire finalmente a salutare gli amici del Vernacoliere, parlare con loro di questo baluardo della satira italiana sperando di incontrarli di nuovo presto, e notare con piacere quanto sia affollato lì intorno e quanti chiedano autografi disegni o una stretta di mano.






Il padiglione Comics Junior offriva dei libri assolutamente validi, con spettacoli e laboratori per bambini, spesso troppo spaventati da tutte quelle maschere che giravano per strada, alcune livide e sanguinolente. Ogni anno cerco Manara, che ho letto con soddisfazione e godimento, e lo trovo in uno stand un po’ più mesto degli altri. Trascuro la parte Games, non disdegno una fermata in gelateria, fotografo volentieri un mondo così variopinto.

Alla prossima.






venerdì 31 ottobre 2008

Mareggiata

Non avevo mai visto una mareggiata del genere qui a Genova. Le onde superavano senza fatica le dighe di fronte alla costa, raggiungendo la strada. A Nervi hanno distrutto il pallone di copertura di una piscina, a Zoagli hanno trasportato un masso in piazza, la pista dell’aeroporto era animata da pesci scaricati dal mare, e ci sono stati alcuni feriti in una nave che non riusciva ad entrare in porto. La natura ci ha fatto vedere chi comanda, e noi piccoli uomini presuntuosi abbiamo annuito almeno per un giorno.
È stato comunque curioso vedere, al mio rientro a casa nel pomeriggio, le barchette dei pescatori parcheggiate sul lungomare di Pegli per evitare che fossero mangiate dalle onde. Ancora più curioso è stato notare sul marciapiede di casa un palo della luce atterrato dal vento, circondato dal poliziesco nastro bianco e rosso, e sorretto da uno scooter col parabrezza rotto. “Cavolo!” esclamo io aprendo il portone alle mie piccole belve “quel palo ha rotto quello scooter nero!”. “ Si, anche quello rosso lì accanto” aggiunge un mio vicino di casa….pausa…
...
“Ma è il NOSTRO scooter!”.

…sob…

Alla prossima mareggiata, oltre alle barche in passeggiata, tutti gli scooter in mare!

lunedì 27 ottobre 2008

Pralinate

Mi chiedo come si faccia a dire che una suocera è come un’amica o addirittura una seconda mamma. In generale non credo a quelli che, con la mano sul cuore e la testa dondolante, mi dicono di avere un rapporto straordinario coi suoceri. Intendiamoci, i suoceri sono prima di tutto dei genitori come me, anche io sarò suocera. Ma i suoceri hanno in ogni caso generato i difetti più insopportabili di tuo marito (compagno/a, fidanzato/a) ne sono la fonte, ed in loro vedi questi difetti amplificati, sostenuti e giornalmente NUTRITI. Spesso ti ci scaglieresti contro con la stupida illusione di poter eliminare tutti quei piccoli vizi del tuo partner che ti fanno venire il sangue alla testa e le palle alle ginocchia.
Ad esempio, lui non sostituisce il tubetto di dentifricio, quando è finito e aspetta che si riempia da solo? Sicuramente sua mamma lo sostituiva sempre per lui! Lui non sa stirare? Neanche suo padre lo ha mai fatto. Lei non riesce a parcheggiare la macchina senza decorarla con dei simpatici graffiti del colore di quella a fianco? Cosa pretendi, guarda come guida sua madre!

Rallegratevi! Se vi riconoscete in una delle situazioni di cui sopra, comprate le ammazzzz…addormentasuocere (ottime anche intinte nel Guttalax).

venerdì 24 ottobre 2008

Irrequietudine

Oggi sono irrequieta e poco concludente. Ho mille pensieri in testa di cui non riesco ad afferrare il filo conduttore, penso anche di avere molte cose da fare eppure non riesco ad iniziarne nessuna.

Intanto, il 5 agosto hanno privatizzato l’acqua. Lo ha fatto ilo nostro governo, senza che l’Opposizione (o Approvazione) si sia opposta (ha approvato). Adesso l’acqua è in mano alle multinazionali (leader nel settore), con tutto ciò che ne consegue. Chi ha i soldi beve, chi non li ha muore di sete.

Ricordo che durante la Pantera io c’ero, e nel comitato “Comunicazione” coloravo cartelloni in cui la M di Ingegneria in Movimento sembrava quella di Video Music. L’insegnante di Informatica ci aveva regalato l’ora per parlare di tasse universitarie in aumento, ed uno studente sardo ci disse che non ce l’avrebbe fatta, se fossero aumentate ancora sarebbe stato costretto a smettere di studiare. Sullo sfondo della grande aula B21 il disegno di un barbone con le toppe sui pantaloni, un compasso in mano e la scritta “Sarai un tecnico, girerai il mondo”. Poi una specie di grande occhio, tipo grande fratello. Girava la voce che sarebbero arrivati i celerini, Ingegneria occupata, mai successo. Forse non eravamo così segaioli.
Forse non c’ero nemmeno, l’ho solo sognato, ma è stato divertente.

“Bollette dell’acqua aumentata del 300% a Latina”, chi non ha i soldi muore di sete, “Parlerò con il ministro degli interni affinché organizzi l’intervento delle forze di polizia contro l’occupazione dell’Università da parte degli studenti”, chi non ha i soldi muore di sete, “Dalla Cina il Presidente torna sui suoi passi”, chi non ha i soldi muore di sete.

Buon fine settimana.

martedì 21 ottobre 2008

Open Space


Letteralmente “Spazi Aperti”, sono gli uffici moderni, in cui condividi un salone di scrivanie con altri colleghi. Di aperto hanno ben poco, visto che spesso non ci sono neanche le finestre, di proprietà degli uffici chiusi dirigenziali, infatti li chiamerei piuttosto “Without Space”.
Come il parco delle mamme, rappresentano un collettore di varia umanità, interessante ritrovo di individui differenti.
Comunque vicino alla mia postazione sta un singolare elemento fissato con la sua scrivania. Se trova qualcosa fuori posto, parte l’indagine, si arrossa in volto ed esclama “Chi è stato qui? Ho trovato il mouse a sinistra anziché a destra” oppure “la sedia aveva un’inclinazione ed un’altezza diverse” oppure “il quaderno è fuori posto!”.
Allora un giorno, per scherzo, prima della pausa pranzo, ho provato a rivoluzionargli l’assetto di lavoro, spostando la sedia, inclinandola in avanti, muovendo fogli calendari telefono mouse. Volevo sdrammatizzare e scherzarci su. L’effetto è stato disarmante. Evidentemente cogliendo l’intento ha rifiutato l’esca ed in sacro silenzio ha rimesso tutto in ordine.
Stamattina stessa storia “Chi è stato qui?”. Nessuno direi, forse la signora delle pulizie ha pulito la tua scrivania. “No no, sono sicuro, qualcuno si è seduto qui”.
Che abbia scoperto della polvere in controluce escludendo così il passaggio di uno straccio imbevuto di puffo?

UCCI UCCI sento odor di ….

giovedì 16 ottobre 2008

Vergogna!


Ho sempre pensato che le cose sarebbero migliorate. Tutti i bambini di oggi, i miei compresi, hanno in classe all’asilo, alla scuola materna, alle elementari, alle medie, bambini di altre razze e di altre religioni. Con loro giocano e ridono, con loro litigano, con loro imparano, con loro si scambiano visioni diverse delle cose, punti di vista, cibi e colori. Sono amici, oppure no, magari si innamoreranno tra loro. Eppure, pensavo, per loro sarà normale la convivenza con persone di altre etnie, e le cose lentamente si sistemeranno.
Ieri la Camera ha approvato una mozione leghista che introduce classi separate per bambini stranieri, in dipendenza della loro conoscenza dell’italiano.

Vergogna! Per avere solo pensato ad una cosa del genere che, di fatto, ghettizza gli stranieri fin da bambini anziché favorirne la spontanea integrazione.
Vergogna! Per la Lega che ha presentato la mozione e per chi l’ha fatto passare alla Camera votando a favore oppure astenendosi (256 si, 246 no ed un astenuto).
Vergogna! Vorrei vedere quanti tra i bambini italiani risulterebbero comunque in queste classi ghetto misurandoli in base alla conoscenza della lingua.
Vergogna! I nostri politici hanno paura delle differenze e temono il confronto, imparate dai bambini che notano, ma non connotano ciò che è diverso da loro.
Vergogna! Per questa Italia razzista e stupida.

VERGOGNA!

venerdì 10 ottobre 2008

Mal di testa


Oggi ho mal di testa. È un’eredità di mia mamma, che ricordo atterrata sul letto da terribili emicranie.
Dicono che il caffè aiuti a combattere il mal di testa perché è un vasocostrittore, ma penso che incrementando il tuo stress potrebbe anche farti aumentare il mal di testa. Invece l’alcool acuisce l’emicrania in quanto vasodilatatore, ma è anche vero che con una bella sbornia mica ci pensi più al mal di testa. Anche la cioccolata andrebbe evitata, eppure contiene serotonina che invece magari aiuta a sentirti più felice, vaffanculo il mal di testa.
Alla fine uno ricorre all’analgesico e a volte funziona. Altre volte invece mi fa sentire come se avessi la testa in un acquario dal quale osservo un mondo sordo attutito e vago. Non è il massimo se devi controllare due bimbi piccini in un parco sovraffollato di nani in corsa.
Quel parco poi è un raccoglitore di varia umanità, quindi immensamente interessante. Scuole ed asili vi ruotano intorno raccogliendo italiani, sudamericani, africani, indiani (ma dove vanno a scuola i bimbi cinesi?); genitori e nonni; persone che hanno studiato e persone che non l’hanno fatto andando a lavorare presto; insegnanti, ingegneri, estetiste, segretarie, baristi, casalinghe, muratori, pizzaioli, ricercatori, runners; lattanti, bambini, adolescenti. Mentre solitamente tendiamo a frequentare persone piuttosto simili a noi in quanto a istruzione, educazione, idee, trovo importante anche confrontarsi con gente completamente diversa. Riesco anche a capire come ha fatto Berlusconi a vincere le elezioni (si sono faziosa), cioè riesco a trovare in quella varietà umana anche una fetta di elettorato rincoglionita davanti alla televisione con le patatine in mano e nessun perché nell’altra.

Comunque l’altro ieri un pancione pelato parecchio somigliante allo Zio Fester mi ha fatto l’occhiolino.
Ma forse ho visto male, avevo la testa nel mio acquario di emicrania.

giovedì 9 ottobre 2008

Biancheria intima

Francesco Nuti in "Caruso Pascoski di padre polacco"

Trovo la biancheria intima maschile assolutamente noiosa. Ci sono mutande nere, ci sono mutande bianche, ci sono boxer non aderenti, che mi dicono scomodissimi (le palle ed il pirulo ballonzolano di qua e di là), ci sono i boxer aderenti. Questi ultimi rappresentano forse qualcosa di più accattivante per una donna che guarda un uomo, un’alternativa un attimino più sexy. Oltre a questo, il nulla completo. Le mutande rosse vengono solitamente associate ai trenini dell’ultimo dell’anno, per cui hanno tipicamente il disegno di un pacco regalo proprio sul pacco con su scritto “Pacco regalo”. Ah Ah, da sbellicarsi dal ridere. C’è da tentare il suicidio per una cosa del genere.
Infine i nostri maschietti hanno a disposizione il perizoma. Si, anche loro.

Un uomo col perizoma è ridicolo, indipendentemente dalla peluria, dalla solidità dei glutei, dalle dimensioni del pacco, e dal fisico. Sembra un lottatore di Sumo. Se magro, un lottatore di Sumo magro, se non magro un lottatore di Sumo e basta.
Ci vuole un’alternativa valida, possibile che tutti questi gran studiosi di tendenze di mercato non abbiano trovato un equivalente del tanga femminile quanto ad attrattiva ed originalità? Che so, un push up al maschile, oppure dei fiocchetti colorati di varie misure da attaccare proprio lì, per gioco e sollazzo.

Questo sì che farebbe impennare di nuovo le borse internazionali!

giovedì 2 ottobre 2008

Tatuaggi

Ieri le mie amiche (nonché mamme) mi hanno fatto vedere i loro tatuaggi appena fatti, mentre ai giardini aspettavamo i bimbi in uscita dall’asilo.
Una si è fatta disegnare tre stelle sulla schiena, l’altra una farfalla sulla chiappa destra.
Un signore seduto lì accanto è stato colto da paralisi facciale per l’emozione, e nel frattempo pensavo che anche io vorrei un tatuaggio. Mi piacerebbe il simbolo del “Ju” sul polso sinistro, da guardare ogni ora come l’orologio.
Il “Ju” rappresenta la cedevolezza, l’adattabilità, la flessibilità, ovvero il principio di evitare l’ostruzionismo e sfruttare invece la forza dell’avversario a nostro favore. Lo trovo un principio ampliamente applicabile nell’era moderna in generale, in questo nostro mondo del lavoro in particolare.

Anzi no, quasi quasi lo voglio anch’io su una chiappa, tanto per ricordare che flessibilità non significa necessariamente prenderlo nel culo.

lunedì 29 settembre 2008

Autogrill

Entro in autogrill per fare pipì e bere un caffè. Pago il caffè, faccio pipì e mi avvio verso l’uscita, che intravedo come luce solare alla fine di un tunnel psichedelico. Mentre cerco di raggiungere l’aria, pigolanti cagnolini di peluche mi rincorrono col loro fardello di cioccolatini al collo, giocattoli e liquirizia si liquefanno sul pavimento cercando di farsi comprare, una signorina in tailleur blu mi si deforma sulla faccia come da un oblò e mi offre una specie di uovo di Pasqua (a ottobre) pieno di caramelle in offerta speciale SOLO per oggi e SOLO per me.

Mi sento come in “Paura e delirio a Las Vegas”, in cui i protagonisti intraprendono un viaggio verso Las Vegas imbottiti di rhum, mescalina ed etere. A causa dell’uso combinato di alcool e stupefacenti il loro è un viaggio visionario accompagnato da liquami colorati, flash, suoni avvolgenti e nausea.

Veramente io volevo solo fare pipì.

giovedì 25 settembre 2008

Culo

Come avrete chiaramente capito, questo è un culo, in particolare un culo di uomo. Me lo ha mandato stamani un collega. Cioè non mi ha mandato il culo, mi ha mandato un link a Repubblica in cui si parla di un’agenzia inglese che per 75 euro all’ora ti presta un maggiordomo (e spogliarellista) che a culo ignudo presenzia in casa tua, con possibilità di toccare con mano, non ho capito se l’adorabile grembiulino nero, i polpacci, le chiappe glabre o addirittura il birindello!
Eppure sono convinta che una donna normale non avrebbe nessuna difficoltà a chiedere ed ottenere che un conoscente, collega o amico partecipi ad un festino al femminile vestito solamente di un minuto grembiulino. E allora perché rivolgersi ad una ditta specializzata che ti chiede minimo 75 euro all’ora? Forse il desiderio di avere un professionista per casa, forse la curiosità verso lo “sconosciuto” così diffusa nell’immaginario erotico femminile, oppure l’esigenza di ufficializzare col proprio partner fisso la presenza di un “maggiordomo” in casa vostra e far apparire quindi il festino meno compromettente.

Non so, fatto sta che personalmente il grembiulino lo preferirei rosso.


giovedì 18 settembre 2008

Adesso ti vorrei salutare

Ricordo che l’averti incontrato su quel treno rugginoso a Cornigliano è stato un sollievo. Almeno una faccia nota, qualcuno con cui già all’università avevo scambiato delle parole.
Poi abbiamo cominciato ad aggiungere, al tragitto di rientro in treno del venerdì pomeriggio, molte serate passate insieme. Un cinema, un teatro, qualche locale come “Le Corbusier” che ti piaceva tanto, i vicoli, il tuo monolocale sopra il Barbarossa animato da decine di CD ormai padroni del poco spazio che avevi. Cavolo quella volta che abbiamo visto “O fantasma” siamo rimasti muti per il resto della sera, ancora oggi mi chiedo se quella storia di sesso e spazzatura mi sia piaciuta o meno.




Penso anche alle tue innumerevoli domande su te stesso, il tuo lavoro, perché devo fare questo lavoro da impiegato e non ad esempio lavorare i campi. All’epoca ti avevo risposto che probabilmente avevi delle capacità che potevano essere utili per una professione tecnica. Riguardo al fatto che forse sia davvero più utile lavorare i campi, ci devo ancora pensare. Poi ho visto le foto di Fabrizia, mi ricordo quando vi siete lasciati dopo tanti anni. Di lì a poco anche io mi sono lasciata dopo tanti anni. Poi voi siete tornati insieme, e ti ho ritrovato a Pisa con questa bella ragazza che ho conosciuto in un giorno di lacrime, pensando che poteva essere tua sorella, con questa figura snella ed elegante ed il modo di parlare attento ad ogni piccola parola, eppure naturale. Come te.
Dopo mi hai ascoltata, ho avuto varie vicende sentimentali ed a volte mi hai capita. Senza mai essere invasivo. Con la tua grande sensibilità ed intelligenza, con questa tua passione per gli altri che ti ha sempre caratterizzato, ed anche con questo tuo sorriso dolce amaro che ritrovo in questa foto speditami dai tuoi cari.
Penso che tu abbia sempre combattuto tra la voglia di una vita ordinata e la tendenza invece ad essere un po’ equilibrista, un po’ combattuto. Ti sono piaciuti i vicoli a Genova, li hai fuggiti cercando chiarezza, li hai forse ricreati a Pietrasanta. Non so. Ad un certo punto ti ho un po’ perso di vista, vedendoti occasionalmente non siamo più riusciti a confessarci. Ma non importa, mi ricordo.
Queste me le hai mandate un giorno dell’anno 2000, in gran segreto. Adesso posso mostrarle, sono così geniali! Soprattutto alla luce di quello che è successo nel 2001.

Adesso riesco a salutarti.



venerdì 12 settembre 2008

Derive

Trascorrevo le prime lezioni di Ingegneria a Pisa in fondo ad un’aula affollatissima, la B21, sbirciando la lavagna in piedi su una seggiolina di legno ed un quaderno per gli appunti in mano. Alcuni studenti si svegliavano alle quattro, le cinque del mattino per occupare i posti delle prime file, usando un guanto, una sciarpa, un pacchetto di fazzoletti, un ombrello per garantire il banco anche agli amici. Personalmente ero troppo pigra per questo.
Un giorno, sempre in piedi sulla seggiolina, mi si avvicina un tipo Facis, cioè con una bruttissima giacca Facis addosso, la faccia tonda, gli occhiali tondi, fuori corso di un paio di anni già ancora prima di iscriversi. Per fare colpo mi chiede se ho la 2.0 del Derive (pronunciato Deraiv con la erre moscia), un tool per lo studio di funzioni. Volevo vomitare.

Qui in questa multinazionale leader del settore c’è pieno di uomini Facis, quasi tutti i capi sono Facis. Aspetto solo che mi chiedano se ho la 2.0 del Deraiv per vomitargli sulla testa.

giovedì 4 settembre 2008

Rimedio

Torno da più di un mese trascorso in Toscana, mi appresto ad entrare in cucina e annuso un prepotente odore di rancido. Ne cerco con lo sguardo la fonte, ed individuo una cesta di pomodori marci. Più che marci, già forniti di piccoli simpatici teneri bachi bianchi che mi salutano affabilmente. Mi rivolgo a mio marito, che invece era rimasto a casa durante le ultime due settimane. “Ma scusa, non te ne sei accorto?”. “Di che?” esclama lui verginello. “DI QUELLI!” tuono io verso quei bachi indifesi. “ Ah no, me lo dovevi dire” “Dirti cosa? Che in casa, ed in particolare in cucina, teniamo del materiale commestibile e quindi deperibile?”. “Potevi anche toglierli, visto che stavi via così tanto” risponde lui giulivo. “OK”, riprendo fredda, “la prossima volta ti tolgo tutto il cibo di casa, poi voglio vedere!”.

Eppure non è colpa sua, è che gli uomini non vedono cosa guardano, sono immensamente distratti, a parte che non si tratti di tette – topa - culo.
Allora si potrebbe fare così, segnalare con dei cartellini simili a quelli che trovi nei vasi delle piante, tutto ciò di commestibile e marcibile che può interessare, ma invece della scritta “Annaffiare ogni due giorni” scrivere “Occhio che scade” e invece della foto della pianta metterci una topa. Funzionerebbe.

A tutto c’è rimedio.

(La foto e' stata scattata da Renzo a Santa Monica)

martedì 2 settembre 2008

Essere Immondo

L’essere umano è una bestia schifosa. Le persone commettono azioni orribili e si uccidono tra loro per motivi futili (potere, denaro, religione…miraggi di immortalità). Non contente tendono a distruggere anche le altre specie e l’ambiente che le circonda, inventando veleni che non sono poi capaci di distruggere, portando altri essere all’estinzione, trasformando fiumi cristallini in orridi puzzolenti botri neri impestati da zanzare fameliche, asfaltando, sporcando contaminando.
Quando agli altri animali fu chiesto di scegliere se diventare cattivi e intelligenti oppure se rimanere semplici ed istintivi, il topo, il leone, la giraffa, il ragno, il cervo, tutti decisero saggiamente per la seconda opzione. Solo l’uomo, illuso e affascinato dalle possibilità che avrebbe potuto avere, scelse la prima sottraendosi così dal circolo naturale delle cose e diventando quello che è adesso, un essere immondo.
In questa atmosfera di pessimismo cosmico trovo ancora tre motivi di ottimismo:
· I bambini, tutti i bambini;
· Il fisico di Bolt, e non mi rompete i coglioni con la scusa che, quando ha vinto l’oro ha esultato troppo, questa è invidia del (suo) pene!;
· Il senso dell’umorismo.

Vi invito altresì alla visione dei seguenti tre video (La storia delle cose):
http://www.youtube.com/watch?v=18a1GQUZ1eU
http://www.youtube.com/watch?v=fRrpNgIG0jA
http://www.youtube.com/watch?v=WwAgiNbcsIg.

L’occhio inquisitore in alto è quello di Don Zauker, dal 4 settembre anche in Francia. Giubilio!

giovedì 28 agosto 2008

Prostituzione


Stanno sempre lì più o meno nello stesso posto, quasi tutto il giorno, ai bordi di quella strada polverosa. Sono donne o ragazze più o meno vestite. Bionde more, scure o bianche, in gruppo o da sole. Giorni fa una aveva assunto una curiosa posizione a “buo pillonzi” (curiosa per me, sicuramente accattivante per i clienti), e col vestito rosso, il perizoma verde e le chiappe bianche mi ha ricordato la bandiera dell’Italia.
Qualcuno si lamenta perché mostrano le tette o il culo ai passanti. Come se non se ne vedessero abbastanza, di tette e culi, in TV, come se quelli dietro allo schermo non fossero di carne lo stesso, come se uno spacciatore ben vestito fosse più accettabile di uno spacciatore in canottiera.
Qualcuno mi parla delle Escort, quelle si che fanno una bella vita dicono. Duecento euro all’ora, una bella casa dove ricevere i clienti, sito internet, cellulare. Insomma, prostitute all’avanguardia.
Altri pensano che questo mestiere andrebbe legalizzato, perché è il mestiere più vecchio del mondo che sempre esisterà. Allo stesso modo, dico io, anche il ladrocinio è il mestiere più vecchio del mondo, e purtroppo anche ladri e assassini probabilmente esisteranno sempre. Non per questo si pensa di legalizzare il furto.
Personalmente trovo avvilente per la dignità della donna doversi vendere per sopravvivere, per pagare un debito inesistente eppure enorme che comprende l’affitto del suolo dove ti vendi, una casa condivisa, i vestiti, il mangiare, le botte, gli stupri, lo schifo. Vaffanculo. Preferirei che ognuna di noi avesse la possibilità di scegliere, e magari di darla per amore, complicità oppure anche semplice divertimento, ma mai per disperazione.

martedì 26 agosto 2008

Livornesita' (2)


Livornesità è andare al mare ai bagni che frequentavi 20 anni fa e incontrare i genitori di un ex-fidanzatino dell’epoca che, felici di rivederti dopo tanto tempo, esclamano “Boia come sei invecchiata!”.

giovedì 14 agosto 2008

Ecologica

In pieno clima vacanziero mi sento di dover dare un messaggio ecologico. Forse mai come in questi giorni abbiamo l’occasione di stare in spiaggia, o su una splendida scogliera, nuotare nel mare blu o camminare per sentieri boscosi protetti da alberi secolari, oppure stenderci su un prato fresco ed assolato. Mantenere tutto questo è un nostro dovere ed un nostro diritto, ed è importante cercare nel nostro piccolo di preservare la natura. Mi vengono in mente alcune cose che possiamo e dobbiamo fare:
· Differenziare ciò che buttiamo (vetro, plastica, carta, lattine, organico), molto si può recuperare;
· Evitare gli sprechi (ad esempio di acqua, io uso l’acqua con cui lavo l’insalata per annaffiare le piante);
· Non lasciare mai rifiuti nell’ambiente, e se ve la sentite raccogliete quelli lasciati dagli altri;
· Non stampare su carta ciò che non serve stampare, e nel caso usare il fronte retro;
· Il retro bianco della carta scritta o stampata è un ottimo prendi appunti, ed i bambini possono disegnarci degli stupendi quadretti;
· Le borse di plastica non servono, costano ed inquinano, portate sempre con voi qualche borsa in cotone (si piegano ed occupano poco spazio) o comunque in tessuto lavabile per fare la spesa o per fare shopping, rifiutate tutte le borse di plastica che negozi o supermercati vi offrono;
· Una lavatrice ben carica di panni vi fa risparmiare e riduce i i consumi di energia ed acqua, lo stesso per la lavastoviglie;
· Evitare dove possibile l’uso di piatti, bicchieri o posate in plastica usa e getta (in generale evitare dove possibile l’usa e getta).
· Riutilizzare la carta da regalo, inoltre i fiocchi delle bomboniere sono dei bellissimi chiudi pacco.
· Le vecchie magliette sono ottime per spolverare.
· Non esageriamo con l’uso dei detersivi per la pulizia della casa, è inutile dispendioso inquinante. L’aceto ad esempio è validissimo per la cucina (toglie il calcare).
· I giocattoli di legno e senza bisogno di pile sono bellissimi!

Buone ferie.

martedì 12 agosto 2008

Ritorno al futuro

Una corsetta sul lungomare di sera, torno a casa suono il campanello e mia nonna, di anni 95, sa benissimo che sono io e mi vede pure dal video citofono di casa dei miei eppure grida “Chi è?” (grida perché sono lontana ed ha paura che non la senta, quando poi la chiamo da Genova che sono 200km è come se dovessi parlarle in un cantiere). I bagni della costa sono ancora pieni di livornesi ciabattati e abbronzati, le zanzare sembrano ammaestrate e stasera cinema all’aperto. È tutto come 10 o 15 anni fa. Anche le cicale sono le stesse.
Questo è veramente rassicurante.

Se poi dovessi scoprire di avere la topa vecchia, potrei sempre ricorrere al Laser Vaginal Rejuvenation per rimpolpare il punto G o ritoccare le piccole labbra. Se poi dovessero esagerare col rimpolpamento, magari potrei aggiustare Quello di mio marito con un bel Laser Penis Ritoccation. Altro che Photonic Laser!
Questo è veramente rassicurante.

mercoledì 30 luglio 2008

Classifica


Ho buttato giù una classifica su quali sono secondo me le grandi cazzate della nostra società:
Secondo posto: la maionese light. Come fa un prodotto a base di OLIO e UOVA ad essere light lo sa solo la Weight Watchers;
Terzo posto: gli stivali estivi. Ti chiudono il piede fino al polpaccio e ti accompagnano nelle serate estive a trenta gradi coadiuvando la nascita di simpatici girini sotto l’alluce. Davvero un prodotto geniale.
Quarto posto: lo scordone. Alcune donne chiamano così il parto, sostenendo che la gioia che consegue dall’avere un figlio ti permette di dimenticare gli insopportabili dolori avuti durante il parto, gli squarti i punti le settimane passate in sala prenatale (e qui i racconti si perdono nell’immaginario femminile). Direi però che l’incapacità umana di riprovare il dolore fisico al suo solo ricordo ce lo fa, per così dire e per fortuna, dimenticare, e così anche ad esempio l’estrazione di un dente o un’unghia incarnita hanno lo stesso diritto di essere chiamati “lo scordone”.
E adesso, il primo posto spetta a…:
Primo posto: la ragazza dell’Epilady. Nonostante la pratica depilatoria estrattiva (ceretta, macchinette) provochi una sofferenza degna del Tribunale dell’Inquisizione, la ragazza dell’Epilady (o prodotti analoghi) appare nella pubblicità sorridente e soddisfatta, ed impugnando lo strumento come se fosse un vibratore, sembra quasi sul punto di raggiungere l’orgasmo. Beata lei.

Altro da aggiungere?

venerdì 25 luglio 2008

Metti un serpente nel motore











In una serena mattinata trentina mio marito decide di controllare il livello dell’olio, visto che la sera precedente si era accesa la relativa spia arancione. Noi ancora in pigiama a fare colazione nella piccola cucina in legno. Rientra con la faccia bianca e gli occhi di fuori esclamando “C’è un serpente nel motore!”. “Ma non era una tigre?” rispondo io.
In effetti un serpente lungo sicuramente più di un metro se ne stava serenamente arrotolato sopra il motore dell’auto, guardandoci come usurpatori della sua intimità. Arrivano i pompieri, con tubi e sacchi di juta; uno di loro, caratterizzato da una certa somiglianza con Ricky Memphis e Silvio Muccino, ci suggerisce di chiamare Lo Sterminatore. Ed ecco un Panariello di montagna, ma più giovane, più magro, più abbronzato, in tuta da lavoro e con l’orecchino. A quel punto inizio a sospettare di essere vittima di una Candid Camera e cerco le telecamere tra gli alberi. Lo Sterminatore, specializzato in scacciare vipere e bisce dagli appartamenti, ci impiega quattro ore, litri di canfora, una visita in officina, qualche spruzzata di vaporella, 80 Euro e le pinze per liberarci dal nostro ospite color smeraldo.
Adesso la nostra auto odora di cappotto vecchio e mio marito controlla ogni mattina che qualche strano animale non l’abbia scelta di nuovo come appartamento personale.
Forse un giorno ci troveremo la tradizionale tigre.

mercoledì 23 luglio 2008

L'Om delle storie


Mi e' capitato durante le mie vacanze trentine di ascoltare una sera le favole dell'Om delle storie. Al limitare tra il prato ed il bosco, illuminato da candele profumate, con il suo cappello di panno colorato e le campanelle legate alle ginocchia, ci ha raccontato le favole dei nonni, e dei nonni dei nonni, cantilendando filastrocche e tiritotere, e sfidandoci in arguti indovinelli. Per chi adora sognare, ricordare, ascoltare per poi raccontare ancora, per i bambini, ma soprattutto per i grandi che non riescono piu' ad essere bambini, e anche per quelli che invece ancora riescono a farlo, una serata senza tempo, perche' uguale ad altre serate passate e diversa da tutte le altre. Attenzione comunque a Faccia di Scorza.

venerdì 4 luglio 2008

Evoluzione



Ho visto zanzare arrampicarsi a piedi sulla zanzariera per cercare un buco da cui passare. Ho visto zanzare tigre, quelle stronze che non emettono neanche un bzzz e che non riesci mai a ciabattere sulla parete come facevi con quelle tradizionali, dicevo ho visto zanzare tigre nascondersi dietro le tende per non farsi beccare, aspettarti sul pianerottolo per seguirti fino a casa e colpire te con tutta la tua famiglia, accorgersi che le stai guardando e quindi scappare.
Zanzare tigre…zanzare zebra direi, visto che sono a strisce bianche e nere.

Bastarde!

lunedì 30 giugno 2008

Gallina vecchia


Sono bloccata. Non in senso intestinale né in senso psicologico. Mi si è bloccato il collo, ormai da più di una settimana. Guardo le persone come fanno le galline, inclinando appena la testa per permettere all’occhio laterale di sbirciare chi le sta osservando. Dovrei andare dal parrucchiere, ma ho paura di non farcela a reggere il lavaggio e le varie posizioni che sarei obbligata a tenere; quindi ho la testa a forma di ananas. Dovrei andare dall’estetista, ma ho paura di non farcela a reggere le posizioni da contorsionista che ormai obbligano certe depilazioni estreme; quindi sono pelosa. Devo andare dal ginecologo (ormai fissato), e non penso di farcela a sostenere quella specie di sdraietta da partoriente; pensavo di proporgli una visita in piedi.

Noi donne siamo veramente delle rompicoglioni all’ennesima potenza, piene di controlli appuntamenti manutenzioni.

Meglio le galline vecchie.

venerdì 20 giugno 2008

Il Marchese


Sono arrivate! Come ogni mese.
Adesso per qualche giorno ogni mattina mi si presenterà un atroce dilemma: perizoma + assorbente interno oppure mutandone + assorbente con le ali? In ognuno dei due casi mi aspetta una lunga e tormentata fase di installazione. Nel primo caso vengo assalita da dubbi esistenziali che permangono per l’intera giornata: l’avrò messo bene oppure cadrà mentre cammino? Ingloberò anche il simpatico filo di cotone azzurro ed avrò bisogno di una ventosa da idraulico per l’estrazione? Nel secondo caso la situazione si complica per la presenza di ben tre adesivi, quello centrale e i due laterali, pronti ad incrociarsi appiccicarsi e tirarti i peli della topa per l’intera giornata.
E poi mi rammento quand’ero bimba, andavo ai Bagni Fiumi e le mie amiche mi dicevano “Oggi un lo fo il bagno, ciò il ciclo” incatenalo fuori e buttati, “ciò le mie cose” l’importante è che tu non c’abbia quelle degli altri, “ciò il marchese” dai digli che si butti anche lui!

Perché il marchese poi….

martedì 17 giugno 2008

Liberta'




...Articolo 21 della Costituzione e all'articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali: «Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche», con possibili restrizioni solo in caso di notizie «riservate» o dannose per la sicurezza e la reputazione.

mercoledì 11 giugno 2008

Finalmente (2)!



Quest'inverno e' uscito un nuovo tipo di tanga, il C-string, che vedete favolosamente illustrato sopra. Ho cercato di comprarlo, giusto per provare, ma niente, per adesso si trova solo on-line. Secondo me e' fantastico, praticamente un boomerang della topa.

Immaginatevi un po' mentre lo stendete ad asciugare dopo averlo lavato. Vi scivola di mano mentre state per appenderlo con una molletta. Tranquille, non cadra' mai dal vostro vicino del piano di sotto, pronto a formulare le piu' astruse congetture circa la vostra natura e le vostre usanze erotiche, bensi' tornera' su da solo, come un boomerang!


Fantastico.

giovedì 5 giugno 2008

Finalmente!

Grazie a questo simpatico aggeggio anche noi donne potremo finalmente fare pipi' stando in piedi, ma soprattutto potremo anche noi competere nella tradizionale gara "a chi la fa piu' lontano". E poi dicono che non c'e' ancora parita' dei sessi!

Vado ad allenarmi contro un muro.

venerdì 30 maggio 2008

Sentite un po'



Stamattina alla radio hanno parlato di un'interessante statistica sul tradimento. Indovinate un po' chi tradisce di piu? Le cinquantenni! Stiamo parlando del 58%, quindi piu' di una su due! Le sessantenni al secondo posto e le quarantenni solo al terzo.

Ragazze, ci aspetta un futuro strepitoso!


Caz... e mia mamma allora?