venerdì 25 gennaio 2008

Chiare, fresche et dolci acque


Chiare, fresche et dolci acque,

ove le belle membra

pose colei che sola a me par donna;

gentil ramo ove piacque

(con sospir' mi rimembra)

a lei di fare al bel fiancho colonna;

herba et fior' che la gonna

leggiadra ricoverse

co l'angelico seno;

aere sacro, sereno,

ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:

date udïenza insieme

a le dolenti mie parole extreme.

…..

Francesco Petrarca, Canzoniere

Bevo acqua del rubinetto (o della cannella come si dice noi a Livorno) e ne vado fiera. Costa meno, è più controllata, ha un impatto ecologico di gran lunga inferiore, evito di trasportare (o camallarmi come dicono qui a Genova) su e giù per le rampe condominiali bottiglie di plastica ingombranti.

Per curiosità decido di linkarmi a qualche sito di imprese che gestiscono i nostri acquedotti, dove appunto si vantano controlli quotidiani su acque dalle proprietà ottime, per trovare appunto il risultato di qualche analisi fatta che so, anche un mese fa. Invece niente. Nessun valore riportato. E allora? Sul sito di AMGA Livorno riesco a rintracciare i valori del 2006 dettagliati per zona. Sul sito di Mediterranea Acque relativo a Genova niente. Telefono. Dopo alcuni passaggi riesco a parlare con una dottoressa dal nome più che adatto, la dottoressa Palombo, che promette di mandarmi i dati via e-mail. Non subito però. Dopo.
Dopo magari li pubblicherò.

Dopo.


Pensierino del venerdì: alla Trattoria del Camionista di Savona dove abbiamo organizzato una cena per un collega che si era licenziato, e dove peraltro abbiamo mangiato benissimo, ho sentito un centesimo delle parolacce dette ieri al Senato ed ho riscontrato un atteggiamento cento volte piu' rispettoso.

martedì 22 gennaio 2008

Paella


Stamattina, parlando di compleanni, mi e’ venuta in mente la paella. Adoro la paella. Quando vivevo con i miei, il giorno del mio compleanno mia mamma mi domandava che cosa preferissi mangiare, e rispondevo inequivocabilmente PAELLA. Addirittura il pomeriggio di un mio compleanno particolarmente difficile i miei sono partiti da Livorno e sono arrivati a Genova con la paella! Ho invitato degli amici ed è stato bellissimo. Oltretutto il piatto spagnolo si intonava perfettamente con la mia casetta nei vicoli del centro storico genovese, la finestra di fronte popolata da una numerosa famiglia sudamericana, al piano di sotto una signorina allegra, e le voci.

Evviva!

giovedì 17 gennaio 2008

Meseur Maloussene



La nostra società ha un disperato bisogno di un capro espiatorio. Questo permette ad ognuno di noi di esimersi dal cercare in noi stessi le colpe di un evento, atteggiamento faticoso, seppur vincente perché ne consegue solitamente una crescita personale. In effetti Meseur Maloussene del geniale Pennac trova un’ottima collocazione nella nostra comunità e non soffre certo dei noti problemi occupazionali di oggi.

Se i nostri bambini che frequentano l’asilo nido si ammalano, sarà sicuramente colpa di qualche genitore sconsiderato che consegna i propri figli al parcheggio, anche se questi avrebbero bisogno di un bel controllo dal meccanico. Piccoli untori di madri sconsiderate. Può essere.

Ho scoperto parlando con alcuni genitori (cavolo basta parlare!) che ci sono almeno tre ragazze madri nel nostro asilo, che una di queste è straniera e non ha un lavoro fisso. La immagino sola e senza soldi con un bambino piccolo da crescere.

Prima di puntare il dito bisognerebbe lavarselo.

giovedì 10 gennaio 2008

Acari


Una volta una persona mi ha detto che avevo la tendenza a riportare su di me le esperienze personali degli altri, finendo poi per parlare delle mie anziché ascoltare le loro. Da allora cerco sempre di ascoltare chi si confida senza includermi nelle sue storie.

Una volta una persona mi ha detto che quando ti viene fatta una confidenza questo ti responsabilizza e ti aiuta a mantenere il segreto, mentre se apprendi qualcosa per sentito dire tendi a parlarne a tua volta con altre persone diffondendo come pettegolezzo ciò che magari è privato o segreto. Da allora tendo a confidarmi con le persone piuttosto che lasciare che mi parlino alle spalle.

Una volta una persona mi ha detto che non bisogna prendersi troppo sul serio. Infatti, spesso ironizzo sulla mia vita per superarne le piccolezze.

Una volta una persona mi ha detto che non è tanto importante dove viviamo quanto con chi viviamo. Da allora cerco di non lamentarmi troppo se sono lontana dalla mia città natale.

Una volta una persona mi ha detto che il folletto aspira la cacca degli acari e non gli acari stessi, perché questo sarebbe distruggere un ecosistema. Era un venditore. So riconoscere una cazzata quando la sento.

Auguri Davide!

mercoledì 2 gennaio 2008

Livornesita'


Mi è capitato di ammalarmi a Livorno (ormai risiedo a Genova da dieci anni) e di dover ricorrere al medico di famiglia dei miei. Anzi per essere precise c’era il Sostituto, quello che lavora a Natale Pasqua e Ferragosto. Mio coetaneo, lettore del Vernacoliere. ”Pensavo tu fossi più vecchia” mi ha detto appena entrata. Incerta se fosse o meno un complimento, ma convinta che alla fine non aveva importanza, mi sono fatta visitare.
Alla fine della visita gli ho chiesto quant’era. “Ma scherzi perdavvero?” mi ha risposto. Io, che sono dell’ariete, quindi dura, ho insistito. “No guarda un c’ho nemmeno il libretto delle ricevute” e detto fatto ha aperto la borsa di pelle da medico di fronte alla mia faccia mostrando stetoscopio e poco altro.
Bada ganzo “Allora spero di rivederti aggiro invece che in uno studio medico la prossima volta, grazie e buon anno” ho risposto io.

Non è tanto il discorso monetario che mi ha colpito, quanto il modo sincero e informale, i gesti semplici e risoluti, il fare scherzoso oltre che professionale.
Mi hanno detto che i livornesi hanno trasformato questa genuinità in pura maleducazione, perdendo la nota generosità e ospitalità.

Eppure io la livornesità vorrei che fosse così; una laurea in tasca ed una borsa senza il libretto delle ricevute dentro.

Settimo

Ed anche il settimo se n’è andato. Prima del nuovo anno, per non disturbare troppo, per poter essere archiviato con i brutti eventi del 2007, così da poter cominciare un brillante anno nuovo senza pensare più alle cose tristi. Perché forse è stato un caso, forse una fatale coincidenza, forse non è colpa di nessuno (!), o forse è solo colpa del maligno Lord Voldemort.
Sicurezza sul lavoro.
Notte d’agosto, fa caldo. Anno 1989. Alfredo viene investito da un fork-lift in retromarcia nel porto di Livorno e muore. Lascia un figlio appena diciottenne ed una giovane moglie. Lascia il dubbio di una banchina portuale poco illuminata e quindi pericolosa nei turni notturni, lascia i rimorsi delle cose non fatte e non vissute, soprattutto il dolore.
È confortante scoprire come a distanza di quasi vent’anni succedono ancora queste tragedie. Evitabili. Lavorare per vivere, lavorare per morire.

Siamo solo carne da macello.