lunedì 17 dicembre 2012

Natale in casa B


La prima volta ero incinta. No no, volevo dire, la prima volta che ho partecipato ad un Natale in casa B ero già incinta del primo figlio.
Il salotto di nonna M era pieno di gente in piedi che si salutava. Le donne sembravano tutte uguali; ricciolute, more, alte. Il tavolo si stendeva lungo come una lingua dal caminetto fino alla fine del salotto, e qualcuno era già seduto. Seguirono le presentazioni di chi non conoscevo ancora, e ovviamente dimenticai tutti i nomi e le parentele in meno di 30 secondi.
Una zia mi disse “Quest’anno s’è fatto meno; l’anno scorso era avanzata troppa roba”.
Meno volevo dire comunque partire dall'antipasto  passare per tre primi di cui due di terra ed uno di mare, arrivare all'arrosto  all'agnello  rosticciana  salsicce e gamberoni, guarniti con patate al forno ed un po’ di’insalata perché il verde ci stava bene, giungere infine alla frutta fresca e secca e ad un quantitativo di dolci da farsi venire il diabete solo a guardarli, finire con caffè e amaro.
Mi misero di fronte a zio G. Zio G. Chiacchierò sempre, come tutti del resto. Ovvero tutti chiacchieravano ad alta voce talvolta con la bocca piena e spesso con un interlocutore dall'altra parte del tavolo. Zio G chiacchierò con me di politica e di lavoro, muovendo spesso le braccia e le mani. Zio G anni prima aveva subito un’operazione importante, e prima di essere ricoverato fece il giro delle case di amici e parenti, raccogliendo foto di gruppo e saluti perché temeva che non avrebbe superato l’operazione. Poi divenne credente e praticante, ed anche oggi va in chiesa ogni domenica forse per un segreto patto con Dio, ma non ti parla mai di religione. La sua è una fede silenziosa. Del resto invece si può parlare anche per ore. Ad un certo punto, forse per la gravidanza, o per il cibo, o per il vociare, mi venne un sonno tremendo. Dissi “Scusate vado a dormire” ed in effetti andai su in casa di mia suocera e dormii un’oretta. Nessuno ci fece caso. Tornai giù da nonna M ed era tutto uguale a prima, tutti che parlavano e mangiavano e gesticolavano.
Nel pomeriggio i bisnipoti di nonna M...si perché nonna M che ormai ha 98 anni conta tre figli attorno ai 70, sei nipoti con rispettivi coniugi tra i 40 ed i 50, e circa 12 bisnipoti tra i 6 ed i 26. Il che fa in tutto una trentina di persone.
Ovvio che i bisnipoti nel pomeriggio, mentre i nipoti ed i figli di nonna M giocavano a carte e snocciolavano mandarini, se ne andavano in giro dagli amici o fidanzati, almeno i più grandi. I più piccoli fuori a giocare nella melma.
La sera, per rinfrescarsi l’alito, pizza e schiacciata cotta nel forno a legna che sta fuori nell'aia  Ed era questa la parte che preferivo.

Quest’anno niente Natale da nonna M; le figlie hanno troppi acciacchi, i nipoti poco interesse, per cui ognuno a casa sua. La lingua del caminetto resterà smontata in quattro o cinque tavolacce senza tovaglia, e sarà tutto più ridotto; il cibo il rumore le braccia che gesticolano.

Solo il caminetto resterà acceso.

venerdì 14 dicembre 2012

Mattinataccia

Era troppo presto per accorgermi che stava piovendo. Con il sacco dell'indifferenziata da una parte, e quello del compost dall'altra, uscendo dal portone mi ha sorpreso un acquazzone. Ho messo la giacca da acqua, ho perso qualche minuto per questo, lo scooter non partiva, sono arrivata al binario 2 giusto in tempo per vedere partire il treno a porte chiuse, con passeggeri a bordo che mi guardavano dal finestrino e dal caldo. "E' partito prima!" ho esclamato. "Parte prima, alle 6.12" mi ha informato un signore. Porca puttana. Ma da quando? Prendo il treno successivo, poi la LAM. Davanti a me si siede una signora con i capelli che sanno di "Lavami". Odore umano, penso io. Scendo e piove ancora.
Non è giornata, oggi sono cattiva.

martedì 11 dicembre 2012

Per lui




Io adoro le pubblicità. Davvero. Sono lo specchio della nostra società e soprattutto dei nostri desideri. Ecco, è uscito il salvaslip per uomo. E dire che io ci ho pensato anni fa. Ma certo non sarei riuscita a trovare la giusta motivazione. Se infatti una donna deve portare il salvaslip perché altrimenti la lallera puzza di pesce, l’uomo può portare il salvaslip perché tanto non si vede, nessuno se ne accorgerà. Sopravvoliamo sull'effetto salvagoccia o sulla conseguenza olfattiva. Mettetevelo, tanto non si vede. No anzi, mettetevelo che il vostro pacco ne guadagnerà in volume. Effetto incluso nel prezzo.

mercoledì 5 dicembre 2012

A buo a buo

 Appuntamento al buio. È buio davvero. Ore 18 Stazione di Roma Termini. Aspetto una persona di media statura e media corporatura, capelli castano chiari. Arriva un ragazzino biondo, piccolo e magro, che cerca una donna bionda, di corporatura minuta. Mi consegna visto e passaporto. A buo a buo; domenica parto per New Delhi.

Sbarco a Delhi che è mezzanotte. Metto piede in aeroporto con un rutto da fare invidia ai mie figli; mi volto, è stata una signora indiana sulla settantina, avvolta in un bell'abito tipico di colore giallo. Nessuno ci ha fatto caso, a parte me.
Dell’India ho visto poco, ovviamente. L’auto costosa dell’albergo che mi aspettava all'aeroporto aveva un sacco di pulsanti per regolare il sedile, con cui ho giocato fino all'arrivo.  L’albergo era lussuosissimo e circondato da una vegetazione rigogliosa.


Ho fatto appena in tempo a vedere l’Indian Gate, il palazzo presidenziale, alcuni banchetti nei paraggi, una signora che aveva investito nell'acquisto di una bilancia con la quale pesava le persone a pagamento.


Mi hanno colpito i bellissimi colori degli abiti delle donne, e del trucco di alcuni uomini.
Loro di me hanno notato soprattutto i capelli; “golden hair”, dicevano.
Sembrano rammaricarsi per un no, e rifiutarsi di pronunciarlo.
Ho assaggiato tutto quello che di cotto si poteva assaggiare. Speziato, piccante; un po’ di brucia’ulo al ritorno, ma niente di più.

Prima del volo di ritorno, al controllo bagagli, piuttosto accurato, il metal detector prevedeva una porta per le donne ed una per gli uomini. Rimango un po’ titubante, non mi era mai capitato prima, poi seguo l’invito di una ragazza alla dogana e mi infilo nella porta giusta. Lei nel controllarmi mi apostrofa con un sorrisetto ironico “Are you a lady?”,  “Yes!” rispondo io, e nel frattempo penso “Fottiti” e subito dopo “E comunque, fatti i peli alle braccia”. Senza offesa, eh!