venerdì 31 gennaio 2014

Giorno Due e Mezzo


Non è per le rughe, poche a dire il vero considerando i 100 anni compiuti. Non è nemmeno la sordità, comprensibile vista l'età, o la vista ridotta, oppure il bastone. Neppure il suo ritirarsi come un indumento che  si è centrifugato un po' troppo e si è come accartocciato su se stesso. Non sono queste le cose che mi colpiscono di mia nonna.
Sono le cure parentali.
Sono quelle a stupirmi. Si sono sbiadite in quella stessa centrifuga a causa della quale mia nonna si è ritirata. Penso sia una sorta di autodifesa; non essendo più in grado di badare a se stessa, non può certo preoccuparsi per gli altri, tanto meno per sua figlia. La sua giornata è cadenzata dai programmi TV, all'ora di Carlo Conti c'è la cena, e la cosa importante è non restare soli, avere qualcuno che si prenda cura di lei.
Ma io ricordo. Nonna, ricordo i tuoi racconti di quando scappavi sotto i bombardamenti con il piccolo Alfredo in braccio, ricordo che all'altra mamma che correva di fronte a te era caduta la bimba dalle braccia, e che tu tenevi il tuo forte. Ricordo quando io avevo il morbillo e tu c'eri. O forse era la rosolia.

Io ricordo, pazienza per la centrifuga.

mercoledì 29 gennaio 2014

Giorno Uno

Nel Giorno Uno operano mia mamma, mio babbo starà con lei oggi, mia sorella farà la notte, io starò con mia nonna. Questo è lavoro di squadra.
Mia nonna ha 100 anni compiuti ed è sorda. Quando le parlo devo urlare come se io fossi a monte e lei a valle nella foto sotto:

Le ho portato le caramelle all'eucalipto.
"Nonna ti ho portato le caramelle"
"Eh?"
"Nonna TI HO PORTATO LE CARAMELLEEEE"
"Eh?"
Glie ne do una. Sono disposta a finire il pacchetto oggi pur di farmi capire.
"Grazie, sono buone, sai che sono golosa, se lo sa la tu' mamma!"
Piantino di nonna.
Che faccio glie ne do un'altra?

martedì 28 gennaio 2014

Giorno Zero



Chissà se esiste da qualche parte del cosmo un panorama del genere. Io l'ho visto!
Consiglio:

  • la grappoteca "Eder" di San Martino di Castrozza, dove troverete grappe di ogni genere dalla liquirizia alla pera, cioccolato al bombardino, pasta colorata, speck aromatizzato, prodotti di bellezza, zuppe d'orzo;
  • la bambina che dopo un viaggio in seggiovia, al mio terzo tentativo di attaccare discorso esclama "Non posso parlare con gli estranei", mentre il suo amichetto mi stringe la mano e si presenta;
  • la ciaspolata sulla neve intonsa.
Domani è il Giorno Uno.

giovedì 16 gennaio 2014

Fino a che punto


E' un po' come fanno i bambini, quando si chiedono fino a che punto possono arrivare e sfidano continuamente i genitori per sondare i limiti che questi hanno posto, seppure inconsciamente. Quei limiti invalicabili oltre i quali si è costretti a dire "Basta".
Ecco sta succedendo lo stesso. I genitori siamo sempre noi, niente di nuovo. I bambini sono la società, lo stato, l'autorità, il ministero. Non so nemmeno come potrei definirlo, forse alla Benigni quando esclama "E ora mi faccia vedere il suo ministero!".
Le scuole, le scuole elementari, sono sporche. Le custodi lavorano ad orari ridotti per via dei tagli, per via delle cooperative, per via di contratti non chiariti. Questo non si è ancora capito. Eppure è come se qualcuno dall'altra parte stia cercando di capire fino a dove si può arrivare. "Fin dove posso arrivare prima che questi genitori denuncino le aule sporche i bagni intoccabili i bambini abbandonati nei corridoio il pulmino che li carica senza sorveglianza?". Ecco se nessuno dice niente si va avanti, si taglia di più, si garantisce di meno. E' una lotta allo sfinimento? Una sfida continua alla sopravvivenza? Al profitto?

Non so, io stamattina mi sono detta "Fortuna che ho due maschi". Che pensiero egoista. E comunque mi sono raccomandata, fate per bene se andate in bagno da soli, non sporcate, non toccate, se potete sorvolate il pavimento come una farfallina. Ho chiesto ai miei figli un po' di responsabilità. Perché il ruolo di bambino capriccioso che cerca di capire fino a che punto possa arrivare gli è stato preso da qualcun altro.

venerdì 10 gennaio 2014

Buon compleanno marito!



Non solo perché "Ignudo sono meglio", ma soprattutto perché coma canti "Ma che freddo fa" di Nada, non ce n'è.

Dice il saggio



Lavarsi le ascelle con una mano sola è un casino.

martedì 7 gennaio 2014

Piccoli incidenti casalinghi

Ieri sera stavo sparecchiando. Probabilmente stavo pensando al rientro al lavoro dopo le feste ed a tutte le attività che riprendono. Ho preso un bicchiere e mentre lo mettevo nell'acquaio (lavello n.d.r) ho urtato il bordo e si è rotto, inconsciamente ho continuato il movimento e mi sono procurata un bel taglio sotto l'anulare, mano destra. Mollo tutto, mi guardo la mano. E' gialla! Certo ho i guanti gialli da cucina. Noto che hanno un bel taglio. Li tolgo. Anche la mano ha un bel taglio! Marito si accorge, butta giù il telefono, mi sciacquo la mano la disinfetto, via bimbi non pestate i vetri con gli antiscivolo. Devo andare al pronto soccorso.
In salotto era come se avessero fatto esplodere una molotov sotto l'albero di Natale, perché lo stavamo smantellando e riponendo a pezzi nelle scatole.
Mio babbo si è offerto di portarmi al pronto soccorso mentre marito riorganizzava la casa e metteva a letto i bimbi. "Per fortuna era un bicchiere spaiato" ho detto a babbo mentre andavamo in ospedale. Sono arrivata alla 21,52 del 6 gennaio, mi hanno messo i punti alle 2,26 del giorno 7 gennaio. Il che vuol dire che ho avuto 4 ore e mezzo per chiacchierare col mio babbo. Non capita tutti i giorni.
Quando mi hanno chiamata sono entrata con una infermiera molto carina in un ambulatorio dove stava un medico molto serio e molto pallido.
"Avete sempre tutto questo da fare?"
"Stanotte è stata particolarmente impegnativa. Come ha fatto a farsi male?"
Racconto quella del bicchiere "...per fortuna era quello spaiato." Aggiungo per fare una battuta. Non sorto nessun effetto. Il medico aggiunge "Un classico taglio casalingo come se ne vedono molti". Il che mi fa sentire un po' anonima. Inizia a cucire, senza anestesia né ghiaccio, sottolineando che l'anestesia sarebbe solo un buco in più. Io sento dolore e l'infermiera carina aggiunge "E' la parte callosa della mano, sulle dita sarebbe molto più doloroso". Callosa una sega, io ho le mani morbide morbide; "sarò fi'osa" aggiungo, ma sento male eccome. Mentre il dottore mi cuce squilla il telefono fisso. Si allunga per rispondere, e mentre si allunga tira il mio filo della mia cucitura della mia mano. Gli vado dietro come un pesce all'amo. Come dice mia nipote G. di anni 12, dovevo immortalare il momento; il medico storto verso il telefono, da una parte il filo della cornetta che tirava, dall'altra il mio di sutura che pure tirava, ed io con la mano che cercavo di allentare la tensione e la tenevo verso di lui.
Finiamo i 3 punti, saluto, "Buonanotte" mi dice il medico "Buon lavoro" rispondo.
Mia mamma non ha dormito tutta la notte.

La prima cosa che ho fatto una volta tornata a casa è stata notare il salotto libero dagli addobbi natalizi, e gettare il guanto giallo con quel taglio deciso, uguale a quello sulla mia mano.