mercoledì 27 luglio 2011

Scusate se ho trovato un portafoglio

Stava lì, nero e immobile come uno scarafaggio morto sul bordo del marciapiede. L’ho raccolto, ero di fronte ad un albergo nei pressi della stazione di Pisa.

Lo apro, c’è la patente di un cittadino di New York, qualche tessera, una carta di credito, una banconota, dei foglietti. Quindi provo alla reception dell’albergo. Il ragazzo, gentile, esegue un’accurata ricerca nel suo archivio, ma non trova niente. Grazie comunque. Decido di tornare alla stazione e rivolgermi alla Polizia Ferroviaria. Purtroppo gli uffici sono chiusi a chiave, ed anche al campanello, che suono più volte, non risponde nessuno. Sono quasi le 7 del mattino.

Decido di rivolgermi alla biglietteria delle FS.

“Scusi, ho trovato questo portafoglio, ma l’ufficio della polizia è chiuso. Posso lasciarlo a lei così lo consegna più tardi alla PolFer?”

La signora mi guarda inepressiva.

“Aspetti un attimo”

Mi molla lì di fronte al vetro per 5 minuti, parla con qualcuno, ritorna:

“Mi dispiace, ma noi in quanto personale FS non siamo tenuti a raccogliere oggetti trovati”

“Potrebbe prenderlo come comune cittadino e poi portarlo alla PolFer qui dietro alla fine del suo turno, visto che io lavoro dall’altra parte della città”

“Mi dispiace, ma noi in quanto personale FS non siamo tenuti a raccogliere oggetti trovati”

Sembra un disco:

“E allora cosa ne faccio di questo portafoglio, lo butto?”

“Ma è sicura che l’ufficio di polizia sia chiuso? Ha provato a suonare il campanello?”

“Si, ho provato, spinto la porta, suonato più volte. Chiuso”

“Mi dispiace, ma noi in quanto personale FS ....”

“Va bene ho capito BUONGIORNO”.

Me ne vado piuttosto incazzata, torno all’ufficio di polizia, è ancora chiuso, guardo sui binari in cerca di un’uniforme, scruto anche dietro l’angolo. Per fortuna dopo un po’ arriva un agente che apre con la chiave il portone dell’ufficio di Polizia. Mi affretto prima ancora che apra del tutto, gli spiego, gli consegno il portafoglio.

“Va bene, grazie” risponde l’agente, prendendo il portafoglio mentre ancora ha la chiave nelle toppa.

“Buongiorno” rispondo io, andandomene, con in testa ancora il disco del personale FS.

venerdì 22 luglio 2011

Viaggio in Canada (5) – Kingston 1 giorno, Montreal 1 giorno, e rientro in Italia



Kingston è stata la capitale del Canada, finché la regina decise che non era adatta per via della troppa vicinanza al confine con gli Stati Uniti. Si tratta di una piccola città, vivacizzata dagli studenti univesitari, nel complesso una bella città.

Abbiamo visitato Fort Henry, dove studenti universitari in costume ripropongono la vita al forte nel 1867 ed organizzano visite guidate.

Pomeriggio nel parco cittadino, allo Splash Pad, una piazzetta con giochi d’acqua davvero divertenti dove i bambini hanno potuto rinfrescarsi e giocare.

Domattina torniamo a Montreal dove ci attende il nostro volo per l’Italia.


Pronti a partire. Facciamo un piccolo riassunto.

Giorni di permanenza in Canada: 14.

Chilometri percorsi: 2630!

Cosa ci è piaciuto di più:

Al grande: la tripla torre o Sky Screamer di Marineland.

Al piccolo: Ottawa e stare a casa dell’amica canadese.

A Marito: le cascate del Niagara (a parte le costruzioni limitrofe) e Ottawa.

A me: Ottawa e le cascate del Niagara (a parte le costruzioni limitrofe).


In conclusione, è un viaggio che consiglio a tutti, anche alle famiglie con bambini piccoli. Il Canada è un paese piuttosto sicuro e ben organizzato, molto attento alle esigenze delle famiglie, ed in estate ha un clima bellissimo. A livello economico la spesa grande è quella del volo, ma poi appoggiandosi a motel, B&B o hotel economici, la permanenza non è costosissima. Per noi è stata un’esperienza faticosa, ma bellissima.

Viaggio in Canada (4) – Niagara Falls 2 giorni


Il viaggio in auto da Ottawa alle cascate del Niagara, circa 600 km, è andato piuttosto bene, nonostante il traffico di Toronto e le pete al cianuro dei bimbi.

Le cascate del Niagara sono uno spettacolo gigantesco, impressionante, un “must do”, un salto d’acqua di 61 metri a forma di ferro di cavallo nel lato canadese, e di velo da sposa nel lato statunitense. Basta mettersi i paraocchi e non guardare il resto: i grattacieli fuori luogo, le torri, le luci cangianti, il “troppo che stroppia”. Il piccolo viaggio su Maid of the Mist, la barchetta che ti porta fin sotto gli schizzi delle cascate, vale davvero la pena.

Divertente anche la giornata a Marineland, un parco giochi con giostre, salti e lo Sky Screamer (la tripla torre più alta del mondo), un salto di più di 100 metri che io ed il grande abbiamo osato provare. Per ciò che riguarda lo spettacolo di delfini, foche, e le vasche con orche, beluga e leoni marini, nonchè la grande gabbia degli orsi, insomma si poteva evitare. E poi, sono davvero fissati col cibo: “feed the bears”, “feed the fishes in the lake”, “fish the belugas”. Ho visto pesci da 7-8 chili combattere coi gabbiani per un pezzo di pane. Eccheccazzo!

Dobbiamo tornare a Montreal dove ci attende il nostro volo di ritorno per l’Italia. Spezziamo il tragitto con una sosta a Kingston.

martedì 19 luglio 2011

Viaggio in Canada (3) - Ottawa (Happy Canada Day!) 5 giorni


Per arrivare ad Ottawa ci abbiamo messo un paio d’ore, superando prima il traffico di Montreal e passando poi per lunghe strade nel verde, dove vedevamo giusto in lontananza qualche fattoria con relativo capannone in legno. Avete presente il film di Superman? Ecco, come la casa della mamma adottiva di Superman. Occhio che non ci sono molti benzinai lungo le Highway.


Il nostro soggiorno ad Ottawa è stato decisivo, per molti fattori. Abbiamo cominciato ad abituarci ai nuovi ritmi ed al fuso orario, i bimbi sono passati dalla sovraeccitaazione alla normale eccitazione, la mia amica ci ha ospitato a casa sua, e ci siamo sentiti praticamente a casa, Ottawa è una città di circa 900.000 abitanti, non molto grande quindi, una dimensione ottimale per come è abituata la nostra famiglia, ed allo stesso tempo con molte attività possibili da fare.

Siamo arrivati nel primo pomeriggio ed abbiamo visitato il Canadian Agriculture Museum, non molto lontanto dalla Little Italy di Ottawa, e raggiungibile in bicicletta dal centro città sfruttando le varie piste ciclabili. È stata una bella visita, abbiamo visto parecchi animali domestici; maiali, galline, cavalli, capre, mucche, tori. C’è anche un piccolo museo delle api ed un museo dei trattori, è possibile salire su alcuni di questi e simulare una rumorosa guida. Inoltre vengono effettuate delle dimostrazioni, noi ad esempio abbiamo visto e aiutato a fare il gelato direttamente dal latte fresco usando una specie di frullino a ghiaccio, ed abbiamo assistito alla mungitura di una capretta, oltre ad attività giornaliere come nutrire le mucche. Praticamente una fattoria didattica. Nel pomeriggio siamo andati a casa della mia amica; dopo circa 10 anni che non ci vedevamo, eravamo molto emozionate. Ha conosciuto marito e i bimbi, ci ha sistemati a casa sua, e siamo andati in centro al By Ward market. In particolare alla Bottega Nicastro, un bellissimo negozio di prodotti italiani il cui attuale proprietario, abbiamo scoperto, è imparentato con un nostro collega.

1 luglio, “Canada Day”. Per me è stata una giornata bellissima. Mi sono sentita parte di un qualcosa che non mi era noto, di una celebrazione e di un’orgoglio nazionale per me mai visti. Il primo luglio viene celebrata la dichiarazione dello stado federale del Canada, che è comunque membro del Commonwealth e quindi in qualche modo dipendente dall’Inghilterra e dalla sua regina. Uno sciame (500.000!) di persone vestite in bianco e rosso ha invaso pacificamente, il primo di luglio, le strade di Ottawa, capitale del Canada e quel giorno visitata anche dal principe con la sua neosposa. Anche i miei bimbi si sono tatuati in faccia e sulle braccia i simboli del Canada, ed in molti, similmente al giorno di Natale, si salutavano con “Happy Canada Day”. Per non parlare delle bandiere, degli spettacoli di girovaghi e dell’allegria generale, condita dal grande senso di orgoglio degli abitanti, provenienti in realtà da tutto il mondo, di essere canadesi. “This is a great country”, dicono, e sapete, bastano appena 3 anni trascorsi qui per diventare cittadini.

La mia amica vive in un grande condominio con piscina, e per i bimbi è stato il massimo, dopo il caldo e la camminata per le vie di Ottawa del Canada Day, ritrovarsi a fare un bagno rinfrescante. Peccato non essere riusciti a vedere gli “scoppioni” (i fuochi di artificio per il piccolo) serali, visto che i bimbi si sono addormentati sul divano appena dopo cena, di fronte a Scooby in inglese.

Il giorno successivo abbiamo trascorso la giornata all’Omega Park, dove abbiamo incontrato una famiglia di italiani trasferitasi qui da una decina di anni e molto preoccupati per la situazione italiana. Ci hanno salutati con un in bocca al lupo a noi che restavamo. Al parco ci sono animali locali in semi libertà. Con la macchina passi per opportuni vialetti, e puoi dare da mangiare (carote) ad alcuni di loro. C’erano alci, cervi, orsi, lupi, castori, bisonti, coyote, aironi, puzzole, procioni, cinghiali, etc. Ai bambini è piaciuto davvero tanto.

Terzo giorno: Civilization Museum. È un bel museo che ripercorre la storia del Canada, anche la parte triste. Quella cioè in cui francesi e britannici, l’uomo bianco insomma, occupa il terreno dei nativi, li uccide, li deporta, li violenta, toglie i piccoli ai genitori, Ecco, in quel caso, più che di civilizzazione, parlerei di barbarie. Abbiamo molto apprezzato le parti dedicate ai bambini, in cui potevano distrarsi con dei lavoretti come il teatrino dei burattini, la costruzione di una barchetta di legno, disegnare una spilla, cucire un ricamo, etc. In questo, abbiamo sicuramente qualcosa da imparare.

Abbiamo finito la giornata nei giardini di fronte al museo. Marito si è lanciato con l’inglese, tanto che quando la mia amica gli ha chiesto il prezzo di alcune solette che lui porta sempre, è andata più o meno così:

“How much is it?”

“7 years!” ha risposto sicuro, anziché 7 euros.

In serata sono arrivati alcuni amici. È stato bello parlare cel Canada ed ho scoperto che ognuno ha il suo Bossi, ovvero un gruppo separatista (la parte del Quebec, di lingua francese) a volte rozzotta.

Ed il loro piatto tipico, il “poutine”, una montagna di patate fritte, formaggio fuso e salsetta, che sinceramente non ho osato assaggiare.

Alcune curiosità: il Canada è il secondo paese produttore di petrolio dopo l’Arabia Saudita. Viene estratto dalla sabbia dell’Alberta secondo un procedimento molto inquinante che porta alla produzione di molti gas serra e quindi al non rispetto del trattato di Kyoto. In Canada il 60% della popolazione (soprattutto nella parte vicino agli U.S., n.d.r.) è obesa o in sovrappeso. L’università è a pagamento, molti studenti in estate lavorano per pagarsi gli studi. La scolarizzazione è molto alta, quasi tutti continuano gli studi dopo la scuola dell’obbligo. La disoccupazione è bassa, circa il 6%. La sanità pubblica è ottima, ma si perde dopo 6 mesi di assenza dal paese. I canali di Ottawa in inverno gelano e si va al lavoro sui pattini da ghiaccio.

Il grande vuole tornare in Canada durante l’inverno.

Quarto giorno: Canadian Nature Museum. Per i miei bimbi è stato il massimo. Ci sono ricostruzioni di scheletri di dinosauri utilizzando per l’85% ossa reali ritrovai in Alberta o in Argentina. Quindi camminavamo vicino al grande T-Rex, o accanto al Triceratopo, o sotto animali marini della preistoria. Impressionante. Come la quantità di animali imbalsamati (poverini). E sapete quanta acqua consumiamo al giorno? Noi europei 200 litri a testa, in Canada 320, in Africa dai 10 ai 20. Dobbiamo darci una regolata.

In serata, visita al parco Gatineau (Hull) e bagno nelle acque del Pink Lake, con tanto di bagnino e bagnina che alle 18 annunciano dalla torretta che la spiaggia resterà incustodita.

Il quinto giorno siamo partiti, tra abbracci e baci, verso le Niagara Falls. Ci aspetta un lungo viaggio, più di 600 Km. “See you soon”.

giovedì 14 luglio 2011

Viaggio in Canada (2) – Montreal 4 giorni



I primi 4 giorni siamo rimasti a Montreal. In realtà, considerato che il primo giorno siamo arrivati in serata, abbiamo avuto tre giorni per visitare la città ed i suoi dintorni. L’eccitazione dei bambini era tanta, senza parlare degli effetti del fuso orario. La prima notte il piccolo, che aveva scambiato l’eroporto di Pisa per l’IperCoop, si è svegliato alle 3: “Voglio giocare al gioco dell’oca”, che avevamo portato in versione mini per superare le ore di attesa sui voli o in aeroporto. Abbiamo preso di petto la situazione e siamo partiti di mattina presto per Parc du Mount Tremblant, Sector du Diable. Il parco è molto grande e bello, la giornata era soleggiata. Abbiamo pranzato sulle rive del Lac Monroe, con i suoi girini da chilo, ed abbiamo camminato lungo il breve sentiero Chute de Diable fino alla bella cascata, dove abbiamo incontrato una rana e ovviamente uno scoiattolo. Finchè marito se ne è uscito con una delle sue “Però se eravamo a Sassetta era uguale”. Lungo la strada per arrivare al parco abbiamo notato numerosi chalet. Strano come nel caso di vendita mettano anche un cartello con la foto dell’agente immobiliare.


Il secondo giorno abbiamo visitato il Biodome e la Torre di Montreal. L’insettario era chiuso, purtroppo, per restauro e rinnovo. Il piccolo, di animo casalingo, ci ha chiesto di portare i nonni la prossima volta così da pemettergli di restare in albergo con loro a giocare al gioco dell’oca (aridaglie). Il Biodome racchiude quattro diversi ecosistemi con relativi animali. Per i bimbi è stato davvero divertente ed eccitante. La Torre di Montreal è la torre inclinata (45 gradi) più alta del mondo. Ci tengono parecchio ai record, quindi uno cerca di aggiustarli come più gli conviene. Abbiamo terminato la giornata ai giochi del Parco Jean Dropeau, che a parte il parcheggio costosissimo come del resto tutti gli altri visti a Montreal, è davvero bello e rilassante. Una breve visita alla struttura della Biosfera ed alla piscina, e poi cena.

Il terzo giorno mancava a questo punto Vieux Port e Vieux Montreal, più una visita al Museo della Scienza, che a parte il secondo salone del secondo piano, non ci ha entusiasmati. Certamente è comodo che esistano biglietti di ingresso famiglia nei musei, aiuta a risparmiare. Le vie a ciottoli del vecchio centro città ricordano un po’ i centri europei, anche se per adesso non siamo afflitti dal solito consumismo.

Nelle strade a più corsie, ti sorpassano da tutte le parti. I semafori sono dopo gli incroci e, a parte qui a Montreal, si può voltare a destra anche se è rosso. Le auto sono mangiate dalla ruggine per via del sale che spargono sulle strade ghiacciate d’inverno. Qui siamo in Quebec e parlano francese, ma quasi tutti anche l’inglese.

Il grande vuole tornare ai Bagni Fiume.

Il quarto giorno siamo partiti da Montreal verso Ottawa, un viaggio di circa 200 Km.

lunedì 11 luglio 2011

Viaggio in Canada (1) – Preparazione del viaggio



Il senso del viaggio: perdere le proprie abitudini per un momento, le buone e le cattive, perdere i propri percorsi, perdere la strada e poi ritrovarsi, vivere giorno per giorno, trovare percorsi nuovi, luoghi nuovi, cibi nuovi, “even if they are not so good”.



Per trovare i voli più economici abbiamo usato il sito di ricerca Amadeus

Abbiamo rinnovato i passaporti e richiesto la patente di guida internazionale in quanto ci era richiesta dalle compagnie di noleggio auto. Abbiamo stipulato un’assicurazione sulla salute in quanto in Canada la struttura sanitaria è molto efficiente, ma se non si dispone di una assicurazione anche una piccola visita al Pronto Soccorso può diventare molto costosa. Avendo bambini, abbiamo stipulato una assicurazione contro imprevisti ed impedimenti alla partenza. Ci si può rivolgere ad Europe Assistance o Mondial Assistance.

Per le previsioni del tempo a Montreal: http://www.theweathernetwork.com/weather/caqc0363?ref=homecity

Per le previsioni del tempo a Ottawa:
http://www.theweathernetwork.com/fourteenday/caon0512/graph?ref=tabs_14day_graph

Itinerario di massima: arrivo a Montreal, dove restiamo 4 giorni. Quindi Ottawa, 5 giorni, cascate del Niagara 2 giorni. Spezziamo il viaggio di ritorno verso Montreal con una sosta a Kingston di un giorno, e di nuovo Montreal prima di ripartire per l’Italia.

Per fissare gli alberghi ci sono varie possibilità, come booking.com ed expedia. Per l’auto, Alamo, Dollar, National, Enterprise, Hertz. Sul sito dell’aeroporto di arrivo abbiamo controllato gli uffici di noleggio presenti e l’orario di apertura. Abbiamo scelto Alamo per via dell’assicurazione “all inclusive” in caso di danno o furto auto, e per il minor costo dei seggiolini per i bimbi.

Il viaggio non richiede vaccini particolari, ed abbiamo portato alcuni medicinali classici come antifebbrili (paracetamolo), antinfiammatori, cerotti, fermenti lattici, un antibiotico di emergenza per i bimbi, un repellente per zanzare.

In valigia, abbigliamento estivo più qualcosa di più pesante come una tuta, una felpa e un giacchetto primaverile, non si sa mai. Scarpe comode, il costume da bagno che va portato sempre, tanto occupa poco spazio.

OK ci siamo.