lunedì 17 dicembre 2007

Folletto di Natale

All’Ikea ho comprato delle decorazioni natalizie infrangibili. Trattasi di pacchettini dorati da appendere all’albero, che contengono all’interno un cubetto di polistirolo. “Perfetto!”, ho pensato io. Visto che il mio è un albero di Natale dinamico, in cui palline e nastri vengono continuamente tolti e rimessi dai miei bimbi, a volte portati anche all’asilo o in automobile, con queste potranno giocare tranquillamente senza il rischio di farsi male. Il piccolo ha aperto uno dei pacchetti. Poco male, è rimasto il cubetto di polistirolo da buttare. Che buttare! Ha pensato il piu' grande. Ha preso il cubetto e lo ha disintegrato.
Cioè dire disintegrato è poco natalizio.
Riproviamo: ha preso il cubetto e lo ha ridotto in tatti minuscoli pezzettini creando per casa un magico effetto neve polare.

Caro Babbo Natale, per favore regalami il Folletto Vorework, ne avrei urgente bisogno.

lunedì 10 dicembre 2007

Disabitato


I mariti non si dovrebbero mai ammalare. Gli uomini in genere hanno una soglia del dolore bassissima, già sul 36 e 9 cominciano a romperti i coglioni su quanto stanno male, e sul fatto che tu non sei mai stata male come loro. Che due parti naturali senza nessuna droga antidolorifica neanche l’epidurale contino qualcosina?
Poi inizia la faccenda istogramma. Quest’ultima consiste nel monitoraggio costante del proprio stato febbrile e nel riportare il dato, prelevato ogni mezz’ora, su apposito istogramma appeso in cucina. Ovviamente per effettuare proiezioni sull’andamento futuribile della temperatura. Secondariamente c’è l’approccio al multi-maglione, che consiste nell’indossare due maglioni per contrastare i temibili brividi di freddo e i dolori ossei. Infine si passa all’attacco frontale della spremuta ripetuta, ovvero”ho la febbre la combatto e con la spremuta d’arancia la stronco”. Il tutto accompagnato da un continuo mormorio tipo vagito, tanto per ricordare alla compagna che lui sta davvero male. E tu speri che guarisca presto prestissimo! Attorno ai 38 almeno l’uomo, spaventato, si zittisce. Continuando comunque a guardarti con quella faccia da torturato con occhioni dolci.
Ma è a letto alla sera che capisci che ha toccato il fondo quando esclama: “Amore, mi fai le coccole, mi sento tutto disabitato!”.

venerdì 30 novembre 2007

Autobus




Mi piace prendere l’autobus al mattino presto. Senza l’affollamento ascellare delle ore di punta, si può salire ed osservare. Osservare le persone che non si conoscono e che probabilmente non conosceremo mai, quei passanti che per strada ci scorrono davanti come una pellicola pubblicitaria cui prestiamo poca attenzione. Invece sull’autobus quei passanti sono persone. Signore ben vestite in tacchi e minigonne che si siedono, accendono il cellulare con sullo sfondo un macho muscoloso (sarà il fidanzato o un modello pescato su internet?), ragazzine con le cuffie la musica a palla e un cappello colorato sulla testa, giovani coi pantaloni a vita bassa e le spille a stringere i jeans ad altezza caviglia qualche brufolo e qualche amico con cui scambiare brevi commenti complici, operai di cantiere in tuta col casco anti - infortunio agganciato alla cintura, signore anziane con le calze anatomiche color carne e gli occhiali con la montatura di tartaruga, una ragazza che riesce addirittura a truccarsi mentre il bus ballonzola allegramente per le strade cittadine ancora buie.
A proposito, oggi è sciopero.

venerdì 23 novembre 2007

Tom Berenger e lo Shenker

Comunque Davide assomiglia parecchio a Tom Berenger.
By the way, ho passato il Level 100 dello Shenker aggiudicandomi un buonissimo 86%. Sono molto contenta.
Buon fine settimana a tutti.

Mio marito invece....

http://www.myheritage.com/collage

Divertente

Sul Blog di Davide Barzi ho trovato un link divertente per scoprire i personaggi famosi a cui somigliamo. Ho scoperto di sembrare un po' Meryl Streep, e un po' Carl Lewis. Guardate in fondo al blog.
Adesso provo a fare una coorsaaaa.......

martedì 20 novembre 2007

Wertmuller


Ieri il Tirreno di Livorno ha pubblicato un articoletto su di me in relazione all"anniversario del mitico Vernacoliere. Non l'ho ancora letto, ma ho gia' ricevuto parecchi commenti da amici e parenti.
La mi' sorella, quando ha saputo che ero sul giornale, ha esclamato "Vai, e ora cosa ha combinato", indice della sua fiducia nella mia capacita' di combinare qualche casino. Poi leggendo l'articolo si e' rasserenata "Come te cia' forse le labbra" hanno commentato i suoi colleghi. Si perche' siamo parecchio simili, un po' come il giorno e la notte.
La mi' mamma e' proprio una mamma "Bella la mi' bimba, come sei bella!" ed e' svenuta per l'emozione.
Il mi' babbo non si smentisce mai "Secondo me e' un articolo un po' volgare" riferendosi alla biografia scritta da me medesima che decantava le mie puppe grosse (falso), la mia elevata statura (falso), le scurregge der mi' marito a letto (vero).
E per finire ieri sera un sms di Renzino "Stai bene nella foto sul giornale, sembri piu' giovane. Un po' Lina Wertmuller".
Renzo, non ho capito, sembro piu' giovane della Wertmuller?

venerdì 16 novembre 2007

The Shenker Method



Stamattina ho affrontato il test FEX (Final Examination) della lezione 100 del metodo Shenker per imparare l'inglese. Ci ho messo due ore, tra varie problematiche logistiche piu' svolgimento del test. Difficile. Ho scoperto che la parola "Drills" vuol dire "Tools", strumenti. L'ho scoperto troppo tardi, per cui ho messo che il dentista non usa tools, errore. E' l'attore che non usa tools. L'arte dello scazzo talvolta non funziona. Penso di aver fatto parecchi altri errori. Sarei comunque contenta di aggiudicarmi un 87%, come per il LEX 100 del mese scorso. Dopodiche' potro' tranquillamente dedicarmi al SEX con mio marito, di ritorno da Tallin, dove si era recato per una trasferta di lavoro. Uno GNOCCA TOUR, mi hanno spesso malignamente suggerito i miei colleghi. Incurante, ho continuato a studiare il mio inglese, pensando a George Shenker, ai drills, all'headache ed alle slipless night because of my children.

Best regards,

Veronica

venerdì 9 novembre 2007

Lucca Comics and Games


Oltre alla fiera è il contesto ad essere accattivante. È come il movimento di tante formichine colorate e affaccendate a sporgersi sopra banconi altrettanto colorati, uscire ed entrare da padiglioni affollati e trovare fuori altrettanto variegato affollamento. Vivacizzato dai cosplay di tutte le generazioni, dai personaggi di Guerre Stellari a quelli dell’ultimo gioco dell’ultima playstation che io, sia chiaro, non comprerò MAI ai mie due figli parecchio piccini né tantomeno a quello grande (ir mi’ marito, ovvero l’uomo sandwich schiacciato dai due figli). E qui entra in gioco il mio io_tutrice di Candy Candy_acida, tanto per tornare al contesto fumetti vecchi e nuovi.
Il Vernacoliere ha uno stand bellissimo che dà proprio l’idea di stand famiglia. Non solo Daniele, ma anche la Tittera poveraccia nel backstage ad aspettare che lui finisse di schizzare (permettetemi) culi e tette di Luana. E secondo me c’era anche qualche altra fidanzata paziente, santa subito. Nel flusso delle formichine per le strade del centro storico lucchese mi colpisce la mostra a Palazzo Ducale e gli affreschi del Palazzo Ducale, in un passaggio diretto dal vecchio al nuovo modo di disegnare scene reali ed inventate. Poi noto, piccolo e quasi disabitato, lo stand con Manara. Io ho un debole per Manara, non ci posso fare niente. Penso che Manara in realtà sia una donna, altrimenti non disegnerebbe ciò che ha disegnato finora, a partire da Il Gioco. Eppure noto un nuovo volume di Manara su Valentino Rossi, che assolutamente non apro onde evitare una travolgente immagine del motociclista in camicia e senza mutande su una bicicletta.
E poi tutti i gadgets, alcuni piccoli piccoli, altri grandi appesi al soffitto, giornalini, giochi (i Gormiti! Adoro i gormiti!) fumetti per bambini, quaderni.

Ignorante. Sono molto ignorante nel settore. Eppure affascinante.

Saverio ha rotto i coglioni tutto il tempo.

venerdì 26 ottobre 2007

La Cala del Leone


È una delle poche spiagge della costa livornese, sebbene di sassolini e non di vera sabbia. Il resto è tutta scogliera. Ed è una bella fortuna; si evita di sentirsi appiccicati dopo il bagno e di portarsi tutta quella fastidiosa rena (ovvero sabbia in livornese) fino a casa. È divertentissimo andare alla Cala quando il mare è arrabbiato e farsi rotolare dalle onde. Attenzione però al masso sommerso nel mezzo del golfo, che con le mareggiate viene pericolosamente nascosto dai flutti, ma che sta lì a sorprendere i distratti. È parecchio duro.
Quasi tutti i livornesi da giovani hanno cenato qui in spiaggia attorno al fuoco, con tanto di chitarra e sacco a pelo per la notte, almeno una volta.
La discesa non è delle più agili, sebbene facilitata da alcuni rudimentali scalini costruiti con assi di legno inchiodate sul suolo. Più che altro è la salita che, dopo una giornata di mare, ti dà davvero il colpo finale.
La bellissima spiaggia è sovrastata dal castello del Barone Sidney Sonnino, noto storico e statista, che trasformò una vecchia torre di guardia costiera nella sua residenza preferita. Quest’estate ho anche scoperto, leggendo un pannello turistico all’inizio del sentiero, che il Barone si è fatto seppellire in una delle grotte sottostanti il castello che si affacciano sul mare. Subito mi sono immaginata bimbetta, con maschera e cannello, in una delle mie tante escursioni nei dintorni della spiaggia, entrare in una grotta e, già timorosa della poca luce e del rumore del mare in uno spazio ristretto, scoprire uno strano loculo con una lapide dedicata al Barone. Fortuna che non è mai successo!
Quest’estate ho avuto la fortuna di tornare in questo luogo tanto amato, e ne è testimonianza la foto di questo post, riportata con tanto di data.

martedì 23 ottobre 2007

The Justice League


Andate sul blog di Grillo e date un'occhiata al nuovo disegno di legge sull'editoria, che prevede di chiudere le porte ai blog.
Se ne sono accorti. Che esiste un mondo ancora senza catene, la rete. Con le porte tutte aperte.
Bastardi, vogliono chiuderle.
A tutti i blogger del mono, e non solo, INCAZZATEVI!!!
Io mi preoccupero' di chiamare al piu' presto a soccorrerci la Justice League .

mercoledì 17 ottobre 2007

Mondo di

Leggo casualmente sul Financial Time on line, FT.com (http://www.ft.com/cms/s/0/f5a61bfa-66e0-11dc-a218-0000779fd2ac.html) il seguente estratto:

“Ms Russo (chief executive of Alcatel-Lucent) is under pressure from Alcatel-Lucent’s French-based directors over the management of the struggling group. She admitted in an interview with Le Figaro, the French newspaper, that the company could cut more of its 79,000 workforce than the 12,500 planned under its merger cost-savings programmed.
The news of a more aggressive approach was welcomed by the market, which pushed Alcatel-Lucent shares up slightly. However, it could equally make the challenge of integrating the Alcatel and Lucent businesses even more difficult.”

Non sono assolutamente brava in Economia Aziendale, ma credo di capire che il fatto che Alcatel-Lucent stia per tagliare un numero più elevato dei previsti 12,500 posti di lavoro sia stato visto positivamente dal mercato ed abbia fatto leggermente alzare le azioni della compagnia.
Non sono assolutamente brava in economia, avrei scommesso che il fatto di mandare a casa (LICENZIARE) delle persone fosse un brutto segno, scarsa solidità finanziaria, malcontento, persone senza fonte di mantenimento, azienda in passivo. Non ho capito niente. Questo approccio “more aggressive”, più aggressivo, è stato ben visto dal mercato.

Mondo di merda.

lunedì 15 ottobre 2007

Ponce



Su Qui Touring club, nello speciale di Settembre-Ottobre dedicato alla Toscana, c’è una piccola intervista fatta a me medesima su Livorno. Che onore! Il simpatico giornalista Paolo Madeddu mi ha scelta come rappresentante delle città labronica, di cui ho cercato di riassumere i tratti principali. A partire dal ponce. Non me ne vogliano i puristi del ponce alla livornese, la ricetta riportata sulla rivista è stata probabilmente adattata dal giornalista impiegando liquori più noti del Ponce del Vittori, che secondo la tradizione va aggiunto a caffè caldo, zucchero, scorza di limone, ed eventualmente un po’ di Sassolino.
E come ogni mese esce sul Vernacoliere la mia rubrica “Verosimile”, che per ottobre tratta il tema della depilazione ed esprime un doveroso tributo a Luana, la baby sitter più amata d’Italia del disegnatore Daniele Caluri.

Sigla.

venerdì 12 ottobre 2007

Musica

Quando dormo poco vivo la giornata come in una bolla. Stanotte ho dormito poco. Oggi sono in questa fantastica bolla di cristallo, isolata dal resto del mondo. Un luogo perfetto per ascoltare musica. Tra tutto ciò che ho ascoltato finora, mi rimangono particolarmente nel cuore (e nel blog) “Un anno d’amore”, canzone struggente cantata dalla fantastica voce di Mina, e “Toxicity” dei System of a Down, che mi costringe a saltare nella mia bolla di cui sopra. Raffrontando le due concludo che forse ho una doppia personalità. Poco importa finché entrambe rimangono confinate in questa fantastica sfera di vetro.

System Of A Down - Toxicity

MINA

mercoledì 10 ottobre 2007

Gatti




Al mattino quando entro in ufficio, presso una multinazionale leader nel settore, passo il badge ai tornelli. Quando esco ripasso il badge ai tornelli. Anche in pausa pranzo segnalo la mia uscita ed entrata passando il badge ai tornelli. Viene così registrata l’ora di arrivo al lavoro, quando me ne vado, l’intervallo di durata della mia pausa pranzo. Eppure settimanalmente, in una sorta di autocertificazione del proprio tempo di lavoro, registro le ore passate in ufficio e marco eventuali permessi mediante un apposito programma. Chiamiamolo programma Topo. Il mio capo approva le ore inserite su Topo verso l’ufficio del personale. Esiste poi un altro programma, chiamiamolo Gatto, dove di nuovo inserisco le ore ordinarie passate in ufficio, le eventuali ore di straordinario, i permessi, ecc… Il mio capo controlla e approva su Gatto i dati da me forniti circa l’orario di lavoro. Questa entità, Tornello, Gatto e Topo si rincorrono e non si beccano mai. Seppure strettamente collegate, per non dire uguali, ognuna di esse segue la propria strada ha una propria dignità rompe indipendentemente i coglioni al povero impiegato.
Ho un’idea fantastica: affiancare ai sistemi di cui sopra altri due, Metagatto e Metatopo. In Metagatto inserisco le ore che impiego per riempire i dati del sistema Gatto, analogamente in Metatopo. Evviva!

SOB





La fantastica vignetta in alto proviene dal sito di Dilbert, tra i miei link

venerdì 5 ottobre 2007

Baby Boom

Penserino del venerdì: ho perso la capacità di non fare niente.
Provo ad immaginarmi sdraiata su un prato a pensare al nulla, ed al tutto. “Guardo l’erba da sdraiato, ora sono microscopico..” Bobo Rondelli

Foto scattata verso il rifugio Benevolo in Valle d'Aosta, Luglio 2007

martedì 2 ottobre 2007

La Security

Centinaia di tool, software, processi, corsi; questo caratterizza ogni multinazionale leader nel settore. Soprattutto tool sulla sicurezza; la security. Specialmente la sicurezza nei confronti della Mata Hari di turno intenzionata a carpire i segreti aziendali e spifferarli alla concorrenza. C’è pieno di Mata Hari in giro. Se arriva un signore zoppo e ti chiede di aprirgli la porta dell’ufficio, non fidarti! È sicuramente un truffatore travestito da impiegato che cerca di impietosirti per entrare indisturbato nei piani strategici della tua ditta; usa il suo bastone per punirlo!
Ecco perché l’azienda ci impone corsi e programmi sulla sicurezza: Security Sara per imparare a riconoscere le numerose spie che si aggirano per i corridoi, Elèna (pronunciato come Montesano ne “I grandi magazzini”) per il criptaggio delle e-mail, Enabling Valentina per annientare in un colpo solo i marrani che sbirciano il tuo PC durante una sessione di lavoro presso le lounge aeroportuali o nelle hall degli alberghi.

Ecco, in nome della parità dei sessi, voglio un tool maschio coi controcazzi che sappia difendersi da solo contro le malvagità professionali, che vada oltre le misere pancette manageriali e che ammicchi con ironia sicuro dei propri attributi e della propria efficacia.

Ecco, ve lo presento, Security Rocco.
(immagine genialmente creata da un mio collega qualche tempo fa)

giovedì 27 settembre 2007

Metablog



Perchè creare un proprio Blog? Per se stessi innanzitutto, per esprimersi.
Per aprire una propria porta sul mondo, cioè internet. Evviva che internet esiste, è un bene che esista. Pensate se Grillo avesse dovuto inserire il suo Blog su un qualsiasi quotidiano o settimanale nazionale. Sarebbe stato censurato dopo una settimana. Invece su internet non ci sono frontiere né cancelli, solo porte aperte.
Ma io che non sono famosa né importante, perché un mio Blog? Per gli amici, anche, ma quelli posso chiamarli al telefono, incontrarli, usare l’e-mail. Secondo me un Blog serve per i possibili amici, qualcuno li chiamerebbe gli amici virtuali, ma si tratta ormai di una parola troppo inflazionata. I possibili amici sono coloro che navigando per caso sul tuo Blog, magari balzando da un link ad un altro, trovano con te qualche inspiegabile meravigliosa affinità. E leggono, magari commentano, magari criticano, o approvano, o riflettono, o sorridono. Magari sono amici di tuoi amici.
Magari un giorno li incontrerai, pur avendoli già un po’ conosciuti.

giovedì 20 settembre 2007

Ilva





Ieri mia nonna si è sentita male. È nata nel 1913 a Livorno, ed è stata chiamata Ilva forse a ricordare quello stabilimento siderurgico che ha creato prima tanti posti di lavoro e poi tanto veleno, rovinando un bellissimo tratto della costa toscana. Ilva ha vissuto le due guerre mondiali. Della prima ha un vago ricordo di code per avere un po’ di pane. Della seconda ricorda i bombardamenti sulla città, le corse verso i rifugi con in braccio un figlio (Alfredo) di pochi mesi, il cognato Alfredo catturato in una retata nazista e morto nel forno di un campo di concentramento, il marito portuale che preso dall’ira per questa perdita lancia una brandina addosso ad un nazista e viene mandata a lavorare al porto di Genova. Ricorda quando in una retata sempre i nazisti prendono anche suo marito ed il cugino e quando, dopo pochi giorni, il marito riesce a fuggire insieme al cugino ed a tornare a casa. E poi la vita da sfollati nelle campagne livornesi, ed il rientro in città con la fine della guerra: la casa distrutta, più niente degli averi di famiglia, il negozio di alimentari distrutto, più niente della passata attività.
Reset, ricominciamo da capo, dal niente, solo ricordi.
Adoro mia nonna quando parla di queste cose, e non si fermerebbe mai, a volte i ricordi si accavallano ai nomi ai luoghi ai tempi e scivolano veloci nelle parole. E certo sono passati sessant’anni.
Per lei la guerra non è mai finita. Nel 1989 perde il figlio Alfredo durante una nottata di lavoro al porto, investito da un “fork lift”, un muletto, chiamatelo come vi pare, sempre morte è. Quando questo accade è già vedova, ma la morte di un figlio, quella non si supera. Scampato ai bombardamenti, lo attende un destino amaro quanto quello dello zio nei campi di concentramento. Storie di gente comune costretta a vivere eventi troppo grandi. Ed a superarli.
Per me Ilva è mia nonna, e la amo.
Per l’Italia è la memoria, la storia, la coscienza. Il nostro paese dovrebbe mantenere questi nonni come monumenti parlanti del patrimonio nazionale e curarli come quadri d’autore.

Ieri sera ho chiamato mia nonna, che è a casa e sta bene. Non sono potuta andare a trovarla perchè vivo a Genova per lavoro, come mio nonno quando ci fu mandato per forza. Corsi e ricorsi storici.

“Come stai?” le ho chiesto. “Bene. Ho bussato alla porta lassù, ma nessuno m’ha voluta e allora sono tornata indietro”.



L'immagine ritrae Livorno dopo i bombardamenti anglo-americani, risale al 1946-1947, gentilmente estratta dal sito http://www.prato.linux.it/~lmasetti/antiwarsongs/canzone.php?lang=it&id=749