lunedì 30 novembre 2009

Perle di saggezza per tutti gli usi


Perle di saggezza per tutti gli usi
“Bisogna dare all’età ciò che l’età richiede” mormora nonna Maria, di anni 95, china sotto un cespuglio in cerca di lumache dopo la pioggia.
“A tutto c’è rimedio fuori che alla secca”, mi suggerisce nonna Ilva (96) se mi vede preoccupata per qualcosa. E quando poi la mattina racconto un sogno incalza “Sogni e scurregge stanno sotto le lenzuola”. Se poi mi lamento per una situazione lavorativa continuamente a rischio, mio babbo mi ricorda che “se le anguille, che non hanno né braccia né gambe, campano, ci riuscirai anche te”. Azzannando un manager, penso tra me e me.
Se sono affannata dagli impegni quotidiani mia mamma mi suggerisce di “stendere i problemi in orizzontale ed affrontarli uno per volta, invece di impilarli facendo un alto muro”. E quando i miei figli litigano per capire chi dei due abbia raccolto nel parco il legnetto più lungo, io gli rammento di guardare ognuno il suo, perché “ci sarà sempre qualcuno che ce l’ha più lungo di te”.

Insomma farsi i cazzi propri mai, eh?

lunedì 23 novembre 2009

Tutta colpa di Babbo Natale


Nella nostra famiglia c’è sempre stato Babbo Natale a portare i regali il 25 dicembre. Adesso i miei figli hanno sentito, penso alla scuola materna, che è in realtà Gesù Bambino a portare i doni natalizi. L’assunzione ha creato un notevole contraddittorio, che il mio bambino più grande ha risolto in modo geniale: Gesù Bambino prepara i regali, Babbo Natale li distribuisce. Un DHL con slitta e renne volanti. E gli elfi? Tutti in cassa integrazione.
La confusione è notevolmente aumentata dal proliferare dei Babbo Natale con l’avvicinarsi delle festività. Lasciamo perdere i Geco - Santa Claus appesi ai muri esterni dei nostri appartamenti. Parlo di quelli di barba e ciccia ad ogni angolo di negozio. La cosa può essere anche carina, se portata avanti con un po’ di buon senso. Se le modelle devono rispettare certe misure, ovvero alte almeno uno settantacinque e secche come chiodi, pretendo che anche Babbo Natale rispetti dei canoni, cioè non deve essere piccolo di statura, almeno uno e ottanta, deve avere una bella pancia rotonda, e soprattutto la voce, che sia calda e forte, possibilmente con accento nordico.
Suvvia, un po’ di serietà!

giovedì 19 novembre 2009

Il Mangiasiti

C’era una volta un signore panciuto.


Visto così potrebbe sembrare Babbo Natale addormentato a pancia su. In realtà stiamo parlando di un personaggio molto più temibile e meschino; il mangiatore di siti aziendali, o Mangiasiti. La sua voracità era tristemente nota tra gli impiegati delle multinazionali leader nel settore. Egli si aggirava silenzioso nonostante la mole, azzannando ora in quella nazione ora nell’altra, imparziale come la morte. In un sol boccone riusciva a fare fuori anche uno o due siti, per poi tornare silenzioso al suo riposo assassino, progettando nuovi inesorabili attacchi.



La sua pancia cresceva di anno in anno. Un giorno qualcuno notò una crepa su quella rotondità estrema e penso (sperò) che stesse per esplodere. Qualcun altro ipotizzò una metamorfosi, da semplice Mangiasiti a Flash Mangiasiti. Quella, disse qualcuno, è una saetta che renderà questo ingordo ancora più veloce e vorace nelle sue terribili scorribande.



In mancanza di valide e logiche difese contro questo mostro dei lavoratori, questi decisero da quel momento di attaccarsi all’ultima possibile voce veritiera circa il loro futuro: l’oroscopo di Paolo Fox.

Che Dio ce la mandi buona (e senza mutande).

martedì 17 novembre 2009

Pulcini


Domenica dai miei suoceri abbiamo potato un albero di eucalipto, o meglio tagliato un grosso ramo che rischiava di distruggere un palo della luce. Il ramo, o rappo come dice mio marito, è caduto ostruendo la strada ed emanando un piacevole odore balsamico. Abbiamo passato il pomeriggio a ripulire la strada dai tronchi, da utilizzare per il caminetto della nonna, dalle fronde, da depositare nei campi come concime, e dagli altri rametti sparsi. Ho anche raccolto delle foglie per i fumenti, visto che questa sinusite e questa sensazione di oppressione alla fronte non mi abbandonano. I maschi di casa, figli, nipote, marito e suocero, si sono cimentati con impegno in questa attività da boscaioli. Mio figlio più grande ha passato ore a togliere la corteccia da un pezzo di tronco ancora verde, regalandoci un pomeriggio piuttosto tranquillo.
Le cose non stanno andando benissimo ultimamente. È un bambino molto riservato, e sembra patire adesso i postumi del nostro trasloco dalla Liguria alla Toscana. E pensare che abbiamo colto una possibilità soprattutto pensando ai nostri bambini, ed al fatto che la Toscana offre una migliore qualità della vita. Per noi è una freccia avvelenata: “Voglio tornare a Genova, voglio tornare nel mio vecchio asilo, nella mia vecchia casa, avevo più amici lì”. A seguire esplosioni di rabbia, il rifiuto di entrare in classe al mattino, pianti disperati.
Fa bene sfogarsi e tirare fuori quello che si ha dentro. Probabilmente si è scoperchiata una pentola e possiamo sbirciare all’interno. I desideri ed i ricordi possono a volte confondersi in un pericoloso minestrone. Eppure adesso sembra tutto molto difficile, dalla scelta dei vestiti al mattino alla scelta delle cose da mangiare a cena e a pranzo.
Non posso credere che sia solamente colpa di quella recita natalizia, che in effetti sembra essere stata l’evento scatenante. Capisco come sia difficile per un bambino riservato salire su un palco con una maschera, e dire qualcosa a voce alta sotto gli occhi di tutti. Eppure trovo sia giusto appoggiare le scelte del corpo insegnante.
L’unica cosa che pensiamo di fare adesso è parlare molto, ed infondere fiducia. Speriamo di farcela. A volte siamo tutti come piccoli pulcini impauriti.

lunedì 9 novembre 2009

Invenzioni strepitose

Il salvascella, simpatico e sottile, simile al salvaslip, si applica nella zona ascellare delle tue magliette grazie ad uno strato leggermente adesivo e ti permette di usarle più giorni senza dover ricorrere alla lavatrice, ma semplicemente sostituendo il salvascella con un semplice strap. Disponibile anche al profumo di menta, lavanda e vaniglia. Se usato al contrario, può fungere da ceretta depilatoria.

Undo: figlio del più famoso Undo di Microsoft Office, ti permette di annullare la tua ultima azione. Hai pestato una merda? Con l’Undo puoi uscirne pulito e profumato. Hai tamponato l’auto di fronte? Tranquillo, l’Undo eviterà ulteriori ammaccature alla tua. Ti si è rotto il preservativo? Con l’Undo niente più gravidanze indesiderate!

Ferro da stiro per aerosol: mentre stiri, usi il vapore per efficaci fumenti al mentolo. Indispensabile in questa vita frenetica. Da usare solo su ricetta del tuo medico personale.

mercoledì 4 novembre 2009

Scoperte




Stamattina ho scoperto che il tipo in Mercedes con cui ho litigato ieri è il proprietario dell’albergo in cui ho dormito. La nostra conversazione stamattina è stata molto patinata. Mi ha detto che sono una persona estroversa (sarà per come sono uscita ieri dall’auto?) ed intelligente. Mi ha consigliato di sposarmi con un uomo che mi faccia ridere. Già fatto.
Buongiorno, Buonasera, Grazie, Arrivederci. Come si cambia fuori dall’abitacolo di lamiera.

martedì 3 novembre 2009

Hotel



È tutto così patinato. La moquette sul pavimento e lungo le scale, i passi attutiti, la cordialità “Buongiorno”, “La sua carta di identità?”, “Grazie”, “Prego”, “Buonasera”.
C’è un certo tepore ed un profumo di Arbre Magique gradevole, la luce è soffusa, ma non troppo, così da permettere ai clienti sprofondati nelle poltrone in pelle di leggere il giornale.
Per tre giorni ho portato tre magliette ed un paio di pantaloni di ricambio, mutande, le scarpette da ginnastica ed il costume (non si sa mai), un libro da leggere, crema, dentifricio e spazzolino, calzini. Cazzo il deodorante! La prossima volta lo incollo alla valigia, possibile che mi dimentichi continuamente il deodorante, eppure puzzo!
La mattina a colazione è di nuovo tutto patinato, succo d’arancia cappuccino fette biscottate con mini-marmellata cereali e yogurt. A parte che molti ti guardano chiedendosi “Che cosa ci fa una donna sola in un albergo?”. La stessa cosa che ci fa un uomo solo.
Esco lungo un vialetto segnalato da piccole luci blu, e recupero l’auto nel parcheggio dell’albergo. Mi immetto in una tipica strada genovese; in una qualsiasi altra città sarebbe una strada a senso unico con divieto di parcheggio, qui è a doppio senso con alcune auto parcheggiate da un lato. Sono quasi arrivata alla fine della stretta strada, quando mi trovo di fronte un Mercedes blu ammaccato intenzionato a percorrerla in senso inverso al mio. Mi aspetto che faccia retromarcia e mi faccia passare, basterebbero pochi metri visto che sono quasi sul viale principale. Ma il tipo è piantato di fronte a me ed avanza lentamente. Provo a fare retromarcia, ma mi guardo indietro: avrei tutto il viale stretto da fare a retromarcia. Abbasso il finestrino e gli chiedo gentilmente e patinatamente se può retrocedere lui. Grida qualcosa da dentro l’abitacolo che mi sembra molto poco educato. Esco dall’auto come una furia e lo approccio al suo finestrino; le mani sul volante, i gomiti sulla pancia, mi guarda attonito. Gli do del lei per prendere le distanze “Scusi, visto che basterebbero pochi metri, può fare marcia indietro?”. Risposta “Hai paura di grattare le gomme? Ma vai a imparare!”. Sono davvero al limite “Vada lei ad imparare, prima di tutto, visto che io non l’ho offeso”. Risalgo in macchina e mi marmizzo al volante. Il tipo si arrende, in un attimo riesco a passare, e mentre lo affianco lo saluto dal mio finestrino abbassato con un gelido “Grazie”. “Prego” risponde lui.
Mi sono comprata il deodorante, ne avevo bisogno.
Fine del patinato.