martedì 3 novembre 2009

Hotel



È tutto così patinato. La moquette sul pavimento e lungo le scale, i passi attutiti, la cordialità “Buongiorno”, “La sua carta di identità?”, “Grazie”, “Prego”, “Buonasera”.
C’è un certo tepore ed un profumo di Arbre Magique gradevole, la luce è soffusa, ma non troppo, così da permettere ai clienti sprofondati nelle poltrone in pelle di leggere il giornale.
Per tre giorni ho portato tre magliette ed un paio di pantaloni di ricambio, mutande, le scarpette da ginnastica ed il costume (non si sa mai), un libro da leggere, crema, dentifricio e spazzolino, calzini. Cazzo il deodorante! La prossima volta lo incollo alla valigia, possibile che mi dimentichi continuamente il deodorante, eppure puzzo!
La mattina a colazione è di nuovo tutto patinato, succo d’arancia cappuccino fette biscottate con mini-marmellata cereali e yogurt. A parte che molti ti guardano chiedendosi “Che cosa ci fa una donna sola in un albergo?”. La stessa cosa che ci fa un uomo solo.
Esco lungo un vialetto segnalato da piccole luci blu, e recupero l’auto nel parcheggio dell’albergo. Mi immetto in una tipica strada genovese; in una qualsiasi altra città sarebbe una strada a senso unico con divieto di parcheggio, qui è a doppio senso con alcune auto parcheggiate da un lato. Sono quasi arrivata alla fine della stretta strada, quando mi trovo di fronte un Mercedes blu ammaccato intenzionato a percorrerla in senso inverso al mio. Mi aspetto che faccia retromarcia e mi faccia passare, basterebbero pochi metri visto che sono quasi sul viale principale. Ma il tipo è piantato di fronte a me ed avanza lentamente. Provo a fare retromarcia, ma mi guardo indietro: avrei tutto il viale stretto da fare a retromarcia. Abbasso il finestrino e gli chiedo gentilmente e patinatamente se può retrocedere lui. Grida qualcosa da dentro l’abitacolo che mi sembra molto poco educato. Esco dall’auto come una furia e lo approccio al suo finestrino; le mani sul volante, i gomiti sulla pancia, mi guarda attonito. Gli do del lei per prendere le distanze “Scusi, visto che basterebbero pochi metri, può fare marcia indietro?”. Risposta “Hai paura di grattare le gomme? Ma vai a imparare!”. Sono davvero al limite “Vada lei ad imparare, prima di tutto, visto che io non l’ho offeso”. Risalgo in macchina e mi marmizzo al volante. Il tipo si arrende, in un attimo riesco a passare, e mentre lo affianco lo saluto dal mio finestrino abbassato con un gelido “Grazie”. “Prego” risponde lui.
Mi sono comprata il deodorante, ne avevo bisogno.
Fine del patinato.

2 commenti:

spina ha detto...

Ma sei stata al mediterranee??? Io non lo trovo cosi' patinato. Se tiri una scoreggia in camera di sentono fino nella hall. Io di solito me lo dimentico in camera il deodorante, se chiedi alla reception possono sempre darti uno dei miei!

Verosimile ha detto...

Da Limoni mi hanno venduto il tuo deodorante usato a meta' prezzo.