giovedì 15 luglio 2010

Bianco e nero



Settimana all’insegna del passato. Sono partita da una capigliatura stile Caterina Caselli, passando da “Ma che freddo fa” di Nada perfettamente in linea con la stagione, per arrivare alle foto in bianco e nero delle gare remiere di Livorno. Dalla Scia fino al Palio Marinaro.
Trovo difficile gestire il passato. Meglio allora organizzare il presente o pensare al futuro. Sul futuro puoi immaginare tante belle cose, è ancora un libro bianco su cui disegnare a colori. Del passato, ho queste foto in bianco e nero, che vorrei parlassero, vorrei mi dicessero qualcosa sulle emozioni e sui sogni. Resto lì bloccata e cerco di raccogliere i pensieri degli anziani, o di chi c’era ed ha vissuto o conosciuto. Ne esce un minestrone che solitamente mi commuove, mi blocca sulle altre domande che vorrei fare o impressioni che vorrei comunicare. Allora lascio che siano gli occhi a parlare e che sia quel groppo alla gola ad esprimersi, lascio che un signore che ho appena conosciuto, ma che c’era e si ricorda, mi stringa la mano e mi dica “Terrò il tuo e-mail”, lascio che un altro sorrida perchè ha vissuto lì vicino a quel canale in bianco e nero, e che un altro che era, che è, amico di quelle persone si lasci trasportare da un aneddoto e me ne parli. Ne esco con un guazzabuglio di pensieri che non so neanche come buttare giù, per non essere patetica, per non essere inutile, per non essere disordinata. Certi ricordi sono difficili da tramandare quando li hai vissuti, figurati se non c’eri neanche. Trasmettere con le parole anni di vita sembra talvolta riduttivo. Non basterebbe neanche il Pensatoio di Albus Silente.

martedì 13 luglio 2010

Consigli provvidenziali



Oggi ho guardato 15 minuti di TV, che contenevano ben 4 spot pubblicitari. Uno era sul gel per capelli, ed aveva come protagonista un ragazzo. Gli altri tre vertevano sul mondo femminile: gli assorbenti che ti accompagnano 5 giorni al mese 24 ore al giorno, le strisce depilatorie a freddo per essere perfette anche in viaggio, e l’ultima su uno sfiammante vaginale. Praticamente c’è una in ufficio con la faccia contrita che confida alla collega di avere un bruciore tremendo proprio lì, la collega ha in borsa proprio quel prodotto spray sfiammante. Nell’immagine seguente si vede la figura stilizzata di una donna nuda con un bollino rosso pulsante sulla topa, che diventa rosa dopo una spruzzata da sotto a sopra. Le colleghe sono felici. Quindi nella borsetta dovremmo portare, oltre a cellulare portafoglio e chiavi, fazzoletti di carta, assorbenti, strisce depilatorie, spray vaginale, sapone secco, analgesico per il mal di testa. Una farmacia ambulante.
Comunque, per par condicio, voglio una pubblicità con due colleghi, uno si avvicina all’altro e gli confida neanche tanto sotto voce di avere un tremendo bruciore alle emorroidi. Allora lui tira fuori dalla tasca (si sa gli uomni hanno tutto in tasca) un tubetto spray di Anal Viamal. Primo, il collega col bruciore si sente sollevato perchè comprende che l’armatura che l’amico aveva davanti non era tutto pacco, ma per la maggior parte era tubetto Anal Viamal. Il suo amor proprio viene rinfrancato e non si sente sotto-dotato di fronte all’amico. Gli sembra anche di stare già meglio con le emorroidi. Secondo, in una successiva immagine si vede un uomo stilizzato con un tondo rosso pulsante proprio sul culo, ed al primo spruzzo da sotto a sopra tutto torna di nuovo rosa.
Terzo, i due diventano amici per la pelle.
Sigla.

giovedì 8 luglio 2010

Zanzare, rieccoci

Ieri ho aperto lo sportello dell’armadio di camera ed è uscita una zanzara. Giuro, si era nascosta lì, ed ha aspettato che qualcuno riaprisse lo sportello per volare via. È iniziata la caccia, ho cominciato a saltare sul letto battendo le mani per beccarla, a scrutare le pareti bianche ed a smuovere i vestiti all’attaccapanni per vedere se era nascosta lì. Non ci sono più le zanzare di una volta. Si sono evolute. Per fortuna che non ho le tigre a casa, pare che per il momento non arrivino ai piani alti, non hanno ancora imparato a premere il pulsante dell’ascensore. Ho quelle normali, marroncine, più stupidotte. Le tigre si appostano nel portone e ti seguono fino a casa, le ho viste percorrere a piedi le zanzariere alle finestre alla ricerca di un buco più largo. Le tigri non fanno ZZZZ, pungono anche di giorno con piccole ripetutissime punture (o pinzi) l’uno vicino all’altro. Ottimizzano gli spazi ed i tempi di percorrenza e si nascondono negli angoli. Portano avanti operazioni strategiche per convincere le zanzare normali ad emigrare, infatti dove ci sono le tigre non ci sono le zanzare normali. Forse le strangolano e danno in pasto i corpi agli uccellini. Hanno un unico momento di debolezza, ed è quando ti pungono. Sono lussuriose. In quel momento lì, perdono completamente contatto con la realtà e se le noti all’opera su una gamba puoi tranquillamente spiaccicarle lì. Ti lasciano una patacca nera e rossa, e un pinzo ormai avviato, ma almeno muoiono contente.