mercoledì 26 settembre 2012

Equilibrista, mangio molta frutta




In questi giorni mi sento un equilibrista. Un trapezista. Cerco di barcamenarmi, come al solito, tra casa e lavoro. Al tutto si è aggiunta questa storia della certificazione; c’è qualcuno che muove la corda su cui ballo, ma io non mollo. Ecco che mi concentro sulla mission e sulla vision. Restare in piedi, tornare a casa.
Faccio grandi cose. Si nel mio piccolo, nella mia vita quotidiana, faccio grandi cose. E sono consapevole che un panificio, pur restando a bocca aperta per il mio salto sulla fune, non avrebbe certo bisogno di me per la cottura del suo pane.
Mangio molta frutta, bevo molta acqua.
Il grande mi ha detto “Mamma, sei la mamma più bella del mondo”. Questo mi basta.

mercoledì 19 settembre 2012

Rivelazioni inaspettate


Un giorno litigai col Puro. Probabilmente ero più nervosa del solito, o probabilmente ero più io.
Mi raccontò di essere stato a visitare una fattoria vegana. A me sembrò l’ennesima cazzata, dopo i corsi di counseling ovviamente. Mi sembrano tutte mode piccolo borghersi, più forma che apparenza. Lui mi accusò di essere manichea, o bianco o nero, cosa che mi fece un po’ riflettere. L. mi consolò:
“Sono d’accordo con te. E poi essere manichei vuol dire essere un po’ giovani, non accettare le sfumature di grigio, i compromessi.”
Con questo alito di gioventù sono andata avanti fino a ieri all’ora di pranzo, quando L. stava per prendere pollo arrosto e patate e si è fermata “Ah già, sono vegetariana!”
“Sei vegetariana?”
“Si, poveri animali costretti in batterie a vivere come bestie ipernutriti per il macello. Comunque da quando siamo vegani mio marito non fa altro che scurreggiare fetido. Insomma un po’ di dignità, anche se siamo sposati da vent’anni!”.

Non ho ascoltato tutto, ho un turbinio nella mente. Non sono vegana non seguo i corsi di counseling sono anche manichea scurreggio di fronte a mio marito (ma senza fare rumore) e chissà se alito ancora gioventù.

giovedì 13 settembre 2012

Acqua




Quanta acqua abbiamo?
Intanto, cominciamo a vedere il nostro pianeta come un sistema chiuso, una grande astronave in cui tutto si rigenera e niente si crea dal nulla. Nessuno arriverà dal pianeta Astrusia a regalarci un po’ d’acqua fresca. Quindi quello che abbiamo è quello che gira e rigira da millenni. Probabilmente bevo l’acqua che ha pisciato Giulio Cesare prima di essere accoltellato, o che ha bagnato le caravelle di Colombo in viaggio verso l’America. Proprio un paio di mesi fa cercavo un libro sul ciclo dell’acqua per i bimbi. Ce ne sono a decine bellissimi e colorati, ma io volevo una cosa vera. Va bene, l’acqua evapora dai mari poi si condensa e piove in torrenti fiumi e laghi. Ma non è proprio così. “Mamma dove va l’acqua che uso per lavarmi?”. O peggio “Dove finisce la mia cacca quando tiro lo sciacquone?”. I bambini di oggi fanno domande del genere. Esiste una rete fognaria che provvede al filtraggio dell’acqua ed alla sua rimessa in circolo. Non è proprio come il viaggio della simpatica gocciolina dei libri per i piccoli. Se viene difficile spiegare dove sia finita la pipì di Giulio Cesare, almeno parliamo dell’acqua delle nostre case, delle nostre città, di come viene trattata e della fine che fa.

Sappiatelo, di tutta l’acqua che c’è in giro solo il 3% è acqua dolce, e di questa solo una minima percentuale è potabile. 

mercoledì 5 settembre 2012

Chi è che bussa alla mia porta



Tutto vero.


Un’assolata mattina d’agosto, suonano alla porta:
“Chi è?”
“Buongiorno, sono una volontaria di una associazione ONLUS, stiamo raccogliendo informazioni circa l’opinione della gente sulla situazione italiana e le manovre del governo attuale. Lei cosa ne pensa?”
“Scusi, di che associazione di volontari fa parte?”
“Siamo un gruppo di credenti che cerca di diffondere la fede”
Ma che c'entra?
“Ah, capisco. Comunque la ringrazio, ma io sono atea”
“Lo è diventata col tempo, ad esempio per via della situazione attuale del nostro stato?”
Ma che c'entra, penso io di nuovo?
“No, no. Lo ero anche prima, è una questione razionale”
“Le lascio qualcosa da leggere in cassetta”
“Ti ringrazio, ma non lo leggerei, davvero”
“Va bene, comunque sappi che Dio ha previsto la salvezza da tutto questo dolore e presto ci libererà dalle lacrime e dalla sofferenza”
Mi scappa un sorriso.
“Bene, speriamo, ciao buona giornata”
"Ciao, anche a te"
Era almeno una persona educata.


martedì 4 settembre 2012

Chi pesca annesca


Al grande piace la pesca. Canna da lancio, fissa o lenza nel rotolino detto alla francese. Col sughero o a fondo. Ma il problema cruciale rimane comunque l’esca. Ba’i di sego, coreani, o pastella di pane? Ecco se volessimo affrontare il tema dal punto di vista etico, sicuramente pastella di pane. Si prende il pane avanzato e lo si lavora con l’acqua, c’è chi aggiunge croste di formaggio oppure pasta d’acciughe, ma noi lo preferiamo liscio. Poi si fanno le palline per l’esca, ed una parte va in mare per brumeggio.
Per i coreani e i ba’i di sego la questione si fa più dolorosa, uccidere un essere vivente (il baco) per uccidere un altro essere vivente commestibile (il pesce); è davvero il caso? E poi, diciamoci la verità, i coreani mordono, vorrei anche vedere, ma i ba’i di sego fanno veramente schifo. Da piccina ci facevo le gare. Ne sceglievi uno, lo mettevi in corsia, e vinceva quello che arrivava primo tra gli altri. Per loro la vita è un continuo contorcersi, se li metti nel sacchetto e impugni la stoffa la senti calda, muoversi di continuo. Diventano mosche. Non so dopo quanto e non ho mai visto il fenomeno in diretta, ma lo dicono tutti, e davvero sembrano larve.

Ad ogni modo, chi pesca annesca. Non è che uno arriva si diverte a pescare, ma fa annescare baco o pane a qualcun altro. Troppo facile, troppo comodo. Che si sporchi lui le mani, di baco, di pastella al formaggio, di pesce da slamare.

Che poi se è piccolo si butta subito via e si controlla che sopravviva in mare, pronti nel caso a tuffarsi ed eseguire una perfetta rianimazione in acqua.