giovedì 29 marzo 2012

Aggiornamenti sul Pensierino 7

Un bel giorno si presentò in questo ufficio il Manutentore, per capire l’origine del puzzo di merda. Il Manutentore era convinto si trattasse di un topo morto.
Forse vivono molti topi in questo ufficio, e a qualcuno capiterà pure di morire alle 9.37, ma quello non era puzzo di cadavere, bensì di merda.
Il Manutentore era ostinato nei suoi propositi, e pur non trovando nessun topo morto, lasciò le esche per quelli vivi ed il puzzo di merda delle 9.37.
Arrivarono altri manutentori, più svegli e meno fissati coi topi. Ispezionarono l’edificio e scoprirono una stanzina dimenticata, l’ex sala caffè, dove c’era uno sfiatatoio della fogna con un tappo ormai caduto, e capirono che l’impianto di areazione partendo la mattina aspirava puzzo di merda dalla stanzina e lo divulgava in tutto l’ufficio. I manutentori tapparono di nuovo lo sfiatatoio, risolvendo così il problema del puzzo di merda.
Da questa esperienza ho capito che:
  • Non tutti i topi muoiono alle 9.37.
  • Il problema del puzzo di merda era un tappo e non un topo; da queste parole simili nasce la confusione del primo Manutentore.
  • Il nostro impianto di areazione preleva aria dalla ex stanzina del caffè spargendola per tutto il piano, e questo sembra normale a tutti, anche ai manutentori.

mercoledì 28 marzo 2012

Segnali

Bisognerebbe accogliere certi segnali, invece che rifiutarli.
Se marito è in trasferta, se il per via di uno sciopero la scuola dei bimbi viene aperta in ritardo e chiusa in anticipo, se trovi due lavori stradali in corso in un tragitto di 30 km, se hai un mal di testa porco, ma soprattutto se quando arrivi in ufficio vai in bagno a cacare e ti accorgi che la carta igienica è finita solo dopo che l'hai fatta e quindi devi recarti, col culo sudicio, l'andatura a pinguino e i pantaloni calati, nel cesso accanto per pulirti, ecco se tutto questo accade, dovresti capire che è il momento di prenderti mezza ferie ed andare a casa.

lunedì 26 marzo 2012

Un viaggio tremendo

Sembra correre verso le rotaie, poi si ferma a pelo sulla linea gialla, si volta, col suo volto paffuto e da bambino e gli occhioni scuri, ricomincia a camminare a grandi passi e cerca una faccia con cui scambiare due parole. Stavolta tocca a me:
“Va a Roma?”
“Si”
“Anche io, ma col regionale che costa meno. Va per lavoro?”
“Si”
“Allora ha furia. Ma è di Livorno?”
“Si”
“Allora conosce il mì babbo, il dottor Xxx famoso gastro enterologo. Lo conosce?”
“No mi dispiace non lo conosco”
“È vero che non si mettono i piedi sul seggiolino, ci fanno la multa?”
“Eh no, poi chi si siede si sporca”.
“Sono 17 euro. Io una volta l’ho messo il piede, il controllore mi ha dato cartellino giallo, cosa vuol dire?”
“Che sei stato avvert..”
“Ammonizione. Dopo c’è il rosso. Il mio amico GP li mette i piedi. Si buca. Mi porta le droghe. Cocaina, erba. È cattivo? Poi mi dice di non andare a scuola, all’università. Cattivo?”
“Non dare retta a GP, non prendere le droghe, a scuola si imparano tante cose. Magari lui non è cattivo, è un po’ birbante”. Mi manca il cane Nebbia e sono Heidi.
“Invece la polizia mi ha detto che a Genova non ci posso andare, cartellino rosso.”

Arriva il treno. Salgo, sorrido, mi siedo.

Al ritorno sono stanca, ho mal di testa. Il treno è pieno, davanti ho una signora che ha fatto la siusky in una boccetta di profumo, dopo mezz’ora sono nauseta. In piedi parecchi stranieri, forse maghrebini. Erano  a rinnovare il permesso di soggiorno. A Civitavecchia sale la polizia, con i manganelli. Fa scendere quelli senza il biglietto, in molti. Qualcuno viene stanato dai bagni. Dal binario dove sono stati raggruppati, i maghrebini cominciano scappare attraversondo le rotaie di corsa. Mentre il treno riparte, dal finestrino vedo uno di loro a terra, e più in là un poliziotto con la pistola in mano puntata verso il basso. Che brutta immagine. Mi volto e dico qualcosa al signore in sovrappeso seduto accanto a me. Mi risponde non ricordo che; ha un’alito che sa di fogna ed io davvero non so più da che parte stare.

Mi minimizzo sulla poltroncina e continuo a guardare fuori.

mercoledì 21 marzo 2012

Sorry

(Complimenti per il corretto uso del condizionale)

Lo so dovrei intervenire. Non so come. È più forte di me. Ci sono delle cose che davvero non riesco a trattenere. No no, non parlo di ruttare dopo pranzo o sbadigliare in pubblico. No.
Ci sono delle persone che per nessun motivo logico mi stanno sul cazzo. È solo per come si muovono, come parlano, come salutano, come si vestono, come ti guardano (odio le persone che ti guardano troppo senza dire niente, perchè in tutto quel tempo avranno pur pensato qualcosa di te e allora perchè non dirlo?), come instaurano relazioni con gli altri, come ti rispondono, come sorridono o come non sorridono.

Sorry, ma io non ti sopporto.

Cerco di essere gentile e di soffocare questa irrefrenabile ed ingiustificata antipatia, alla fine tu non mi hai fatto niente, davvero. Forse possiamo addirittura diventare amici. Allora ti chiedo qualcosa, così tanto per instaurare una conversazione. E tu mi dai quella risposta del cazzo. Ma come si fa?


Sorry, ma mi stai davvero sulle palle.

giovedì 15 marzo 2012

Pensierino 7

Chissà perché tutti giorni alle 9,37 in questo ufficio c'è puzzo di merda.

mercoledì 14 marzo 2012

Bisogni primari e sicurezza



Per caso sono imbattuta nella piramide di Maslow. Alla base ci sono “Salute, Riposo, Fame Sete”. Questi sono i nostri bisogni primari. Subito sopra abbiamo “Protezione, Certezza, Tranquillità”, che sono gli elementi che ci danno sicurezza. Siamo qui. Ondeggiamo in questa fascia, senza esserci ben posizionati. Io penso sia colpa del capitalismo, della logica del profitto. Se mi dicessero “Ti senti protetta dal tessuto sociale? Hai la certezza che mantenendo la tua professionalità conserverai il tuo posto di lavoro? Ti senti tranquilla per il tuo presente e la tua vecchiaia?”
No.
No.
No.
Quando sento Monti mi sembra di sentire i nostri manager aziendali, ma questo è sbagliato. L’Italia non è una azienda, è un paese, ed il governo dovrebbe prendersi cura del benessere dei suoi cittadini. Tutto i governi dovrebbe prendersi cura del benessere dei propri cittadini. Se i cittadini non pagano le tasse questo è un problema in quanto non si riesconoa garantire le infrastrutture e gli ammortizzatori. Se i cittadini rubano o compiono gesti violenti questo è un problema per la sicurezza degli altri cittadini. Se i cittadini preferiscono restare a lavorare nel loro paese, nella loro città, questo NON è un problema, ma una scelta, e NON dovete farcelo pesare come problema. E’ un problema per voi che vedete in questo atteggiamento un rischio ai profitti. Se in una famiglia la mamma lavora a Milano ed il padre a Roma voglio vedere dove e come crescono i figli..
Essere attaccatti al posto fisso NON è un problema, è una preferenza. Se io rubo lo stipendio è un problema. Quindi per favore evitate questi stupidi giochetti per farci sentire in colpa.
Io non mi sento in colpa, io non mi sento sicura. La mia piramide di Maslow mi ha ribassata al penultimo gradino, ma NON è colpa mia, che oltretutto ho anche lavorato e vissuto più di 10 anni fuori casa.
Ma adesso basta, veramente.

NON mi voglio più preoccupare.

mercoledì 7 marzo 2012

Immagini topiche


Ecco ormai è un’immagine topica. Titolo: “Borse in calo, MIB al -3%” . Immagine: uomo in camicia e cravatta con le mani tra i capelli, oppure la testa sulla scrivania, oppure le dita davanti alla bocca. Sullo sfondo altri uomini in atteggiamenti simili, le maniche della camicia tirate su fino al gomito manco avessero appena finito di spalare la terra. E te che pensi “No cazzo e ora?”. Non che tu ci capisca una sega, ma insomma come i cani addestrati sai che borse in calo=casini vari=ditte che licenziano per via dei margini mutui su sfiducia sui mercati.

Ecco intanto perchè in borsa lavorano solo uomini? Diffido un po’ degli ambienti mono-sex. Se poi sono esclusivamente maschili, me li immagino a fare la gara a chi piscia più lontano o a chi rutta per almeno 5 secondi in modo sonoro. Ma no, questi sono signori bene educati, e usano le SPRED per buttartelo in culo.

Comunque, per par condicio, voglio anche l’immagine topica positiva. Titolo “Borse in crescita, MIB al +3%”. Immagine: uomo (o donna) che spicca un salto verso l’alto, braccia al cielo, sorriso a 32 denti. Sullo sfondo altre persone in atteggiamenti simili, chi salta la staccionata come nella nota pubblicità dell’olio, chi si dà un bacio, chi grida di gioia. E te che pensi, come un cane addestrato a cui danno il biscotto quando ubbidisce, “Bene, è la volta bona che mi danno il posto fisso”.

(Auguri Nonna! 99)

venerdì 2 marzo 2012

Liberi di scegliere (fino alla fine)


Rimasi sorpresa, qualche mese fa, alla notizia del suicidio di Lucio Magri. Posso sforzarmi di capire il momento di disperazione che spinge a cercare la morte, ma non sapevo esistessero in Svizzera delle organizzazioni che formalizzassero una decisione simile, presa quindi con lucidità, oltre il dolore o la depressione di un periodo difficile. Eppure, parlando, scoprii che esistono persone a cui in effetti piacerebbe decidere anche quel momento, dove, quando e come morire, evitando di attaccarsi istintivamente a qualsiasi spiraglio di vita, evitando di lasciarsi cogliere di sorpresa dalla falce nera.
Ecco, quando ci fu il caso Englaro, qualcuno ebbe il coraggio di dire che Eluana poteva ancora avere dei figli; si certo, se qualcuno l'avesse violentata da inerme, nel suo letto. Qui, nessun clamore.
Guardando la foto di Lucio Magri sul giornale pensai "Che bell'uomo". E poi che quella canzonetta di dieci anni fa, "Suicidio Travel" di Bobo Rondelli, non era solo una canzonetta.