venerdì 25 settembre 2009

Sport


Oggi vado in palestra. Sfrutto la pausa pranzo come pausa ginnastica. Poi mi mangio due panini iper-colesterolici di fronte al PC vanificando tutta l’attività svolta. Eppure mi sono un po’ scaricata e mi sento psicologicamente a posto. Certo non è come correre all’aria aperta come facevo quando mi sentivo Forrest Gamp al femminile, oppure andare a giocare a pallanuoto nelle sere estive.
Si fa quel che si può.
Non cederò comunque a tutte le cazzate che ci propongono annualmente: lo spinning in piscina, lo spinning mentre ti butti dal paracadute, lo step, lo step con la bici sulla testa, la palla ultra-dimensionale per tonificare, il GAG che non fa ridere, il tiro del bicipite. Per non parlare poi del personal trainer. Attorno ai quaranta anni molte persone che non hanno mai praticato una vera attività agonistica si rifanno col personal trainer, che a quanto ho capito è un tipo muscoloso che ti segue mentre tu sudi, ti prende i tempi mentre nuoti, ti palpa per controllare massa grassa massa magra, ti programma l’allenamento. Avessi un tipo muscoloso continuamente alle calcagna penserei di farci tutto meno che usarlo come personal trainer.
Comunque c’è anche chi prende lo sport come un intermezzo dei pasti, si mangia un bel cannolo siciliano prima e programma una lauta cena dopo. Oppure chi non ce la fa proprio, il vero pigro che adora l’ascensore, l’automobile, il divano, le ciabatte. Sarà anche poco salutare, ma è sicuramente più simpatico di quelle tipe acide e psicologicamente deviate che spendono 150 euro per un completino da aerobica da ficcarsi bene bene nel culo, ehm, nei glutei privi di massa grassa.

giovedì 17 settembre 2009

Mamma, mi si e' ristretto il garage

Ci dimentichiamo presto i disagi passati e le cattive abitudini. Non ricordavamo più, dopo pochi mesi, le insidie del traffico genovese, delle strade imbriccate e dei parcheggi tipicamente liguri. Chiunque riesca a parcheggiare nel parcheggio sotterraneo di Piazza Baracca a Sestri Ponente, o in quello di Piccapietra del centro, già stretto e confinante con pareti e colonne, riuscirà a parcheggiare ovunque.
Camogli resta un luogo spettacolare, ma abbiamo girato per i bricchi e siamo poi finiti in un parcheggio a pagamento appena prima di decidere di bruciare l’auto e farci restituire i soldi dall’assicurazione. Forse avremmo risparmiato rispetto ai 13 euro spesi al parcheggio. D’altronde c’è anche chi usa il garage come fosse un posto auto.


I ciottoli arrotondati dal mare tipici delle spiagge liguri si prestano ad interessanti giochi per i bambini. Il mio piccolo, quello di tre anni e mezzo, mi ha chiesto: “Mamma, perché i sassi cadono?”. Un genio! Ho pensato io. Un piccolo Newton in erba. “Perché c’è una forza, chiamata forza di gravità, che attira la massa verso il basso”.
“E perché?” Ha continuato lui. Sinceramente non so perché due masse si attraggono. In effetti gli ho solo spiegato un fenomeno fisico, non l’ho motivato. Fortuna che si dimentica presto e comincia a correre su e giù per gli scoglietti col suo fare sbadato, rischiando di cadere in acqua, e visto che non sa nuotare mio marito ovviamente cerca di fermarlo. A quel punto mi si avvicina una signora piccola, magra, pallida e pulita. Mi carezza la spalla, educatamente inizia a parlare “Sa signora, la Madonna sta mandando sulla Terra dal 2000 dei bambini molto intelligenti, dalla personalità molto forte. Ma molto difficili per i loro genitori. Non si deve preoccupare, perché sono loro che salveranno il mondo. Mi perdoni se le dico questo, ma può trovare tutto su www.stazioneceleste.it.”


La guardo, le sorrido, la saluto, e osservo i miei figli che, insieme ad altri bambini, con delle pietre cercano di affondare alcune piccole meduse in mare sotto il molo.

lunedì 7 settembre 2009

Vitangelo


Venerdì scorso, a mensa, una mia amica e collega mi ha detto che ho la gobba. Poi, non so se per migliorare o per precisare l’affermazione, ha continuato “O meglio, le spalle sono dritte, è il collo che sta in avanti”.
Come i piccioni!
Mi avesse detto che avevo le puppe piccine, o le braccia troppo muscolose, avrebbe sfondato una porta aperta. So benissimo di questi miei difetti, con cui convivo pacificamente. Ma questa del piccione!
Ho passato le successive ore della giornata dritta come una giraffa. Una postura ovviamente impossibile da tenere per troppo tempo. Poi ho cominciato a riflettere: forse è per questo che trovo un sacco di cose per terra (monete, bracciali, anelli). Forse è per questo che soffro spesso di mal di collo.
Mi sento come Vitangelo, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila”, che dopo un appunto della moglie circa il suo naso, cerca di capire come lo vedono gli altri e di cogliere il suo vero io. Ma oggi, con i nuovi mezzi della tecnologia, dovrebbe essere più semplice. Basta che qualcuno mi riprenda a mia insaputa, mentre cammino. Poi potrei rivedermi con calma e capire l’entità del mio essere piccione.
Volontari?