venerdì 27 gennaio 2012

Laurearsi nuoce gravemente alla salute



“Oh ciao com’è? Quant’era che un ci si vedeva! Tutto bene? La bimba?”

“Ciao, tutto bene. La bimba il solito, dopo la laurea ha lavorato un po’ gratis. Poi l’hanno presa in un centro veterinario a 600 euro al mese, lavorava due fine settimana al mese ed una notte a settimana. Però è molto soddisfatta dell’attività. Poi è andata 6 mesi in Cambogia, si è presa un’infezione, ma dice il lavoro è stato interessantissimo. Ora si spera entri in una clinica veterinaria in sostituzione di una maternità. E la tua?”

“Tutto bene anche se ormai da qualche anno, dopo la laurea, lavora gratis presso uno studio di avvocati, apprende la professione. Speriamo si sblocchi qualcosa.”



Sono fuori dalle Poste ho il numero 494, dentro stanno servendo il 446, ed ho anche il forte dubbio di aver preso la lettera sbagliata. Nell’uffico delle poste l’aria è irrespirabile per via della calca; per fortuna la vetrata mi permette di vedere da fuori i numeri che scorrono sullo schermo. Molti come me preferiscono attendere all’aria fresca della sera, chiacchierando.

Prego per il famoso miracolo del dileguamente della coda alle poste ed immagino lo stesso dialogo tra dieci anni:



“Oh ciao com’è? Quant’era che un ci si vedeva! Tutto bene? La bimba?”

“Ciao, tutto bene. La bimba il solito...avvicinati te lo dico sottovoce. La bimba alla fine si è laureata purtroppo. Abbiamo provato anche a portarla in un centro per la disintossicazione, ma niente, non c’è stato niente da fare. Le hanno spiegato che è pericoloso, e che anche se volesse avere dei figli o comunque farsi una vita, la laurea in Italia porta grosse controindicazioni. Abbiamo anche provato a convincerla che alla fine bastava il diploma delle superiori, ma niente. Tutta colpa delle cattive compagnie. E la tua?”

martedì 24 gennaio 2012

L’insostenibile colpevolezza dell’essere


Una coltre di fumo che invade cucina e salotto, sul fuoco una palla di polenta sbruciacchiata, ed io che piango. Ho sbagliato la dose dell’acqua, ma posso rimediare. Non piango certo per la polenta.

C’è chi ride cento volte per la stessa battuta del film di Bud e Terence “Emiliano dice tutto”. Io piango per Harry Potter. Quando si sa di Severus Piton e del suo amore per Lilly Potter, un amore senza condizioni, anche se lei è sposata con un altro, ha un figlio ed è morta da anni. Che coraggio, che sentimenti!

Mio marito entra ed ovviamente la sua preoccupazione va alla polenta, ridotta ad un fagiolo scuro, consumata nell’aria di lacrime e fumo. Chi cazzo se ne frega della polenta.

I bimbi mi guardano. Loro si incuriosiscono quando io piango per i film, e se non fosse stato per la polenta non se ne sarebbero accorti.

E poi dal giorno prima combatto con un noto senso di colpevolezza. Sono entrata al lavoro presto al mattino per portarli dal dentista, ho velocizzato il tragitto dall’ufficio a scuola, ho seguito una riunione telefonica al cellulare mentre guidavo verso la scuola materna. Tutto benissimo, arrivo a prendere il piccolo e mi sgancio un attimo perchè la maestra vuole sapere se il piccolo ha seguito inglese l’anno scorso. Dovrebbe saperlo lei no? Insomma porca zozza si l’ha seguito, ma pazienza se lo ripete mica ha memorizzato tutto, se dico Boy risponde Girl, ma è un riflesso condizionato. Mi ricollego andando verso la scuola del grande e sento “Pronto ci sei, cosa ne pensi?”

Ecco lo sapevo mi sgancio e subito mi chiedono qualcosa “Cosa ne penso di che? Scusate, ma sto portando i bimbi dal dentista”.

Sono brava, premurosa, attenta, coscienziosa, FANCULO.



Per il 2012 ho deciso di bandire i sensi di colpa. La polenta, si può rifare.

lunedì 16 gennaio 2012

venerdì 13 gennaio 2012

Vorrei avere la perseveranza di mio figlio


Ho preso il piccolo all'asilo alle ore 15,30.
"Mamma posso tenere il giacchetto sganciato?"
"Si ok".
Quella del giacchetto è un tormentone che dura da inizio inverno; al piccolo non va bene nessuna giacca nuova o vecchia che ha.
Ore 15,32 "Mamma mi posso levare il giacchetto?"
"No amore, fa freddo e tu hai solo una felpina leggera , vediamo più tardi al sole o se corri con gli altri bimbi"
Io lo so che i bambini non vanno sculacciati nè schiaffeggiati nè pappinati, che non serve è solo umiliante e induce un misto di sfogo e rimorso nel genitore. Ma ecco, ci sono dei momenti, in cui veramente veramente una manata male non ci sta. Siamo andati avanti così fino alle 17,38, con interruzione del martellamento grazie al fatto che al piccolo scappava la cacca. Evviva la cacca, o come dice Benigni "Viva la merda e chi ha voglia di cacare". Perchè per esatte due ore e 8 minuti è stato tutto un susseguirsi di lagna, giacca strascicata per terra, mamma che rimette la giacca al figlio, mamma che si arrabbia col figlio, figlio che tira la borsa alla mamma per levarsi la suddetta giacca, figlio che finge di correre per fare vedere che suda e che si deve togliere la giacca, figlio che usa bassi ricatti tipo "tu vuoi più bene a tato" per togliersi la giacca, figlio che mormora che caldo che fa, insomma figlio che spappola i coglioni. Ti voglio bene, ma mi hai davvero spappolato i coglioni.

Auguro a tutti la stessa perseveranza di mio figlio nel chiedere l'aumento al proprio capo: saremmo tutti miliardari.

martedì 10 gennaio 2012

Buon compleanno marito (e sono 40)


"La bellezza è la maledizione del 2000"
"Gli amici si vedono quando stai bene"
"Puce, what are you going?"
"Amore, ma ti amo?"

mercoledì 4 gennaio 2012

Vietato l'ingresso ai manoni

Non ho potuto comprare il pane. Al supermercato tutte le forme di pane avevano il buco. Non nel senso che erano a ciambella, ma nel senso che qualcuno col pollicione, per tastare la fragranza, ci aveva fatto un bel buco trapassando anche il nylon traforato. Ecco, tastatevi i coglioni, invece che la fragranza. Oppure usate un metodo più delicato per sentire il rumore del pane croccante e capire se è buono. Che io, un pane forato dal vostro pollicione sudicio, lo lascio lì. Si perchè gli uomini, soprattutto quelli con le mani grandi, hanno questa mania di fare gli esperti. Tastano il pane, mollano dei sonori ciaffoni ai cocomeri per capire se sono maturi al punto giusto, annusano il culo dei meloni, guardano l'occhio dell'orata per capire se è vigile, assaggiano l'uva, scrollano l'uovo di Pasqua casomai si fossero scordati di mettere la sorpresa.
Insomma basta. Tanto non ci capite una sega.

martedì 3 gennaio 2012

Si accettano consigli



Si lo so l’avevo promesso a fine 2011. Mettere le tende in salotto e cucina. Sostituire la gigantografia di Topolino e Paperino in camera nostra con qualcosa di più sobrio. Ho fallito. Ecco, al posto delle tende ho gli adesivi natalizi e piratizi messi dai bimbi, più una bella spruzzata di neve finta spray che mi vedrò a togliere dopo l’epifania tra vari smoccolamenti per via dell’appiccicosità. Scusate, Epifania maiuscolo. A proposito di Epifania, quest’anno ci siamo dilettati anche con un bellissimo presepe o presepio a grande richiesta dei bimbi. Vi sono due Gesù bambino, magari che so Gesù aveva un fratello gemello poco famoso. E cinque Re Magi a volte un paio si perdessero per strada, per ora lontani dalla capannuccia dei gemelli, in un’altra mensola visto che devono ancora arrivare.

Ecco dicevo, per il disegno di Topolino e Paperino in camera nostra, ho provato a chiedere una cartina geografica mondiale che mi piaceva alla Bottega Solidale, ma “l’abbiamo finita spiacenti torna tra qualche mese”. Ora visto che non ho promesse per il 2012, potrei rinnovare le precedenti. Ma anche no. Ad esempio sto benissimo senza tende. Non mi venite fuori con “le tende fanno arredamento”. Ogni cosa ha il suo ruolo, le tende fanno le tende ed i mobili fanno i mobili, quando mai si è visto una mensola fare da divano ed un divano alla porta finestra tipo tenda.

Ed infine un quesito: voi, voi donne, o voi nei panni di donna, andreste in Arabia Saudita per qualche giorno per lavoro?