venerdì 28 marzo 2008

Rotatoria


La rotatoria e' un concetto normale per noi. Funziona cosi': chi e' gia' nella rotatoria ha la precedenza su chi deve entrarci, chi deve entrarci deve dare la precedenza a chi c'e' gia'. Semplice. Chi gira, gira gira gira sicuro, ma non va da nessuna parte, chi vuole andare da qualche parte deve aspettare quelli che girano a vuoto. Cosi' e' anche nella nostra societa' oggi. Forse per questo i nostri genitori fanno cosi' fatica a capire il concetto della rotatoria. Li vedi, questi signori con le loro piccole macchinette pulite e ordinate, guidare ad una velocita' sempre esattamente uguale a se stessa, ne' piano ne' forte. Col volante stretto in mano come una corda di sicurezza, entrano nella rotatoria senza dare la precedenza a nessuno, tutti dietro imprecano gridano clacsonano, ma loro escono dalla rotatoria ignari e illesi.


E noi li' in tondo che curviamo curviamo curviamo. Hai la precedenza per andare da nessuna parte.

mercoledì 26 marzo 2008

Quasi



Il mi’ babbo (Santo Subito) ha trascorso la mattinata con le due piccolo belve. Prima non volevano uscire, poi li ha convinti ad uscire. Quando erano fuori, non volevano più rientrare, e li ha convinti a rientrare. Arrivati sotto casa, volevano restare in macchina, ma è riuscito a portarli a casa a pranzo. Dopo pranzo ha offerto loro uno yogurt, lo yogurt Total. I miei bimbi adorano lo yogurt. Ma lo yogurt Total è uno yogurt greco magro che combatte il colesterolo e fa fare la cacca bella, quindi non è da bambini. Mio babbo sconsolato mi ha sussurrato al telefono “Sai non hanno voluto lo yogurt Total ...”. Ma no, loro mangiano lo yogurt Teddy, quello alla frutta biologico, fa fare la cacca bella anche quello, ma è più buono! “Ah il Freddy!” si è illuminato.

Babbo, come dici sempre te, è quasi venerdì.

venerdì 21 marzo 2008

Bona P



Tempo fa, stavo guidando l’auto con la radio accesa, ho sentito l’intervista ad un truccatore esperto che da anni lavora con modelle e attrici famose. “…ad esempio” sosteneva l’estetista “una donna con gli occhi azzurri non dovrebbe truccarsi di azzurro; questo smorza, anziché esaltare, il colore dei suoi occhi”.
Sollevo la testa e mi guardo nello specchietto retrovisore: occhi azzurri OK, trucco azzurro NO OK. Da anni mi truccavo così, una leggera matita azzurra sulla palpebra.
Da quel giorno ho cominciato ad usare anche ombretti marroni scuri e talvolta matite nere. Tengo sempre comunque nel cassettino trucchi le mie amate matite azzurre.

Per questo ponte pasquale prevedono brutto tempo, ma ricordate la Pasqua del 2004? Non sempre gli esperti hanno ragione.

mercoledì 19 marzo 2008

I Promessi Sposi


Da un pezzo scritto a Gennaio 2003:
Pensavate che “I Promessi Sposi” fosse una storia d’amore a lieto fine? Col cazzo! Se ne eravate davvero convinti, andate a rileggervi il romanzo, o almeno rileggetevi la fine.
Alla fine infatti Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo) si porta la sua bella in uno dei paesi del suo pellegrinare, e tutti, ansiosi di conoscere la tanto menzionata Lucia, ne rimangono addirittura delusi. In pratica si aspettavano una strafiga, la velina del Lago di Como, ma c’e’ addirittura chi la trova persino bruttina. E il Manzoni lascia intuire che dopo le tanto agognate nozze, la vita dei due innamorati scorre cosi’, nel banale quotidiano.
E allora? Che cosa ha voluto trasmetterci il Manzoni? Il solito romanzo storico animato dalla vicenda d’amore? Si, ma non solo.
Il messaggio sta in alcune parole pronunciate da Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo), che ad un certo punto della storia (non mi ricordo dove, chiedo venia alla mia amata prof di italiano) esplicita la morale dell’impegno. Cioè lui, Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo), e’ sempre stato un bravo ragazzo, non ha mai fatto del male a nessuno, niente canne, niente serate suicidio in discoteca fino alle cinque, niente pasticche. Un lavoratore dedito alla famiglia. Eppure, nonostante tutto, si e’ trovato nei guai per quella tipa, si, la madonnina infilzata (e’ cosi’ che la chiama Manzoni ad un certo punto), quella stronzetta che si fa rapire e lui a rincorrerla per mezza Italia tra peste, alluvioni, code alle fontane di Genova per l’acqua che manca, insurrezioni, don Rodrighi, pietre, pagnotte, un casino insomma.
Ecco allora la morale dell’impegno, ripresa verso la fine dall’autore, ovvero bisogna darsi da fare nella vita, cercare di rendere al meglio, impegnarsi per il bene, ma questo non ci garantisce niente, non ci garantisce che saremo felici, che tutto ci andrà bene, che non avremo problemi, che nessuna tipa del cazzo ci metterà nei casini.
E allora?
E allora cosa credete di stare vivendo adesso? I Promessi Sposi! Altro che lavorare, mettere da parte I soldini, fare il mutuo per la casa, sposarsi, avere dei figli, comprarsi la macchina nuova. Ma come proprio a noi? Che prendiamo tutti i giorni la metropolitana al freddo con la nebbia accanto al tipo che gli puzza l’ascella e imperterrito si tiene al gancio più alto, che entriamo in fabbrica in ufficio presto al mattino, passiamo la giornata tra polvere, poca luce, molto lavoro, pause caffè, catena di montaggio, telefonate del cazzo, clienti rabbiosi. Che abbiamo lavorato fino a tardi per le scadenze di gare d’appalto, che siamo andati in giro per il mondo passando da un aeroporto all’altro con una valigetta a rotelle con il set per tutte le stagioni. Che magari abbiamo anche cambiato città e lasciato tutto, la famiglia i parenti gli amici l’olio buono il dolce fatto in casa e le ciabatte preferite per un lavoro, uno stipendio, una sicurezza, un futuro.
E adesso guarda un po’, ci troviamo tutti con il posto di lavoro a rischio. E allora ditta di merda società di merda vita di merda. Tutto di merda! Si avete ragione. Tutto di merda. Ma e’ la vita, purtroppo, o fortunatamente.

Bisogna fare come Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo) e darsi da fare, nonostante tutto, nonostante quella stronzetta di Lucia e nonostante l’ascella del vicino.

venerdì 14 marzo 2008

TGIF


Che brutta settimana!
Rientro da una vacanza in montagna con l’Antico Thorg, tento di fare asciugare una decina di lavatrici nonostante la pioggia e l’umidità, in ufficio mi piomba sul collo un lavoro di un collega che nel frattempo si è ammalato. Me ne prendo carico, e faccio le ore piccole davanti al PC, di fronte ad uno schermo leggermente cangiante, a casa con l’odore di torta appena sfornata e tutti gli altri che dormono. Mio marito russa sonoramente. Come faccia a non sentirsi, svegliarsi e prendersi a schiaffi è un mistero.

Ascoltando distrattamente il TG scopro che qui, proprio qui, a Genova, si praticano aborti clandestini. Ma l’aborto non era legale? Che Ferrara abbia effettuato una siuski sulla 194, disintegrandola, e nessuno se ne è accorto?

Assonnata, proseguo la mia settimana lavorativa cercando di galleggiare tra annunci di tagli, ridimensionamenti, trasferimenti.

Che finalmente qualcuno protesti, che finalmente qualcuno si faccia sentire e, abbandonata la propria (nostra) posizione “a bu’o pillonzi” dica NO o almeno ci provi.

Thank God It’s Friday!

martedì 11 marzo 2008

L'Antico Thorg va in montagna



L’antico Thorg non ha fatto certo fatica ad ambientarsi a Rhemes Notre Dame, piccolo centro di montagna situato a circa 1700m di altezza ed a pochi chilometri dal confine francese. Sarà stato il clima quasi perfetto per l’intera settimana (sole e freddo), oppure il leggero regime nutrizionale a base di fontina fusa e prosciutto cotto abilmente spalmati sopra pasta, carne, macedonia e caffellatte proposto dall’Hotel Grand Rousse (Grande Russata), oppure le silenziose serate trascorse nella sala comune.
Difficile immaginare come dei nanetti di circa un metro di altezza e pesanti meno di venti chili possano creare tanto rumore. Neanche i golosi Chupa Chups saggiamente infilati in quelle piccole bocche avide ha sortito il desiderato effetto silenziatore, tanto agognato da questi genitori che si stancano più in ferie che al lavoro.

Anche voi, sono sicura, avrete riempito le valigie di vestiti di ricambio per questi piccoli Conan, e avrete portato per voi un solo paio di pantaloni, una sola maglia e la tuta da sci, paventando ogni giorno l’effetto patacca del sopra citato miscuglio di fontina fusa e prosciutto cotto.
Anche voi, sono sicura, avrete sperato che una giornata trascorsa a scavalcare cumuli di neve insormontabili o giù con i gommoni del parco giochi portassero i vostri figli ad addormentarsi alle 20.30, lasciando a voi il minimo tempo necessario per una trombatina montanara.
Anche voi, sono sicura, avrete tergiversato improvvisandovi tiratori di freccette o giocatori esperti di biliardino (calcetto), peraltro costantemente occupato dalle piccole belve di cui sopra.

Eppure la montagna ha forgiato questi bambini rendendoli più cocciuti, resistenti ed impavidi dell’Antico Thorg. Mio caro gormito, ci fai una sega!

Fortuna che qualcuno aveva portato la chitarra.