mercoledì 19 marzo 2008

I Promessi Sposi


Da un pezzo scritto a Gennaio 2003:
Pensavate che “I Promessi Sposi” fosse una storia d’amore a lieto fine? Col cazzo! Se ne eravate davvero convinti, andate a rileggervi il romanzo, o almeno rileggetevi la fine.
Alla fine infatti Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo) si porta la sua bella in uno dei paesi del suo pellegrinare, e tutti, ansiosi di conoscere la tanto menzionata Lucia, ne rimangono addirittura delusi. In pratica si aspettavano una strafiga, la velina del Lago di Como, ma c’e’ addirittura chi la trova persino bruttina. E il Manzoni lascia intuire che dopo le tanto agognate nozze, la vita dei due innamorati scorre cosi’, nel banale quotidiano.
E allora? Che cosa ha voluto trasmetterci il Manzoni? Il solito romanzo storico animato dalla vicenda d’amore? Si, ma non solo.
Il messaggio sta in alcune parole pronunciate da Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo), che ad un certo punto della storia (non mi ricordo dove, chiedo venia alla mia amata prof di italiano) esplicita la morale dell’impegno. Cioè lui, Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo), e’ sempre stato un bravo ragazzo, non ha mai fatto del male a nessuno, niente canne, niente serate suicidio in discoteca fino alle cinque, niente pasticche. Un lavoratore dedito alla famiglia. Eppure, nonostante tutto, si e’ trovato nei guai per quella tipa, si, la madonnina infilzata (e’ cosi’ che la chiama Manzoni ad un certo punto), quella stronzetta che si fa rapire e lui a rincorrerla per mezza Italia tra peste, alluvioni, code alle fontane di Genova per l’acqua che manca, insurrezioni, don Rodrighi, pietre, pagnotte, un casino insomma.
Ecco allora la morale dell’impegno, ripresa verso la fine dall’autore, ovvero bisogna darsi da fare nella vita, cercare di rendere al meglio, impegnarsi per il bene, ma questo non ci garantisce niente, non ci garantisce che saremo felici, che tutto ci andrà bene, che non avremo problemi, che nessuna tipa del cazzo ci metterà nei casini.
E allora?
E allora cosa credete di stare vivendo adesso? I Promessi Sposi! Altro che lavorare, mettere da parte I soldini, fare il mutuo per la casa, sposarsi, avere dei figli, comprarsi la macchina nuova. Ma come proprio a noi? Che prendiamo tutti i giorni la metropolitana al freddo con la nebbia accanto al tipo che gli puzza l’ascella e imperterrito si tiene al gancio più alto, che entriamo in fabbrica in ufficio presto al mattino, passiamo la giornata tra polvere, poca luce, molto lavoro, pause caffè, catena di montaggio, telefonate del cazzo, clienti rabbiosi. Che abbiamo lavorato fino a tardi per le scadenze di gare d’appalto, che siamo andati in giro per il mondo passando da un aeroporto all’altro con una valigetta a rotelle con il set per tutte le stagioni. Che magari abbiamo anche cambiato città e lasciato tutto, la famiglia i parenti gli amici l’olio buono il dolce fatto in casa e le ciabatte preferite per un lavoro, uno stipendio, una sicurezza, un futuro.
E adesso guarda un po’, ci troviamo tutti con il posto di lavoro a rischio. E allora ditta di merda società di merda vita di merda. Tutto di merda! Si avete ragione. Tutto di merda. Ma e’ la vita, purtroppo, o fortunatamente.

Bisogna fare come Lorenzo (o come dicevan tutti Renzo) e darsi da fare, nonostante tutto, nonostante quella stronzetta di Lucia e nonostante l’ascella del vicino.

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