martedì 17 novembre 2009

Pulcini


Domenica dai miei suoceri abbiamo potato un albero di eucalipto, o meglio tagliato un grosso ramo che rischiava di distruggere un palo della luce. Il ramo, o rappo come dice mio marito, è caduto ostruendo la strada ed emanando un piacevole odore balsamico. Abbiamo passato il pomeriggio a ripulire la strada dai tronchi, da utilizzare per il caminetto della nonna, dalle fronde, da depositare nei campi come concime, e dagli altri rametti sparsi. Ho anche raccolto delle foglie per i fumenti, visto che questa sinusite e questa sensazione di oppressione alla fronte non mi abbandonano. I maschi di casa, figli, nipote, marito e suocero, si sono cimentati con impegno in questa attività da boscaioli. Mio figlio più grande ha passato ore a togliere la corteccia da un pezzo di tronco ancora verde, regalandoci un pomeriggio piuttosto tranquillo.
Le cose non stanno andando benissimo ultimamente. È un bambino molto riservato, e sembra patire adesso i postumi del nostro trasloco dalla Liguria alla Toscana. E pensare che abbiamo colto una possibilità soprattutto pensando ai nostri bambini, ed al fatto che la Toscana offre una migliore qualità della vita. Per noi è una freccia avvelenata: “Voglio tornare a Genova, voglio tornare nel mio vecchio asilo, nella mia vecchia casa, avevo più amici lì”. A seguire esplosioni di rabbia, il rifiuto di entrare in classe al mattino, pianti disperati.
Fa bene sfogarsi e tirare fuori quello che si ha dentro. Probabilmente si è scoperchiata una pentola e possiamo sbirciare all’interno. I desideri ed i ricordi possono a volte confondersi in un pericoloso minestrone. Eppure adesso sembra tutto molto difficile, dalla scelta dei vestiti al mattino alla scelta delle cose da mangiare a cena e a pranzo.
Non posso credere che sia solamente colpa di quella recita natalizia, che in effetti sembra essere stata l’evento scatenante. Capisco come sia difficile per un bambino riservato salire su un palco con una maschera, e dire qualcosa a voce alta sotto gli occhi di tutti. Eppure trovo sia giusto appoggiare le scelte del corpo insegnante.
L’unica cosa che pensiamo di fare adesso è parlare molto, ed infondere fiducia. Speriamo di farcela. A volte siamo tutti come piccoli pulcini impauriti.

6 commenti:

nemo ha detto...

Da bambino andavo a prendere i pulcini con mio padre al mulino.
Era bellissimo, odore di farina e crusca, li mettevamo in una scatola di cartone aperta ed io li accarezzavo fino a casa, erano così belli e morbidi e sapevano di buono.
Poi li mettevamo nel pollaio e cominciavano a crescere, diventavano diversi, ognuno con i suoi colori, con il suo sesso ed il suo carattere.
A volte basta poco, anche cambiare scatola.

Verosimile ha detto...

Il contatto con la natura ha sempre effetti benefici. La mia amica ha fatto bene a sposarti.

Paolino ha detto...

In bocca al lupo Vero!
Di cuore.

Mastro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mastro ha detto...

visto che in Toscana ci siete andati per il bene del bimbo e il bimbo invece non apprezza,
tornate a Genova no?
oppure raccontategli che in Toscana ci siete andati perche' faceva piacere a voi che siete grandi e che apprezzate la qualita' della vita
e quando vi chiedera' perche' lui debba rinunciare ai suoi amici per la qualita' della vita e vi chiedera' lumi su cosa sia questa qualita' della vita, voi ditegli che e' come il piccolo principe con la rosa: troppo giovane per saperla amare.

Verosimile ha detto...

Cosa e' la qualita' della vita? La possibilita' di muoversi in auto senza penare lungo interminabili code o in cerca di un parcheggio inesistente? Il mare pulito a due passi, e le estati vissute salati...persone piu' aperte e pronte a fare amicizia? Te lo dico tra qualche anno.