giovedì 16 gennaio 2014
Fino a che punto
E' un po' come fanno i bambini, quando si chiedono fino a che punto possono arrivare e sfidano continuamente i genitori per sondare i limiti che questi hanno posto, seppure inconsciamente. Quei limiti invalicabili oltre i quali si è costretti a dire "Basta".
Ecco sta succedendo lo stesso. I genitori siamo sempre noi, niente di nuovo. I bambini sono la società, lo stato, l'autorità, il ministero. Non so nemmeno come potrei definirlo, forse alla Benigni quando esclama "E ora mi faccia vedere il suo ministero!".
Le scuole, le scuole elementari, sono sporche. Le custodi lavorano ad orari ridotti per via dei tagli, per via delle cooperative, per via di contratti non chiariti. Questo non si è ancora capito. Eppure è come se qualcuno dall'altra parte stia cercando di capire fino a dove si può arrivare. "Fin dove posso arrivare prima che questi genitori denuncino le aule sporche i bagni intoccabili i bambini abbandonati nei corridoio il pulmino che li carica senza sorveglianza?". Ecco se nessuno dice niente si va avanti, si taglia di più, si garantisce di meno. E' una lotta allo sfinimento? Una sfida continua alla sopravvivenza? Al profitto?
Non so, io stamattina mi sono detta "Fortuna che ho due maschi". Che pensiero egoista. E comunque mi sono raccomandata, fate per bene se andate in bagno da soli, non sporcate, non toccate, se potete sorvolate il pavimento come una farfallina. Ho chiesto ai miei figli un po' di responsabilità. Perché il ruolo di bambino capriccioso che cerca di capire fino a che punto possa arrivare gli è stato preso da qualcun altro.
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