Ieri pomeriggio abbiamo pestato tre ca'ate in quattro. La cacca si è infilata nelle fessure della mia suola a carrarmato ed ho dovuto usare una graffetta aperta, detta attrezzo, per togliere l'oggetto puzzolente. Ma è Natale, e voglio essere buona. Quindi augurerò ai padroni di quei cani una bella sciorta che li colpisca da qui a Natale, senza conseguenze permanenti, ma con un bel puzzo di merda per tutta la casa e culo grattugiato dalla carta igienica, fino al giorno della santa natività.
E tanti aguri!
lunedì 16 dicembre 2013
giovedì 12 dicembre 2013
Io leggo
Mi immagino le facce, le espressioni, i personaggi. E' come un esercizio di fantasia pilotata, come un fiume in piena che scorre seguendo un percorso, eppure spesso debordando a piacimento.
Questo è, per me, leggere.
Vivo quelle emozioni, rallento la lettura per conservarla al giorno dopo, divoro le pagine quando non riesco ad aspettare, fantastico sugli eventi e vedo i lineamenti dei personaggi, mi sorprendo, mi rattristo, piango, rido, sogno.
Dell'ultimo libro che ho letto, "Un cappello pieno di ciliegie", mi è rimasta solo l'amarezza dell'incompiuto, la curiosità insoddisfatta di sapere cosa poi era successo al baule di famiglia, come era andato distrutto, di scoprire come aveva vissuto la nonna Giacoma ed i genitori di Oriana. Ma la realtà è stata più forte ed ha portato via l'autrice prima che potesse terminare la storia.
Si tratta comunque di un libro che consiglio a tutti, che ripercorre sulle tracce degli avi della Fallaci la storia d'Italia dal 1700 circa in poi, ed anche dell'America in parte. Soprattutto vi ho trovato molto della mia città, Livorno. Molto che già sapevo, qualcosa che ignoravo, e che comunque mi ha aiutata a capire meglio il carattere della Livorno moderna, che ha mantenuto la tolleranza verso le religioni, le culture, il rispetto del diverso e dello straniero (noi non abbiamo ghetti e non li abbiamo mai avuti!), ma che abbonda purtroppo anche in maleducazione, irosità e scarso rispetto per le regole.
Vi è molto anche di Cesena, di Torino, di Firenze, delle zone montuose del Piemonte, e qualcosa dell'America.
Ci sono le donne, fantastiche ed uniche, la ricerca affannosa di superare l'analfabetismo ed accaparrarsi l'arma del saper leggere e scrivere, valore che dovremmo ricordare più spesso ai nostri bambini, la voglia di uscire dalla povertà, la confusione ingenua di chi non sa a chi credere, la rabbia, l'orgoglio, il dolore, la morte, l'amore.
venerdì 6 dicembre 2013
Breve tregua col cane B.
L'ho visto nel prato col suo padrone ed ho pensato "Via libera!". Ho suonato alla vicina del piano di sotto, dovevo dirle delle cose, e mentre ero lì in casa sua che parlavo La Belva è entrata col suo padrone. Ho detto ciao al padrone senza nemmeno voltarmi, non ho guardato il cane B. neanche per un attimo, l'ho ignorato come fosse una verruca ed il miracolo è accaduto. Zitto zitto si è infilato sotto il mobiletto della TV, l'ho notato con la coda dell'occhio, non ha emesso un suono e mi ha ignorata come fossi una zecca.
Se questo non vuol dire fare pace, almeno significa iniziare a convivere.
Se questo non vuol dire fare pace, almeno significa iniziare a convivere.
mercoledì 27 novembre 2013
Dublino, Asis
Potrei parlare della corposa Guinness, dei pub vivaci e dalla cortesia dei Dubliners. Potrei raccontare del freddo e del verde. Ma le cose che poi mi restano in mente sono le emozioni, i dettagli, gli altri. La passione per gli altri.
Atterrando a Parigi è scesa con me dall'aeroplano una signora di colore che portava sulle spalle un bellissimo bimbo di poco più di un anno. Usava la coperta della KML, la ricordo bene da un altro viaggio, per tenere quel bimbo stretto sulla schiena. Ci siamo incontrate in bagno, ha preso per un braccio il bimbo lo ha fatto scendere a terra e tentava di entrare col passeggino.
"Do you need an help?"
Si certo puoi tenermi il bimbo mentre faccio pipì? Il bimbo non sa camminare, lo tengo in braccio, mi guarda con i suoi occhi grandi e scuri, ed io gli parlo mentre la mamma è chiusa in bagno. E' bellissimo si chiama Asis, la mamma è nigeriana, simpatica, vive a Dublino e si sta recando in visita dal fratello a Parigi.
A questo punto non vedo l'ora di vedere i miei di bimbi. Mi aspettano all'aeroporto, che sorpresa, ed io sono felice. Questa volte gli ho portato la maglia della nazionale di rugby irlandese, è verde, è bellissima, saranno contenti. Aprono il loro regalo a casa. Il piccolo mi guarda perplesso. Il grande mi consola "A me piace", ma è poco convinto. Il piccolo riprende "Mamma, hai speso tanti soldi per nulla. Lo sai che non voglio maglie per regalo. Potevi comprarmi una macchinina, Basta me ne vado a letto." Si toglie i calzini, va in camera sua, si infila sotto il piumone e si addormenta.
Forse mi sarei dovuta arrabbiare, ma in realtà mi è venuto da ridere.
lunedì 11 novembre 2013
Fine settimana alternativo
Cosa succede quando un figliolo si ammala per la terza volta in un mese e mezzo?
Ansia. Come tutte le mamme, né più né meno, ansia. Cosa sarà, come mai, dov'è la corazza, dove ho messo lo scudo anti virus, perché non l'ho presa io? Ecco perché i pediatri hanno la segreteria telefonica.
Ma noi ci siamo organizzati. Mentre il grande era alla partita di rugby con marito, io ed il piccolo con la febbre abbiamo passato un fine settimana in pigiama e ciabatte. Lavarsi poco e quando capita, soprattutto dopo almeno tre ore dalla colazione. TV a ripetizione. Abbiamo visto una versione particolarmente cupa di Batman dove lui alla fine muore, io piango, ma poi no si rivede ad un caffè con la sua bella Cat Woman, ora però mi spieghi come cazzo hai fatto visto che avevi una bomba atomica attaccata al culo, sigla di chiusura. Poi I Croods, che avevamo già visto al cinema, ma non importa, vale la pena rivederli e ridere piangere. Insomma mamma è fatta così, un po' emotiva. Poi una commedia americana divertente beccata a caso nel fare zapping, con un cane dell'FBI che diventa amico di un bambino ed un attore di colore che era il solito del Miglio Verde, leggera e piacevole. Nei momenti di febbre in calo abbiamo preparato una torta agli amaretti, ma senza amaretti, una schiacciata (focaccia) prelibata con tanto di olio che brucia alla base del forno e puzza per tutta la casa, fatto le addizioni in colonna e coi regoli, scritto una cartolina immaginaria ad un amico, levato i panni di corsa perché pioveva a vento, lasciato i panni ammucchiati per ore sul tavolo, presa tachipirina, fatto lavaggio nasale, calata la febbre, buonanotte.
Ansia. Come tutte le mamme, né più né meno, ansia. Cosa sarà, come mai, dov'è la corazza, dove ho messo lo scudo anti virus, perché non l'ho presa io? Ecco perché i pediatri hanno la segreteria telefonica.
Ma noi ci siamo organizzati. Mentre il grande era alla partita di rugby con marito, io ed il piccolo con la febbre abbiamo passato un fine settimana in pigiama e ciabatte. Lavarsi poco e quando capita, soprattutto dopo almeno tre ore dalla colazione. TV a ripetizione. Abbiamo visto una versione particolarmente cupa di Batman dove lui alla fine muore, io piango, ma poi no si rivede ad un caffè con la sua bella Cat Woman, ora però mi spieghi come cazzo hai fatto visto che avevi una bomba atomica attaccata al culo, sigla di chiusura. Poi I Croods, che avevamo già visto al cinema, ma non importa, vale la pena rivederli e ridere piangere. Insomma mamma è fatta così, un po' emotiva. Poi una commedia americana divertente beccata a caso nel fare zapping, con un cane dell'FBI che diventa amico di un bambino ed un attore di colore che era il solito del Miglio Verde, leggera e piacevole. Nei momenti di febbre in calo abbiamo preparato una torta agli amaretti, ma senza amaretti, una schiacciata (focaccia) prelibata con tanto di olio che brucia alla base del forno e puzza per tutta la casa, fatto le addizioni in colonna e coi regoli, scritto una cartolina immaginaria ad un amico, levato i panni di corsa perché pioveva a vento, lasciato i panni ammucchiati per ore sul tavolo, presa tachipirina, fatto lavaggio nasale, calata la febbre, buonanotte.
venerdì 18 ottobre 2013
Effetti della solidarietà
Secondo giorno di contratto di solidarietà, uno a settimana. Il fatto è che guadagno meno, ma spendo di più. La scorsa settimana, dopo aver portato i bimbi a scuola, essere andata a correre, lavata i capelli, ho fatto una tappa in pescheria. In pescheria si spende. Penso che nel pulire l'orata enorme che ho comprato, ho intasato lo scarico dell'acquaio. Di brutto. Marito ha smontato i tubi, buttato acqua calda, sale, idraulico liquido. Niente. "Ma io l'idraulico lo preferirei di ciccia"
"No faccio io" ha insistito lui.
"Ma veramente c'è quel ragazzo giovane del primo piano fa l'idraulico, perché non chiamiamo lui?"
"No no, posso farcela".
A Genova avevo trovato l'idraulico D., molto bello, occhi verdi, capelli neri, sposato, ma fedifrago (diceva qualcuno). Un giorno però marito mi mandò un idraulico scelto da lui, con un occhio di meno, piccolo, mentre controllava la caldaia bestemmiava "martedì mercoledì giovedì". Ecco questo era il suo modo di bestemmiare. Una volta gli offrii il caffè avevo solo lo zucchero di canna: "Ho lo zucchero di canna"
"No grazie una volta mi hanno fatto fumare mi sono ritrovato con la macchina in un fossato"
"No ma guardi è solo zucchero"
"No no non importa grazie". Non si fidava.
Ieri marito è comparso con un lungo tubo che lui ha chiamato "sonda", ma a me pareva un tubo, ha impiegato più di tre ore, ma alla fine ha estratto un misto di sapone colla di pesce residui di cibo dall'odore insopportabile. Adesso lo scarico mi risucchia anche i figlioli, se non sto attenta...ma io avrei comunque preferito l'idraulico solido.
giovedì 10 ottobre 2013
Il farmacista
Di solito vado alla farmacia vicino casa. Sono disponibili e gentili. Di solito ci danno qualche consiglio. Abbiamo bisogno di loro perché in un momento in cui i medici curanti sono più gettonati di Michael Jackson da vivo e ti dedicano al massimo una consulenza telefonica, in un momento in cui se metti piede nel loro studio hai davanti a te 43 persone che in teoria secondo la tabella di marcia della giornata dovrebbero sostare dal medico 10 minuti ciascuno e tu sai che questo è impossibile, e di queste 43 una buona metà ha qualcosa di virale e contagioso, allora sai cosa c'è passo di farmacia, mi danno anche un'occhiata, se ho bisogno della ricetta la porto dopo. Ecco se c'è quella farmacista un po' bionda, carina, allora va bene. Però se c'è quell'altro...si in farmacia posso anche scegliere. Però se c'è solo quell'altro mi devo accontentare. Quell'altro è scuro, parla poco, ti guarda dondolando e temi ogni volta che dondolando in avanti ti dia una testata, tipo birillo. Se gli fai una domanda tace quei 5 interminabili secondi in cui hai tempo di pensare "Ho detto una cazzata" invece no, poi ti risponde, un po' vago. Tipo "Ma secondo lei quegli spray preventivi per i pidocchi funzionano?"
....
"Mah"
"Capisco, ma sono nocivi?"
...
prende la confezione "Non direi sono a base vegetale"
"Si, ma oltre al vegetale c'è altro di tossico?"
.....
"In molti li usano"
"Si anche l'eroina in molti la usano, però... vabbé non importa grazie lo stesso".
Pago quello che ho preso, mi guarda con quegli occhi liquidi, ma è solo una mia impressione, forse. Tace. Che sia un collezionista di ossa?
mercoledì 2 ottobre 2013
Nostalgia
Un tempo c'erano i documentari con i documentaristi appostati in una trincea naturale; da lontano con uno zoom paragonabile ad una proboscide di elefante scrutavano leoni e fiere. Sottovoce ti spiegavano che non potevano interferire con la natura, non potevano cambiarne il corso, e se una iena spelacchiata si portava via un cucciolo di macaco si doveva stare lì a soffrire, ma non si poteva intervenire.
Adesso porca puttana ci sono questi eroi moderni che prendono i serpenti mocassino gli aprono la bocca ti fanno vedere i denti ed il veleno, poi li ributtano nella tana e ti dicono che non devi farlo perché è pericoloso. Nel frattempo scorgono un armadillo che si nasconde in una tana grande come un buco di culo di dinosauro, ci si infilano dentro lo prendono per la coda ti mostrano la corazza e lo lasciano di nuovo.
Nel frattempo non hai capito un cazzo di come vive un serpente mocassino o di cosa mangia l'armadillo, ma credi di dover pensare che quel tipo, si, quel tipo, è veramente cool.
Basta voglio tornare ai documentaristi anonimi!
Adesso porca puttana ci sono questi eroi moderni che prendono i serpenti mocassino gli aprono la bocca ti fanno vedere i denti ed il veleno, poi li ributtano nella tana e ti dicono che non devi farlo perché è pericoloso. Nel frattempo scorgono un armadillo che si nasconde in una tana grande come un buco di culo di dinosauro, ci si infilano dentro lo prendono per la coda ti mostrano la corazza e lo lasciano di nuovo.
Nel frattempo non hai capito un cazzo di come vive un serpente mocassino o di cosa mangia l'armadillo, ma credi di dover pensare che quel tipo, si, quel tipo, è veramente cool.
Basta voglio tornare ai documentaristi anonimi!
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lunedì 23 settembre 2013
Attenti al cane B.
Ci ho provato in ogni modo. Avevo anche comprato dei biscotti a forma di osso. Ovvero ai nostri occhi rappresentano un osso, ma chissà che cosa sembrano agli occhi di un cane cresciuto in appartamento. Forse non sembrano niente. La mia veterinaria di fiducia mi aveva avvertito "I cocker hanno un brutto carattere, ma quelli nero sono un po' meglio". Il cane B. è un cocker nero, vive nell'appartamento del piano di sotto, e mi odia. Una volta mi è saltato addosso abbaiando. Ho avuto paura, e avrei voluto darle un calcio. Ah si è una femmina. L'altro giorno scendevo le scale col sacco nero della spazzatura da un lato, quello colante dell'organico dall'altra, la mia borsa, i capelli sugli occhi non vedevo una sega, e gli occhiali da sole telefunken. Hanno aperto quella porta, la sua porta, e lei ha iniziato ad abbaiare. A me. Mostrando i denti. Nell'incertezza sono rimasta immobile per le scale, ma forse avrei dovuto ignorarla, passarle davanti con noncuranza. I suoi padroni l'hanno portata in casa in collo. E sono riuscita a passare.
Mio caro cane B., ti odio anch'io, e non mi piace prendere l'ascensore. Per cui abituati, passerò davanti alla tua porta più volte, ma se mi salterai addosso ancora una volta, ti darò una gomitata nei denti.
Mio caro cane B., ti odio anch'io, e non mi piace prendere l'ascensore. Per cui abituati, passerò davanti alla tua porta più volte, ma se mi salterai addosso ancora una volta, ti darò una gomitata nei denti.
venerdì 20 settembre 2013
Sconcertante
Questa dieta, oltre a farti dimagrire, può trasformare una simpatica paffutella in una ragazza da viale. Incredibile!
martedì 3 settembre 2013
L'estate sta finendo, ma per fortuna c'è DMAX
Ecco, è a questo punto dell'anno che si comincia a canticchiare la nota canzone dei Righeira, un po' come "Jingle Bells" sotto Natale o "Tanti auguri" di fronte a torta e candeline.
Per noi la fine dell'estate è segnata in modo deciso dalla chiusura anticipata dei Bagni e quindi dall'impossibilità di cenare al mare. Essendo madre di due maschietti, l'alternativa è un dopo cena di fronte a DMAX. I programmi preferiti sono corsi di sopravvivenza, schifezze, come rompere i coglioni ad animali solitari.
Nei corsi di sopravvivenza c'è un ragazzo giovane e belloccio che si catapulta su un'isola deserta e ti insegna come sopravvivere, convinto che questa sia la cosa più probabile che ti potrebbe accadere domani. Quindi ho scoperto come costruirmi una capanna, catturare un cinghiale locale, trasportarlo sanguinante da una isola alla MIA isola giusto per verificare se ci sono gli squali nel corridoio di mare che sta nel mezzo, chiedere aiuto ad una barca che passa di lì per caso. Utilissimo. La prossima sfida del nostro amico sarà "Come sopravvivere da cassa integrato a Milano", e qui ti ci voglio.
Nella serie delle schifezze c'è un uomo sempre belloccio che mette le mani nelle cisti dei cavalli morti, oppure pittura delle pelli o apre un pesce. Qui però avrei molto da insegnare, i miei figli fanno molto peggio, dallo scaccolarsi allo scurreggiarti in faccia quando sei distratto.
Invece quello che rompe i coglioni ad animali solitari proprio non lo sopporto. Di nuovo il protagonista è giovane e belloccio, dal fisico scolpito suppongo che quando non rompe i coglioni ad animali solitari si rinchiuda in una palestra a 5 stelle col suo personal trainer. Comunque questo è capace di arrampicarsi 60 metri per andare a vedere l'ape gigante della Malesia. Ma porca puttana, se ha fatto il nido a 60 metri ci sarà un motivo no? Prima di salire nota una formica di tre etti ed esclama "E' fantastica" pretendendo che ci crediamo. Un altro invece va alla ricerca di animali giganti e solitari. Mentre li cerca per ogni dove, e questi intenzionalmente vogliono seminarlo, nota alla base di un albero una merda di rinoceronte del peso di 5 chili (non il rinoceronte, la merda). Ovviamente il rinoceronte ha pensato di pulirsi il culo sul tronco dell'albero, ad un'altezza pari circa all'anca del giovane muscoloso, che esclama in un bel primo piano "Non avevo mai visto una cosa così bella".
Però lo dice sottovoce e sottovento, non si sa mai, il rinoceronte potrebbe offendersi.
Per noi la fine dell'estate è segnata in modo deciso dalla chiusura anticipata dei Bagni e quindi dall'impossibilità di cenare al mare. Essendo madre di due maschietti, l'alternativa è un dopo cena di fronte a DMAX. I programmi preferiti sono corsi di sopravvivenza, schifezze, come rompere i coglioni ad animali solitari.
Nei corsi di sopravvivenza c'è un ragazzo giovane e belloccio che si catapulta su un'isola deserta e ti insegna come sopravvivere, convinto che questa sia la cosa più probabile che ti potrebbe accadere domani. Quindi ho scoperto come costruirmi una capanna, catturare un cinghiale locale, trasportarlo sanguinante da una isola alla MIA isola giusto per verificare se ci sono gli squali nel corridoio di mare che sta nel mezzo, chiedere aiuto ad una barca che passa di lì per caso. Utilissimo. La prossima sfida del nostro amico sarà "Come sopravvivere da cassa integrato a Milano", e qui ti ci voglio.
Nella serie delle schifezze c'è un uomo sempre belloccio che mette le mani nelle cisti dei cavalli morti, oppure pittura delle pelli o apre un pesce. Qui però avrei molto da insegnare, i miei figli fanno molto peggio, dallo scaccolarsi allo scurreggiarti in faccia quando sei distratto.
Invece quello che rompe i coglioni ad animali solitari proprio non lo sopporto. Di nuovo il protagonista è giovane e belloccio, dal fisico scolpito suppongo che quando non rompe i coglioni ad animali solitari si rinchiuda in una palestra a 5 stelle col suo personal trainer. Comunque questo è capace di arrampicarsi 60 metri per andare a vedere l'ape gigante della Malesia. Ma porca puttana, se ha fatto il nido a 60 metri ci sarà un motivo no? Prima di salire nota una formica di tre etti ed esclama "E' fantastica" pretendendo che ci crediamo. Un altro invece va alla ricerca di animali giganti e solitari. Mentre li cerca per ogni dove, e questi intenzionalmente vogliono seminarlo, nota alla base di un albero una merda di rinoceronte del peso di 5 chili (non il rinoceronte, la merda). Ovviamente il rinoceronte ha pensato di pulirsi il culo sul tronco dell'albero, ad un'altezza pari circa all'anca del giovane muscoloso, che esclama in un bel primo piano "Non avevo mai visto una cosa così bella".
Però lo dice sottovoce e sottovento, non si sa mai, il rinoceronte potrebbe offendersi.
lunedì 5 agosto 2013
Io a 23 anni
Venerdì il Botta, che era all'Università con me, mi ha girato questa:
il primo pensiero è stato "Boia com'ero bellina". Il secondo non è stato un pensiero, è stato un tuffo nel passato. Come portavo i capelli, quel maglione a costa inglese, come ero io. Ero più buona, più ingenua, e sicuramente meno sincera.
Ci vuole una certa dose di cattiveria, per dire (quasi) sempre il vero. Eppure alla fine si fa meno del male.
il primo pensiero è stato "Boia com'ero bellina". Il secondo non è stato un pensiero, è stato un tuffo nel passato. Come portavo i capelli, quel maglione a costa inglese, come ero io. Ero più buona, più ingenua, e sicuramente meno sincera.
Ci vuole una certa dose di cattiveria, per dire (quasi) sempre il vero. Eppure alla fine si fa meno del male.
giovedì 1 agosto 2013
Io con i cicloni ho chiuso
La tessera per i Ciclopi a Pisa ieri non ha funzionato. Si è bloccata e non mi ha concesso neanche una bici per raggiungere la stazione. Ho dovuto rimediare con una camminata sotto il sole cocente, sopra le mie scarpe inadatte, ma alla moda, insieme al mio mal di collo. Spalmarsi la crema giorno è un rito decisivo, un collega mi spiegò di darla in senso rotatorio sulle guance e dal basso all'alto per il sotto mento. Il sotto mento mi ha fregata, ho piegato un po' il collo all'indietro, ed ecco il dolore. Al tutto si è aggiunto il PC Staccabile. Non me lo chiamate portatile perché col peso che ha non lo è affatto. Ovviamente ho perso il treno ed il successivo era quasi un'ora dopo. Fumavo per il caldo e la rabbia ed ho scritto un messaggio a marito che il correttore ortografico del cellulare ha modificato in modo inadeguato vomitando un SMS incomprensibile "Io con i cicloni ho chiuso".
mercoledì 24 luglio 2013
Fagioli di schiena
Agricerri ha
portato in ufficio i fagioli di Sorana. Non immagino cosa siano, ma non posso
farmeli sfuggire. Ne compro 2Kg più 1kg di fagiolini, poi realizzo che sono a
piedi fino alla stazione. Non importa, ho il mio zainetto portatile, lo
scompongo, lo carico di fagioli e fagiolini, lo indosso. Non capivo cosa
significasse camminare per le strade di Pisa alle ore 16,30 il 23 Luglio per
2,5Km. I fagioli mi sono sudati sulla schiena, e sul treno chissà perché ho
trovato subito posto a sedere.
Stamani i bimbi
si sono ammalati e marito è solo a casa con loro. “Ho caldo” mi scrive su
Skype, e poi: “Bisogna comprare una
macchinetta del caffè da uno”
“Ce l’abbiamo”
“E dove?”
“Nell'armadio
verde, sportello piccolo”
“Ah, bene e il
caffè dov’è, lo hai nascosto?”
“Si certo...il
caffè è accanto ai biscotti che prendi ogni mattina”
“Ah si è vero”
“Eh già”
“La tachipirina
dove è?”
“Nella scatola
delle medicine, buffo vero?”
“Ma sei
arrabbiata?”
“No amore”
“Ho sete quasi
quasi bevo un Estalet”
Dev'essere buono, l'Estalet!
lunedì 22 luglio 2013
Confusione (2)
Ecco, è successo di nuovo, mi sono lasciata prendere da profonde e complicate riflessioni sul sociale. Perché il modello di uomo/donna moderni è "magro e glabro"? Perché nella nostra rincorsa al mito della giovinezza stiamo cercando quasi tutti di sembrare giovanissimi, no anzi adolescenti, quasi bambini, ovvero secchi e senza peli. E perché? Perché in un mondo che sta perdendo Dio è l'unico modo per cercare di essere immortali. Io lo pensai, io lo scrissi.
Sarà il caldo...
mercoledì 17 luglio 2013
Ghiaccioli al limone fatti in casa
Prendete 5 limoni possibilmente non trattati ed estraetene il succo. Per ogni kg di succo aggiungete 350g di zucchero e la buccia tagliata sottile di 3 limoni. Mettete a cuocere e spegnete il fuoco appena prima che il liquido bolla. Lasciate raffreddare, poi filtrate.
Il succo di limone è pronto, e si può utilizzare una parte di succo e 6 di acqua per fare i ghiaccioli negli appositi stampi, oppure sempre una parte di succo e 6 di acqua come bibita rinfrescante.
martedì 16 luglio 2013
Confusione
In riunione, in ufficio, ho parlato al mio capo ed ai miei colleghi della natura egoistica dell'uomo, della sua tendenza ad essere lupo e quindi, in condizioni economiche difficili come questa, a sbranarsi a vicenda anziché mostrare solidarietà con i simili. Il che secondo me porterebbe a risultati migliori.
Sarà il caldo...
Sarà il caldo...
mercoledì 10 luglio 2013
Una settimana a Parigi con bambini
Informazioni generali: Parigi è cara. Tenete conto che praticamente
costa tutto il doppio; un caffè 2 euro, un gelato 4 euro, e così via. Di bello
c’è che i musei e i monumenti sono gratis per i minori di 18 o 26 anni, quindi
risparmierete nelle visite con i bambini o ragazzi.
Per il nostro
volo abbiamo scelto Rayanair ed abbiamo trovato delle tariffe davvero
concorrenziali. Tenete però conto che Raynair atterra a Parigi Beauvais (che si
pronuncia Buvé), e che per raggiungere il centro di Parigi ci vuole un’oretta
con un comodo bus che costa 16 euro a persona.
A Parigi
abbiamo soggiornato in un appartamento scelto su booking e siamo finito nel
quartiere nero. Niente di preoccupante, solo molti parrucchieri popolatissimi e
ingrossi di abbigliamento per bambini. Il nostro appartamento in particolare
era comunque in un vicolo pedonale che confluiva in un mercato coperto molto
carino, il mercato St.Martin, ed in un paio di locali frequentati da soli
bianchi, anche famiglie con bambini che giocavano a palla di fronte al Marché
(Mercato), come se ci fosse un confine invisibile tra questa zona e la strada
principale.
Clima: aspettatevi di tutto, noi alla fine di giugno abbiamo trovato temperature
tra i 9 ed i 17 gradi ed anche un po’ di pioggia.
Preparatevi: non sarete i soli a voler visitar le bellezze di
Parigi, quindi siate pronti a code di ore presso i principali monumenti e
musei, anche se alcune potranno essere evitate.
Usate la metro per gli spostamenti in città: è
comoda e veloce. Noi abbiamo fatto un biglietto valido 5 giorni, ma ci sono
anche per un numero inferiori, per le zone 1/3 ed è stato davvero utile e
conveniente.
NB=quasi tutti
i musei e monumenti sono gratis la prima domenica del mese. I musei sono chiusi
quasi tutti il lunedì.
Il nostro viaggio: La prima sera il piccolo mi ha chiesto di
tornare a casa sua. C’è da aspettarsi di tutto coi bambini. Il mio piccolo è
piuttosto abitudinario e anche se ha sognato la Torre Eiffel da quando è uscito
il cartone “Ratatouille”, ha già cambiato idea prima ancora di vederla.
Il nostro primo giorno a Parigi è stato dedicato
alla visita della Torre Eiffel e dei giardini della Tuileries. Per la torre, abbiamo
deciso di percorrere il possibile a piedi e ricorrere all'ascensore solo nel
tratto finale. La Torre Eiffel è veramente un miracolo dell’ingegneria ed uno
spettacolo di leggerezza. Pensate che la pressione esercitata sul terreno è
quella di un uomo seduto su una sedia. Dalla cima si gode una panoramica
speciale di Parigi, e salire a piedi è una soddisfazione. Siamo anche riusciti
a litigare con una coppia straniera che cercava di passare avanti alla coda
dell’ultimo ascensore.
Alla base della
torre, oltre a centinaia di venditori ambulanti, anche qualcuno che fingendo di
farti un’intervista cerca di spillarti qualche moneta.
La passeggiata ai
giardini della Tuileries è stata rinfrancante, ci siamo seduti sul bordo lago
su quelle comode seggioline verdi, abbiamo camminato in relax, assistito ad una
manifestazione in costume delle ragazze di Taipei, dato due briciole ai
passerotti.
Abbiamo
dedicato il secondo giorno alla
visita del Louvre. Ci siamo procurati i biglietti il giorno prima, seguendo le
indicazioni di questo sito http://www.italianipocket.com/pocket-louvre-visitare-il-louvre-in-1h30/ e quindi recandoci alla tabaccheria del “Carrousel
du Louvre” (l’entrata con la tenda rossa) evitando così la coda della
biglietteria. Un suggerimento provvidenziale! Ai bimbi è piaciuto tutto, le
statue, l’arte egizia ed islamica, un po’ meno i quadri, ma non La Gioconda. Eppure
io trovo che non si debba cercare qui l’imponenza del grande quadro o l’emozione
del gesto eroico, ma è lo sguardo particolare, ambiguo ed ammiccante, a colpire
ed a restare impresso nella mente. Poi abbiamo visitato Pompidou, più che altro
perché il piccolo voleva veder Kandinsky di cui gli parla il suo maestro. Ne
siamo usciti con una bella definizione dell’arte contemporanea come “quella che
fanno un po’ a caso”, e con un immancabile gelato italiano preso nella
gelateria della piazza del centro Pompidou. Per finire, in metro fino a
Montmatre, chiesa Sacre Coeur e Place du Tertre, dove ci siamo divertiti a
vedere le caricature o “ricariche” come le chiama il grande, fatte in diretta
ai passanti. Infine su forte desiderio di marito, cena alla pizzeria La Pignatta
in Rue de Martyrs; era buona devo ammetterlo.
Terzo giorno dedicato a Versailles. Mi ha colpito tantissimo
come quando ci andai in quinta liceo. I luoghi, la storia, l’immagine della
famiglia reale in quelle sale, la fine di un’era con la Rivoluzione Francese. I
giardini sono da non perdere; i giochi d’acqua delle fontane ci sono il sabato
e la domenica dal 30 marzo al 27 ottobre, ad orari prestabiliti. Consultate il
sito http://www.parigi.it/it/index.php per maggiori dettagli. Per raggiungere
Versailles si prende la RER C direzione Versailles Rive Gauche. Potete comprare
anticipatamente i biglietti di ingresso dove avete preso quelli per il Louvre,
oppure lungo il viale che raggiunge la reggia, prima di entrare nei cancelli, a
sinistra, c’è un piccolo ufficio turistico dove non farete fila, mentre la
biglietteria ufficiale è sovraffollata. Armatevi di pazienza all'ingresso della
reggia, oppure arrivate molto presto.
Quello che mi
affascina del viaggio sono anche le persone, oltre ai luoghi. Al ritorno da
Versailles sulla RER ho chiacchierato con una signora brasiliana con l’apparecchio,
vestita un po’ sciatta, simpatica, che parlava spagnolo. Ma non si parla
portoghese a Brasilia? Comunque questa signora viaggiava in Europa per 30
giorni da sola, aveva un sorriso strano, buono, è scesa mi ha detto che sarebbe
andata a Roma e che i bimbi erano “muyi lindos”.
Quarto giorno scena madre del piccolo, pianto disperato, il
tutto compreso nel prezzo. Dice che vuole andare a Gardaland e che ce lo chiede
da 7 anni (lui ha 7 anni), dice di essere disperato. Al posto di Gardaland gli
offriamo un giro a Notre Dame, una camminata lungo la Senna dove sono stati
installati alcuni giochi per bambini, il Bateaux Mouche (o battello moscio
perché appunto va piano), ed una storia di paura. Si perché spesso mi chiede
una storia di paura. L’ultima volta gli ho raccontato quella del bruco
malefico, e mi sono trovata una processionaria dentro i pantaloni fino al
ginocchio; è vero le processionarie sono urticanti. Questa è stata la volta del
fantasma della Senna. Bisogna che le scriva, metti caso divento famosa.
E poi, Champs
Elysees, Arco di Trionfo, Museo D’Orsay chiuso (è lunedì!), un ragazzo che fa
finta di ritrovare un anello e chiede la ricompensa al passante di turno.
Occhio che questa scena si è ripetuta varie volte per cercare di spillare soldi
ai turisti.
Comunque il
giorno dopo abbiamo preso una macchina a noleggio verso EuroDisney.
Gli ultimi tre giorni siamo stati ad EuroDisney.
Non c’è molto da dire, a parte che abbiamo soggiornato all’Hotel Kyriad e che
ci siamo trovati bene, che vi consiglio di acquistare i biglietti per il parco
direttamente all'hotel in quanto hanno tariffe molto convenienti, che i due
parchi piacciono ovviamente molto ai bambini, ma anche agli adulti, che se ne
esce comunque con una sensazione di opulenza-comprare-mangiare-dolciumi-spreco,
almeno per ciò che mi riguarda (non si potrebbero fare dei parchi davvero
ecologici e solidali?), che per chi come me ha sudato per passare l’otto alla
guida di uno scooter 250 assistere allo Stuntman Show fa parecchio male, e che
se tornate all'aeroporto di Beauvais in macchina occhio a non passare di nuovo
per Parigi, considerate comunque un paio d’ore anche se si tratta solo di 100 Km
circa.
Infine, dice il saggio “Mamma, a me piace più Livorno di Parigi perché a Livorno
ci sono meno barboni. E poi la metropolitana mi fa venire il mal di testa.”
giovedì 13 giugno 2013
I biNbi sperduti
Con l'apertura della stagione balneare sono ricomparsi i biNbi sperduti.
I biNbi sperduti vengono abbandonati sui bagni dall'età di circa 4-5 anni, che è l'età in cui un bimbo livornese medio sa già nuotare piuttosto bene. In realtà è errato parlare di vero e proprio abbandono, in quanto avviene esclusivamente durante la stagione estiva, e rispetta dei tempi ben precisi; ovvero i genitori si nascondono e si mostrano al biNbo sperduto ad orari definiti, quello di pranzo, della merenda, e quello dell'ora di tornare a casa. Il biNbo sperduto ha un culo pauroso in quanto anche in condizioni di tempo avverso, leggasi libecciata sugli scogli, riesce a cavarsela o a trovare qualcuno che lo salva dalle onde, per cui il relativo genitore non si sentirà mai in colpa per il proprio biNbo sperduto. C'è anche da dire che il biNbo sperduto viene solitamente adottato dalla famiglia di qualche amichetto durante la stagione estiva, negli orari che non corrispondono appunto a quelli di pranzo, merenda, fine della giornata al mare. Essendo il biNbo sperduto sprovvisto di qualsiasi cosa a parte il costumino, consiglio le famiglie adottive-stagionali di procurarsi un asciugamano in più, palette-secchiello-palline per la pista in più, la merenda in più in quanto anche se i genitori naturali compariranno per la merenda lo faranno in un momento a caso del pomeriggio e non in quello in cui il biNbo sperduto ha fame o in quello in cui i vostri figli fanno merenda stuzzicando appunto l'appetito del biNbo sperduto.
Comunque una cosa va riconosciuta ai genitori del biNbo sperduto; vengono ascoltati. Appena si mostrano perché è l'ora di andarsene dal mare, basta un fischio o un cenno della mano che il biNbo sperduto lesto va a farsi la doccia e prepararsi. Io, per farmi ascoltare dai miei, devo sparare in aria.
I biNbi sperduti vengono abbandonati sui bagni dall'età di circa 4-5 anni, che è l'età in cui un bimbo livornese medio sa già nuotare piuttosto bene. In realtà è errato parlare di vero e proprio abbandono, in quanto avviene esclusivamente durante la stagione estiva, e rispetta dei tempi ben precisi; ovvero i genitori si nascondono e si mostrano al biNbo sperduto ad orari definiti, quello di pranzo, della merenda, e quello dell'ora di tornare a casa. Il biNbo sperduto ha un culo pauroso in quanto anche in condizioni di tempo avverso, leggasi libecciata sugli scogli, riesce a cavarsela o a trovare qualcuno che lo salva dalle onde, per cui il relativo genitore non si sentirà mai in colpa per il proprio biNbo sperduto. C'è anche da dire che il biNbo sperduto viene solitamente adottato dalla famiglia di qualche amichetto durante la stagione estiva, negli orari che non corrispondono appunto a quelli di pranzo, merenda, fine della giornata al mare. Essendo il biNbo sperduto sprovvisto di qualsiasi cosa a parte il costumino, consiglio le famiglie adottive-stagionali di procurarsi un asciugamano in più, palette-secchiello-palline per la pista in più, la merenda in più in quanto anche se i genitori naturali compariranno per la merenda lo faranno in un momento a caso del pomeriggio e non in quello in cui il biNbo sperduto ha fame o in quello in cui i vostri figli fanno merenda stuzzicando appunto l'appetito del biNbo sperduto.
Comunque una cosa va riconosciuta ai genitori del biNbo sperduto; vengono ascoltati. Appena si mostrano perché è l'ora di andarsene dal mare, basta un fischio o un cenno della mano che il biNbo sperduto lesto va a farsi la doccia e prepararsi. Io, per farmi ascoltare dai miei, devo sparare in aria.
giovedì 6 giugno 2013
martedì 28 maggio 2013
Luoghi comuni
- Credo in Dio, ma non vado in chiesa.
- Mi piace il calcio, ma non l'ambiente che lo circonda.
- Ho un profilo facebook, ma non ci vado mai.
E tu di che luogo comune sei?
lunedì 27 maggio 2013
Ma io quasi quasi, visto il clima...
... faccio l'Albero.
venerdì 24 maggio 2013
Galline
I primi giorni di
Ingegneria a Pisa, io e la mia amica C. che frequentava i corsi di Ingegneria Chimica
mentre io quelli di Ingegneria Elettronica, ci scambiavamo aneddoti sulle ore
in aula. Lei mi raccontò di un suo prof. che oltre ad eleggere tra le
studentesse una addetta alla pulizia della giacca del prof stesso dalla polvere
del gesso tramite apposita spazzola, aveva disegnato alla lavagna una tabella
con le differenze tra la donna e la gallina. Secondo tale prof (minuscolo, ci
tengo) da una parte le galline facevano l’uovo tutti i giorni e dall'altra le
donne avevano le mestruazioni una volta al mese. A tale prof, che mi fece
parecchio incazzare non solo per questa visione limitata dell’universo
femminile, ma anche per il suo approfittarsi del timore e della reverenza di
tutte le matricole universitarie, sia uomini che donne, che difficilmente
avrebbero osato fargli notare una certa vena maschilista e recriminatoria passibile
di denuncia nella tabella di cui sopra, ed a cui avrei volentieri ficcato la
spazzola per togliere la polvere del gesso dalla giacca direttamente nel
deretano o bu’o del culo come dir si voglia, era comunque chiaro il concetto
che il ciclo è mensile.
Bene, cari
signori della USL, che gentilmente mi avete programmato gratuitamente uno
screening del carcinoma del collo dell’utero ovvero un pap test per il giorno
17/4/2013, ed a cui io ho telefonato per posticipare tale appuntamento in
quanto tale giorno avrei avuto appunto le mestruazioni, cosa pensate che possa dirvi quando mi vedo arrivare un nuovo appuntamento per il giorno
17/6/2013 ovvero ESATTAMENTE due mesi dopo?
giovedì 23 maggio 2013
Livorno chiama Ottawa
Certo non capita tutti i giorni di avere ospiti da Ottawa. Abbiamo fatto del nostro meglio, dal divano letto ai cassetti liberi al dormire poco per chiacchierare con loro la sera e portare i bimbi a scuola la mattina. A Livorno è andata bene. La visita della casa di Amedeo Modigliani è stata davvero interessante, non ci ero mai stata, e ringrazio Amaranta service per il supporto, la gentilezza e la professionalità nel presentarci questo artista così moderno, così romantico, così alternativo, così romanzato, così talentuoso. Ringrazio anche i livornesi per la loro simpatia; la mia amica nel tentativo di aprire una chela di favollo ci ha fatto fare la doccia di sugo, ma è stato bello che un cameriere passasse dicendo "Quelli vanno mangiati a casa". Ora se i livornesi buttassero meno spazzatura per terra sarebbe anche meglio. La gita in battello per i canali della Venezia non si è potuta fare, ma quando hanno scoperto che anche noi abbiamo una piccola Venezia si sono meravigliati "Yes, and we also have Shangai and Corea into town". Che meraviglia!
Gli sono piaciuti baccelli e baccellone, il fioraio, il sugo di cinghiale della socera "You have to open a ristorante cinghiale in Ottawa".
Ringrazio anche marito che dapprincipio pareva un gufo, zitto zitto con gli occhi sbarrati, ma poi ha cominciato anche lui a parlare in inglese abbastanza spedito. Bravi i bimbi, bella la gita a Populonia e Campiglia Marittima, che consiglio a tutti. Bella Porto Venere ovviamente, anche se "torta di riso finita" è una verità.
giovedì 9 maggio 2013
No basta è finita, o quasi
Ormai ascolto musica da discoteca solo al corso di ginnastica "Total Body" della palestra, e non la riconosco.
Alla macchinetta del caffè, di fronte a baldanzosi colleghi più giovani, noto la macchia di caffè sul naso di uno di loro e la pulisco con un tovagliolo, COME FOSSI SUA MAMMA; inoltre mi preoccupo se passano troppo tempo sui social network anziché stare all'aria aperta, COME FOSSI LA LORO MAMMA.
Quando sento "Donne, è arrivato l'arrotino, l'ombrellaio!" scendo di corsa con tre coltelli da cucina in mano, E NON PER UCCIDERE QUALCUNO.
Basta, è finita, sto diventando grande, ma c'è ancora una speranza, anzi due:
Io non mi metto i gambaletti
Io non indosso le calze color carne.
Sarebbe davvero troppo.
Alla macchinetta del caffè, di fronte a baldanzosi colleghi più giovani, noto la macchia di caffè sul naso di uno di loro e la pulisco con un tovagliolo, COME FOSSI SUA MAMMA; inoltre mi preoccupo se passano troppo tempo sui social network anziché stare all'aria aperta, COME FOSSI LA LORO MAMMA.
Quando sento "Donne, è arrivato l'arrotino, l'ombrellaio!" scendo di corsa con tre coltelli da cucina in mano, E NON PER UCCIDERE QUALCUNO.
Basta, è finita, sto diventando grande, ma c'è ancora una speranza, anzi due:
Io non mi metto i gambaletti
Io non indosso le calze color carne.
Sarebbe davvero troppo.
giovedì 2 maggio 2013
Dormire con un braccio non tuo
Nel pieno del sonno e della beatitudine concessa da Morfeo, in dormiveglia mi accorgo di una presenza aliena. La tocco, è tiepida, mi accorgo del pollice. E' una mano, col braccio attaccato. E' la mia mano, e c'è il mio braccio. Lo sposto a fatica, non risponde ai miei comandi, è pesante. Forse non è mio.
Lentamente rinviene, formicola, fa un po' male, si sta riattaccando al mio corpo, atomo dopo atomo.
Certo che siamo proprio strani.
Lentamente rinviene, formicola, fa un po' male, si sta riattaccando al mio corpo, atomo dopo atomo.
Certo che siamo proprio strani.
martedì 9 aprile 2013
Non l'ho fatto apposta
Giuro. E' che quando sono arrabbiata rompo qualcosa, involontariamente, in cucina. Sono i miei movimenti bruschi accompagnati da un brontolio neanche tanto sotto voce. Sono le mani che spostano troppo velocemente. Stavolta ce l'avevo con l'Ovo di Pasqua. Io odio l'Ovo di Pasqua. Quest'anno come sempre ne sono arrivati 14, più un coniglio da mezzo chilo che mi guardava con aria beffarda in tutto il mio da fare. Odio la plastica che avvolge l'Ovo, odio l'ovo di plastica che dentro quello di cioccolata avvolge un regalino del cazzo. Insomma via non ci prendiamo per il culo, sono tutti regali del cazzo. A parte le gomme da cancellare che i bimbi hanno trovato in due Ovi su 14. Vi prego basta, siamo una famiglia non siamo un ristorante. Mettetevi d'accordo. Ecco soprattutto le zie, coalizzatevi e fatene uno tutte insieme. Voi risparmiate, noi siamo felici, il mondo vi ringrazierà per il minore spreco di plastiche e risorse.
Quel cazzo di coniglio continuava a guardarmi, col suo campanellino al collo; mi è caduto un bicchiere dove avevo messo del formaggio, e l'ho visto ghignare, giuro. Allora l'ho chiuso nella dispensa, al buio, senza neanche una carota. E poi, perché non è caduto l'altro bicchiere, quello brutto e ormai solitario nel suo genere? Semplice perché non c'era dentro il formaggio. Sbraito qualcosa butto il formaggio nel compost ed il bicchiere rotto nel vetro, e penso ad una frase che mi ha rincorso per tutto il fine settimana "Ne vuoi ancora? non hai mangiato nulla! Un'è mi'a veleno. Sennò si butta via."
Quel cazzo di coniglio continuava a guardarmi, col suo campanellino al collo; mi è caduto un bicchiere dove avevo messo del formaggio, e l'ho visto ghignare, giuro. Allora l'ho chiuso nella dispensa, al buio, senza neanche una carota. E poi, perché non è caduto l'altro bicchiere, quello brutto e ormai solitario nel suo genere? Semplice perché non c'era dentro il formaggio. Sbraito qualcosa butto il formaggio nel compost ed il bicchiere rotto nel vetro, e penso ad una frase che mi ha rincorso per tutto il fine settimana "Ne vuoi ancora? non hai mangiato nulla! Un'è mi'a veleno. Sennò si butta via."
martedì 26 marzo 2013
Non sarebbe stato bello
Oggi a colazione stavo per morire. Non sarebbe stato bello. Come mi dice sempre il piccolo, Kandinsky ha avuto una sfortuna clamorosa perché è morto tre giorni prima del suo compleanno. Non ha potuto neanche organizzare la festa ai gonfiabili! Figuriamoci morire il giorno stesso. Ah si, oggi è il mio compleanno, ne faccio 42. Ed a colazione, con un pezzo di pane e marmellata di traverso, stavo per morire soffocata, mentre marito mi guardava storto, balbettando "Ma cosa fai?".
Alla fine il corpo estraneo è andato già da solo, ed ho potuto inveire "Intervieni no? Ci hanno fatto anche il corso di disostruzione. Almeno una pacca sulla spalla!"
"Di solito sei dai sola a colazione...insomma era solo un po' di pane"
Comunque sono sopravvissuta. Evviva. Mi sono anche presa gli auguri del mi' babbo, che però ha sbagliato, li ha fatti a mia nipote per i 12 anni. Il problema è che quanto a distrazione ho preso da lui. Ed è come se 12 anni li avessi io perdavvero.
lunedì 25 marzo 2013
All'Iper
Infilo 50 cent nell'apposita fessura e cerco di estrarre il carrello della spesa, ma ne escono
5 tipo treno. Provo a separarli per estrarne uno solo; niente, hanno fatto
nocciolo. Mi rivolgo con successo alla fila adiacente, mi aggiudico il mio
carrello, ha una ruota che ogni tanto si inceppa, ma lo governo con forza e
sono convinta che lo domerò. Alla fine della scala mobile mi attendono i
dinosauri. Si! Riproduzioni in movimento, con effetto sonoro ed assembramento
di figlioli, sabbia marroncina ai piedi, piante di plastica. Boia.
Con in mano il
mio Salva Tempo a mo’ di torcia olimpica, procedo velocemente con la spesa.
Sono ormai a più di metà, reparto saponi e cura della persona, sono soddisfatta
del tempo registrato, ma ad un certo punto passando il Salva Tempo non sento più il
familiare BIP. La torcia olimpica si è spenta, il trionfo è ormai lontano,
praticamente sto cazzo di salva tempo si è rotto.
Vaglio in un
microsecondo le possibili opzioni:
- dirigermi al punto d’ascolto e farmi
dare un salvatempo nuovo. Questo significherebbe ribattere tutto il già
battuto, e comunque avere la possibilità della temuta rilettura a fine
spesa.
- proseguire buttando tutto nel carrello
ed andando poi alla cassa normale.
Scelgo la 2,
butto tutto alla rinfusa nel carrello, sono una furia finché un ragazzo mi
interrompe quasi al traguardo, zona verdura, per chiedermi in inglese il numero
per la pesata dei cavolfiori. Gli rispondo in inglese, e mi sento addosso gli
occhi del popolo dell’Ipercoop nel raggio di 2 metri.
Continuo, non mi
distraggo, arrivo a casa, parcheggio, apro il portabagagli, un borsa rotola,
vedo cadere il contenuto. La scena è al rallentatore, io penso che non ci sia
niente da rompere, ma poi la vedo lì, la bottiglia di aceto, che cade lenta,
non faccio niente, rotola cade di punta, ed io sono convinta che non si
romperà, invece si, a terra come è caduta, lentamente si sgretola in tanti
pezzi, ed in odore forte.
Mapporca di
quella puzzolamaremmabonaimpestata la prossima volta vado a fa’ asparagi.
mercoledì 20 marzo 2013
Anche questa è fatta
...disse quello che ammazzò la moglie.
Ecco se dovessi
riassumere l’ultimo mese, ne avrei di cose da dire. Parlo della mia città.
Prima, il risultato delle elezioni ed il forte calo di ciò che resta della
sinistra, almeno tra i giovani. Guardate questo,
l’ho trovato molto bello e molto vero. E ciò che più mi ha colpito è stato
l’abbraccio forte e vero tra quel signore con gli occhiali e quel giovane extra
comunitario che lavora al mercato. Sono piccoli grandi gesti.
Poi la pioggia.
Piove da un mese e l’Arno è gonfio di rabbia.
Il papa; non so
quanto sia sentito nella mia città di mangiapreti, ma sono tutti a dire “Che
bravo papa che papa sorridente semplice povero dura poco” e giocano a fare la
Cassandra della situazione. A me non interessa molto del papa, visto che non
sono credente, mi basta che faccia il suo e stia nel suo. Che pensi ai suoi
credenti. Il resto non sta a me giudicare. Certo che per essere più simpatici
di RaZZingher, almeno a livello espressivo, ci vole poco.
Infine l’acqua. A
Livorno siamo rimasti 3 giorni senz'acqua mercoledì giovedì e venerdì. Quindi
senza scuole. Abbiamo fatto un po’ di scorta alle varie fontanelle disponibili,
ed abbiamo usato quell'acqua in boccioni, secchi e catinelle per lavarci,
scaricare il WC, sciacquare due piatti. Alla fine dei tre giorni avevo la
lavatrice carica di panni da lavare, il cesto che straboccava di roba sudicia,
i fornelli con una pila di piatti e padelle da rigovernare che l’Apprendista
Stregone mi fa una sega, i capelli lezzi, e i bimbi felici a casa. E quello che
ho pensato è stato quanto sia importante l’acqua, quanto siamo abituati male,
quanta ne sprechiamo lasciando il rubinetto aperto mentre ci spazzoliamo i
denti o ci facciamo la barba o ci laviamo i capelli. E che dovremmo rivedere
assolutamente il nostro stile di vita e risparmiare questo bene prezioso.
C’è stato
qualcuno che si è arrangiato con una doccia all'autolavaggio, una bella
rinfrescata a pressione.
E c’è anche stato
chi si è prodigato in critiche acerbe verso la compagnia municipalizzata dell’acqua
e del gas; cari voi, è facile criticare in momenti di difficoltà e dare addosso all'amministrazione col discorso delle bollette troppo care, dei tubi vecchi,
della manutenzione carente, dell’emergenza irrisolta. Gli operai sono stati
quattro giorni nella melma, ed è andata bene che era melma, facendo il
possibile e quasi non dormendo. Le critiche vanno fatte in momenti di serenità
e non di affanno, dove non si fa altro che peggiorare lo stato d’animo già
turbato delle persone.
Quindi adesso che
l’acqua è tornata, vedete di non esagerare quando vi sciacquate il culo, e
soprattutto la bocca.
giovedì 7 marzo 2013
Compleanno con due zeri
Vorrei la casa
inondata di fiori, per questo giorno. Non casa mia. Mia nonna compie 100 anni: “Se me l’avessero detto, non ci avrei creduto”. Un congiuntivo perfetto. Anche
se ogni tanto si lascia trasportare da parole vernacolari o sconce. La pelle è
liscia, morbida, senza rughe. Le gambe affaticate. Mia mamma dice che “compiere
100 anni è come compierne 40”, ma a volte le piace credere in ciò che non è
vero. Di trafiletti sul giornale non se ne è parlato, anche se il messo comunale
è arrivato alla porta coi fiori e l’ha proposto. Ma la mia famiglia è per certi
versi riservata.
Ci ho pensato io,
col mio blog universale. Vuoi mettere?
martedì 5 marzo 2013
Settimana bianca
Ci sono
ricascata. Sono andata in settimana bianca.
Perché?
Prima tappa della
settimana bianca: il noleggio attrezzatura. Entri, puzza di piedi e umido unito
a cera per sci, ammasso di gente perché oggi è il giorno degli arrivi, caldo
abbestia con la giaccavvento in un luogo chiuso. Ne esci esausto.
Seconda tappa:
deposito attrezzatura. Stesso puzzo di piedi e umido, ma senza cera, forse
vendono un alberino aromatico apposito per creare l’atmosfera. Stesso caldo, ed
anche un po’ di buio. Pigi tutto nell'armadietto dei puffi e ti prepari per la
sciata del giorno dopo.
Terza tappa,
sciare finalmente. È mattina presto e fa freddo. Meno male, perché se fa caldo
la neve è pappa. Di te, escono solo due zigomi rosa. Sei pieno di entusiasmo,
ma saranno proprio quei due zigomi rosa esposti al vento pungente delle discesa
a fartelo passare. E pensare che anni fa a tutto ciò si aggiungeva lo skipass
cartaceo appeso alla cerniera con un gommino, che tatata tatata cadenzava la
tua discesa sferzandoti il viso con taglienti sciabolate. Almeno quello non
esiste più, lo skipass è in un taschino e quando passi il tornello
dell’impianto bippa da solo.
Sosta al rifugio.
Rischi di pisciarti addosso. Ti catapulti nel bagno. Il bagno ovviamente è
infondo alle scale, si quelle ripide e umidicce ottime per la camminata con
gli scarponi. Invidi chi ti sorpassa con le scarpe da snowboard, vorresti
convertirti alla tavola solo per quelle. Arrivi al cesso sembri Pinocchio, ti
spogli, fortuna che le salopette intere non usano più, che ogni volta rischiavi
di infilare una manica nella buca. Ti rivesti come un torero al momento della
vestizione.
Scendi fai la
slalom tra la folla e pensi chi me l’ha fatto fare? Poi inizia a nevicare.
Lipperlì non sai se esserne felice o meno, poi apri la bocca tiri fuori la
lingua e mangi quegli enormi fiocconi leggeri come zucchero filato. Ti sembra
di avere otto anni, sei felice. È l’ultima discesa, che affronti sempre con
timore perché nell'ultima discesa di solito ci si spacca le ginocchia, ma va
bene. Sei ancora più felice.
Ti togli gli sci
e li afferri con entusiasmo, e dirigendoti alla macchina scurreggi
allegramente la polenta della sera prima.
mercoledì 20 febbraio 2013
Voglio vivere così
"Amore oggi andiamo a ritirare la tua prima pagella, sei emozionato?"
"E cos'è la pagella?"
"E cos'è la pagella?"
martedì 19 febbraio 2013
Il mio nemico
Il mio nemico è
la placca. Me lo ha detto la mia Igienista Dentale, estraendo con disprezzo un
chicco di grano saraceno nascosto in una cavità intradentale, reduce dalla
colazione del mattino.
È intervenuto il
mio Dentista. Spiegandomi come si spazzolano i denti. La volta precedente era
stato il turno di “come si passa il filo interdentale”. Allora i denti si
spazzolano prima così, poi così, poi dal basso verso l’alto e dall'alto verso
il basso. Il tutto per circa due minuti. Sarebbe meglio non sciacquare la bocca
dopo, ma solo sputare il dentifricio in eccesso. Comprati lo scovolino, può
essere d’aiuto per la pulizia tra dente e dente.
Se penso che il
mio dentista di Genova diceva che il dentifricio è utile solo a spendere dei
soldi.
Comunque uscendo
carica di consigli ho incontrato un mio vecchio amico del Judo. Parlo di vent'anni fa. Ci siamo salutati, e poi mi ha detto “Sono venuto a farmi un
impianto”
“Stereo?” ho
chiesto io. Stessi zitta.
A casa,
soprattutto alla sera, tutto è cambiato. Quando mi spazzolo i denti conto fino
a 120, sbavo come un T-Rex e alla fine sputo come un lama.
mercoledì 13 febbraio 2013
Pop Corn di lenticchie
Esattamente come quando andai all'orale di Microelettronica. Il prof era buffo, ma non simpatico. Aveva i baffi. A me piacciono gli uomini coi baffi. Ma lui non molto. Era magro. Una volta venne in facoltà con quei pantaloncini anni 80 con gli spacchi laterali.
Era estate faceva già caldo e coi vari posticipi dell'esame precedente arrivai ad una settimana da quello di Microelettronica. I miei amici mi dissero "Ma vai al mare". Io non li ascoltai. Testa dura, non ho mai seguito i consigli di nessuno. Studiai in una settimana. "Signorina devo proporle 19". Lo rifiutai, per riprovarlo dopo l'estate con un cattivo imprinting che comunque non mi portò ad un voto eccellente.
Stamattina pensavo pensavo. Ho messo le lenticchie in padella, opportunamente ammollate dalla sera prima, ed ho acceso il fuoco.
Pensavo pensavo...
Un rumore come di fritto senz'olio. Le lenticchiEEEEEE! In padella senz'acqua. L'ho aggiunta al volo.
Stamani ho ascoltato i consigli dei miei amici. E sono giunta ad alcune conclusioni. Cui darò ascolto.
lunedì 11 febbraio 2013
martedì 29 gennaio 2013
Oggi è il giorno dei saluti
Oggi è il giorno
dei saluti. A me non piacciono i saluti, né quando si arriva né quando si
parte. Rappresentano comunque una discontinuità in un flusso che mi piacerebbe
armonico, continuo, che evolve più che cambiare bruscamente. Ma non è così. La
realtà non è così. Niente di drammatico ovviamente, sono persone che hanno
dovuto o voluto lasciare una realtà aziendale che li accompagnava e che loro
accompagnavano da anni, decenni, qualcuno da più di venti anni.
Sono tanti,
davvero tanti oggi. Ad ogni blink della posta un messaggio di saluti.
Ciao a presto in
bocca al lupo ho imparato tante cose conosciuto molte persone stretto alcune
amicizie vissuto svariate esperienze ecco i miei riferimenti.
Anche tu? Non lo
sapevo. Ciao a presto!
Decine.
Non leggo rabbia,
ma un po’ di tristezza un po’ di speranza parecchia incertezza.
martedì 22 gennaio 2013
Conversazioni in casa B.
La nonna M. di
anni 98 ha qualche problema di stitichezza. Marito decide di chiamarla per
sentire come sta.
“Nonna, hai
ca’ato?”.
...
Finisce la
conversazione, e marito butta giù il telefono.
“Certo potevi
essere un po’ più educato!” gli dico.
“Non sai cosa mi
ha detto lei!” risponde lui “le ho fatto notare che meno male c’è qualcuno che le fa
qualche clistere”.
“E cosa ti ha
risposto?”
“Si, ma a
pigliallo in culo sono io”.
IMPRESSIV!
martedì 15 gennaio 2013
Abemus Muffae
Cazzo abbiamo la muffa. Ma non tanta, pochissima, nella camera esposta a nord. Marito si è subito prodigato in spargimento di prodotti antimuffa e areazione locali. Dopodiché ovviamente si è rivolto ad internet. Dove ha trovato preziosi consigli e spaventose predizioni. Pare che la muffa provochi vari malesseri tra cui il rincoglionimento degli abitanti della casa. Quindi, piano 2, chiedere lumi a tutti i conoscenti incontrati in questi giorni, i quali ci hanno prodigato ulteriori consigli tra cui areare i locali ogni due ore per cinque minuti. Infine ci siamo rivolti all'INGENIERE. Sapevo che sarebbe andata così; l'INGENIERE ha tirato fuori un grafico in cui a seconda della temperatura della casa, della temperatura della parete interessata e dell'umidità della casa, puoi scoprire il punto di intersezione esatto di tutte le linee e capire in quali condizioni precise si crea la muffa. Quindi marito ha cominciato a vagare per casa con il grafico dell'INGENIERE e un misuratore di umidità che ci è stato prestato, ma che in realtà ti dice il giorno e la temperatura. L'INGENIERE ci ha anche detto che una famiglia media produce circa 7 litri di acqua al giorno. Vapore acqueo insomma. Ti esce dai pori e non ci puoi fare nulla. Quindi siamo noi in realtà la causa della povera muffa. Senza contare il vapore acqueo che ti esce dal culo. Da questo ho dedotto che per eliminare la muffa abbiamo due possibilità:
- Abbandonare la casa
- Scurreggiare meno.
Grazie INGENIERE!
venerdì 11 gennaio 2013
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