martedì 29 gennaio 2013

Oggi è il giorno dei saluti




Oggi è il giorno dei saluti. A me non piacciono i saluti, né quando si arriva né quando si parte. Rappresentano comunque una discontinuità in un flusso che mi piacerebbe armonico, continuo, che evolve più che cambiare bruscamente. Ma non è così. La realtà non è così. Niente di drammatico ovviamente, sono persone che hanno dovuto o voluto lasciare una realtà aziendale che li accompagnava e che loro accompagnavano da anni, decenni, qualcuno da più di venti anni.
Sono tanti, davvero tanti oggi. Ad ogni blink della posta un messaggio di saluti.

Ciao a presto in bocca al lupo ho imparato tante cose conosciuto molte persone stretto alcune amicizie vissuto svariate esperienze ecco i miei riferimenti.

Anche tu? Non lo sapevo. Ciao a presto!

Decine.

Non leggo rabbia, ma un po’ di tristezza un po’ di speranza parecchia incertezza.

2 commenti:

spina ha detto...

Mio padre ha lavorato nella stessa azienda per dodici anni. Poi l'hanno licenziato per sostituirlo con un computer, che fa tutto ciò che faceva mio padre, ma meglio. La cosa più deprimente è che mia madre ha abbandonato la casa e ne ha comprato uno.

(Woody Allen).

In bocca al lupo a tutti quelli che da domani se ne andranno altrove!

Verosimile ha detto...

«Io vi maledico» c’è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell’Ilva di Taranto ha voluto mettere per strada, sotto casa sua. «Io vi maledico», dice la figlia dell’imprenditore che si è ucciso strozzato dall’usura bancaria, la studentessa venuta dalla Puglia e mantenuta da genitori operai che trova chiuse le stanze dei baroni romani, il minatore del Sulcis che voleva fare politica per la sua gente ma non ha trovato posto, la sindaca della Locride minacciata di morte, che vede andare milioni di euro in fumo. Sale dalle manifestazioni di piazza, dall’indifferenza offesa degli italiani assenti, una rabbia che è insieme fragilità, impotenza. La rabbia giusta dei giovani indignati che contagia le città di tutto il mondo e quella cieca di chi lancia sassi... Dal libro di Concita De Gregorio