mercoledì 10 luglio 2013

Una settimana a Parigi con bambini

Informazioni generali: Parigi è cara. Tenete conto che praticamente costa tutto il doppio; un caffè 2 euro, un gelato 4 euro, e così via. Di bello c’è che i musei e i monumenti sono gratis per i minori di 18 o 26 anni, quindi risparmierete nelle visite con i bambini o ragazzi.
Per il nostro volo abbiamo scelto Rayanair ed abbiamo trovato delle tariffe davvero concorrenziali. Tenete però conto che Raynair atterra a Parigi Beauvais (che si pronuncia Buvé), e che per raggiungere il centro di Parigi ci vuole un’oretta con un comodo bus che costa 16 euro a persona.
A Parigi abbiamo soggiornato in un appartamento scelto su booking e siamo finito nel quartiere nero. Niente di preoccupante, solo molti parrucchieri popolatissimi e ingrossi di abbigliamento per bambini. Il nostro appartamento in particolare era comunque in un vicolo pedonale che confluiva in un mercato coperto molto carino, il mercato St.Martin, ed in un paio di locali frequentati da soli bianchi, anche famiglie con bambini che giocavano a palla di fronte al Marché (Mercato), come se ci fosse un confine invisibile tra questa zona e la strada principale.
Clima: aspettatevi di tutto, noi alla fine di giugno abbiamo trovato temperature tra i 9 ed i 17 gradi ed anche un po’ di pioggia.
Preparatevi: non sarete i soli a voler visitar le bellezze di Parigi, quindi siate pronti a code di ore presso i principali monumenti e musei, anche se alcune potranno essere evitate.
Usate la metro per gli spostamenti in città: è comoda e veloce. Noi abbiamo fatto un biglietto valido 5 giorni, ma ci sono anche per un numero inferiori, per le zone 1/3 ed è stato davvero utile e conveniente.
NB=quasi tutti i musei e monumenti sono gratis la prima domenica del mese. I musei sono chiusi quasi tutti il lunedì.
Il nostro viaggio: La prima sera il piccolo mi ha chiesto di tornare a casa sua. C’è da aspettarsi di tutto coi bambini. Il mio piccolo è piuttosto abitudinario e anche se ha sognato la Torre Eiffel da quando è uscito il cartone “Ratatouille”, ha già cambiato idea prima ancora di vederla.
Il nostro primo giorno a Parigi è stato dedicato alla visita della Torre Eiffel e dei giardini della Tuileries. Per la torre, abbiamo deciso di percorrere il possibile a piedi e ricorrere all'ascensore solo nel tratto finale. La Torre Eiffel è veramente un miracolo dell’ingegneria ed uno spettacolo di leggerezza. Pensate che la pressione esercitata sul terreno è quella di un uomo seduto su una sedia. Dalla cima si gode una panoramica speciale di Parigi, e salire a piedi è una soddisfazione. Siamo anche riusciti a litigare con una coppia straniera che cercava di passare avanti alla coda dell’ultimo ascensore.
Alla base della torre, oltre a centinaia di venditori ambulanti, anche qualcuno che fingendo di farti un’intervista cerca di spillarti qualche moneta.
La passeggiata ai giardini della Tuileries è stata rinfrancante, ci siamo seduti sul bordo lago su quelle comode seggioline verdi, abbiamo camminato in relax, assistito ad una manifestazione in costume delle ragazze di Taipei, dato due briciole ai passerotti. 


Abbiamo dedicato il secondo giorno alla visita del Louvre. Ci siamo procurati i biglietti il giorno prima, seguendo le indicazioni di questo sito http://www.italianipocket.com/pocket-louvre-visitare-il-louvre-in-1h30/ e quindi recandoci alla tabaccheria del “Carrousel du Louvre” (l’entrata con la tenda rossa) evitando così la coda della biglietteria. Un suggerimento provvidenziale! Ai bimbi è piaciuto tutto, le statue, l’arte egizia ed islamica, un po’ meno i quadri, ma non La Gioconda. Eppure io trovo che non si debba cercare qui l’imponenza del grande quadro o l’emozione del gesto eroico, ma è lo sguardo particolare, ambiguo ed ammiccante, a colpire ed a restare impresso nella mente. Poi abbiamo visitato Pompidou, più che altro perché il piccolo voleva veder Kandinsky di cui gli parla il suo maestro. Ne siamo usciti con una bella definizione dell’arte contemporanea come “quella che fanno un po’ a caso”, e con un immancabile gelato italiano preso nella gelateria della piazza del centro Pompidou. Per finire, in metro fino a Montmatre, chiesa Sacre Coeur e Place du Tertre, dove ci siamo divertiti a vedere le caricature o “ricariche” come le chiama il grande, fatte in diretta ai passanti. Infine su forte desiderio di marito, cena alla pizzeria La Pignatta in Rue de Martyrs; era buona devo ammetterlo.


Terzo giorno dedicato a Versailles. Mi ha colpito tantissimo come quando ci andai in quinta liceo. I luoghi, la storia, l’immagine della famiglia reale in quelle sale, la fine di un’era con la Rivoluzione Francese. I giardini sono da non perdere; i giochi d’acqua delle fontane ci sono il sabato e la domenica dal 30 marzo al 27 ottobre, ad orari prestabiliti. Consultate il sito http://www.parigi.it/it/index.php per maggiori dettagli. Per raggiungere Versailles si prende la RER C direzione Versailles Rive Gauche. Potete comprare anticipatamente i biglietti di ingresso dove avete preso quelli per il Louvre, oppure lungo il viale che raggiunge la reggia, prima di entrare nei cancelli, a sinistra, c’è un piccolo ufficio turistico dove non farete fila, mentre la biglietteria ufficiale è sovraffollata. Armatevi di pazienza all'ingresso della reggia, oppure arrivate molto presto.
Quello che mi affascina del viaggio sono anche le persone, oltre ai luoghi. Al ritorno da Versailles sulla RER ho chiacchierato con una signora brasiliana con l’apparecchio, vestita un po’ sciatta, simpatica, che parlava spagnolo. Ma non si parla portoghese a Brasilia? Comunque questa signora viaggiava in Europa per 30 giorni da sola, aveva un sorriso strano, buono, è scesa mi ha detto che sarebbe andata a Roma e che i bimbi erano “muyi lindos”.
Quarto giorno scena madre del piccolo, pianto disperato, il tutto compreso nel prezzo. Dice che vuole andare a Gardaland e che ce lo chiede da 7 anni (lui ha 7 anni), dice di essere disperato. Al posto di Gardaland gli offriamo un giro a Notre Dame, una camminata lungo la Senna dove sono stati installati alcuni giochi per bambini, il Bateaux Mouche (o battello moscio perché appunto va piano), ed una storia di paura. Si perché spesso mi chiede una storia di paura. L’ultima volta gli ho raccontato quella del bruco malefico, e mi sono trovata una processionaria dentro i pantaloni fino al ginocchio; è vero le processionarie sono urticanti. Questa è stata la volta del fantasma della Senna. Bisogna che le scriva, metti caso divento famosa.
E poi, Champs Elysees, Arco di Trionfo, Museo D’Orsay chiuso (è lunedì!), un ragazzo che fa finta di ritrovare un anello e chiede la ricompensa al passante di turno. Occhio che questa scena si è ripetuta varie volte per cercare di spillare soldi ai turisti.


Comunque il giorno dopo abbiamo preso una macchina a noleggio verso EuroDisney.


Gli ultimi tre giorni siamo stati ad EuroDisney. Non c’è molto da dire, a parte che abbiamo soggiornato all’Hotel Kyriad e che ci siamo trovati bene, che vi consiglio di acquistare i biglietti per il parco direttamente all'hotel in quanto hanno tariffe molto convenienti, che i due parchi piacciono ovviamente molto ai bambini, ma anche agli adulti, che se ne esce comunque con una sensazione di opulenza-comprare-mangiare-dolciumi-spreco, almeno per ciò che mi riguarda (non si potrebbero fare dei parchi davvero ecologici e solidali?), che per chi come me ha sudato per passare l’otto alla guida di uno scooter 250 assistere allo Stuntman Show fa parecchio male, e che se tornate all'aeroporto di Beauvais in macchina occhio a non passare di nuovo per Parigi, considerate comunque un paio d’ore anche se si tratta solo di 100 Km circa.


Infine, dice il saggio “Mamma, a me piace più Livorno di Parigi perché a Livorno ci sono meno barboni. E poi la metropolitana mi fa venire il mal di testa.”

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