mercoledì 15 aprile 2009

Percorsi


Stamattina ho fatto la mia prima cavalcata su quello scooter enorme che mi ostino a domare. Avrei pianto ad ogni incrocio e ad ogni buca del mio percorso, per non parlar delle rotatorie, questa magica invenzione moderna che può portarti ovunque nonostante giri sempre su se stessa. Sul treno ho finalmente aperto il mio libro, quando è arrivata la solita tipa; un incrocio tra ragazza e signora, le scarpe decolté nere col tacco a tronco di cono ed una delle sue giacche colorate, una grossa borsa a tracolla, ha cominciato a cinguettare con una sua amica parlando di “Amici” come se davvero fossero suoi amici. Le simpatie e le antipatie si annusano e si sfiorano, dopo non si può più farci niente. Non vorrei proprio dover conoscere questa persona per confermare che mi sta veramente sulle palle. E poi sarà l’orario indecente e la sonnolenza del resto del vagone, ma davvero trovo la sua voce ed i suoi argomenti fuori luogo. Preferisco allora la signora sulla LAM, probabilmente sudamericana, composta su quell’autobus che io prendo al volo uscendo di corsa dal treno, le volte che indovino la parte da cui si aprono le porte.

2 commenti:

Spartacus ha detto...

Siamo tutti sullo stesso treno, e i compagni di viaggio non ce li possiamo scegliere, purtroppo ... o per fortuna.
E quante volte abbiamo sbattuto la faccia contro le porte chiuse.
A questo punto, dobbiamo decidere se:
tirare il freno d' emergenza,
o lasciare che il mostro divori la pianura.

Verosimile ha detto...

Se non posso scegliere i compagni di viaggio, almeno posso scegliere i vicini di posto. Ed aprire il finistrino, se l'aria si fa troppo pesante. Chi dirige il treno, ovviamente, non si fa mai vedere.