martedì 28 aprile 2009

La ragazza del secolo scorso

“… i lavoratori, la classe operaia, sono sempre là – checché si vada raccontando - ma che si muovono e manifestano e visualizzano soltanto quando si sentono uniti e in condizione, se non di vincere, di andare avanti. Non hanno il gusto della disobbedienza, hanno cose più serie cui dare la priorità, per esempio come vivere. Magari male ma vivere. In quegli anni li vidi scendere e salire nei tram e attraversare i cancelli sotto gli occhi dei guardiani, ci salutavano a distanza, ben stretti a un salario che si poteva perdere, poco inclini anche allo scherzo amarognolo che sta da secoli al fondo dell’umorismo lombardo – il quale poco sa di momenti di libertà, se non sei padrone di altri non lo sei neanche di te stesso.”

Scrive Rossana Rossanda parlando degli anni 1948 - 1950. Oggi, anno 2009, non vedo molte differenze, se non quella culturale: i nuovi operai siamo noi, diplomati e quasi sempre laureati, e ci chiamano impiegati. Il resto, identico.