mercoledì 21 aprile 2010

Chissà com’è

Chissà com’è avere il posto fisso. No, non dico il contratto a tempo indeterminato, quella è un’altra cosa, dico proprio il posto fisso, quello sicuro, per tutta la vita, fino alla pensione, finché morte non ci separi. Partire da casa con la merenda e gli spiccioli per il caffè, entrare ed essere sicuri che nessuno ti pagherà PER ANDARTENE, per smettere di lavorare. Che assurdità. Nessuno ti prenderà da parte e ti inviterà nell’Ufficio del Personale (del Padrone) convincendoti con varie manovre psicologiche che è meglio prendere il malloppo e firmare la tua lettera di licenziamento. Nessuno cercherà di trasferirti a centinaia di chilometri da casa, con la scusa della crisi globale o dell’efficenza locale. Anche se tu hai sempre lavorato con impegno contribuendo secondo le tue capacità al sostentamento dell’azienda.
Chissà com’è.
Forse non è niente. Forse ci si fa l’abitudine e si finisce per lamentarsi comunque di qualcos’altro, magari dell’orario di lavoro o dell’assenza di parcheggio interno. Forse si è talmente raccomandati da poter contare su ulteriori raccomandazioni per un posto migliore, più in alto, maggiormante retribuito, e sempre fisso.
Io non lo so com’è.

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