martedì 26 gennaio 2010

Tale e quale


E’ passato il trauma da trasferimento, quella dimensione onirica in cui ogni mattina ti svegli e ti stupisci di non essere nella solita stanza di sempre, di non percorrere la solita strada di sempre, di non vedere le solite facce di sempre. Ci e’ voluto quasi un anno ed ho finito per fare alcune considerazioni, soprattutto sui miei errori. Sul mio stupido tentativo di rimappare la mia vita su una cartina geografica diversa, voler ripetere i soliti gesti, i soliti riti, le stesse abitudini in un contesto differente. Ho provato a far combaciare due figure che non erano tali e quali. In questo sono stata davvero poco “ju”, poco flessibile. Non ho pensato che invece certe cose dovevo davvero ricostruirle da capo, come ho fatto 12 anni fa in una citta’ nuova. Avrei dovuto affrontare la mia nuova vita senza schemi, adattandomi, con lo stupore di un bambino. Posso farlo da adesso. Mi era venuto abbastanza naturale quest’estate, quando al mare abbiamo trascorso giornate davvero divertenti e serene. Ci sto riuscendo di nuovo solo adesso, che ho scoperto di avere diverse possibilita’.
Il resto verra’ da se’.

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