Odio perdere l'autobus. Odio vedere quel culone giallo voltarmi davanti ed allontanarsi soddisfatto e sbuffante. Soprattutto quando parte un minuto in anticipo, io mi affretto, ma lui incurante dell'importanza di quei miseri sessanta secondi mi lascia lì da sola, al buio della fermata, all'umidità del mattino. Controllo il cellulare per vedere l'ora, verifico che non è tardi e che poteva anche aspettare quella manciata di secondi in più. Sussurro qualche parolaccia, ovviamente. Rimango a pensare se non sia il caso di comprarmi una rivista per i prossimi venti minuti che mi separano dall'autobus successivo. Perchè oggi, proprio oggi, non ho il libro con me. E non ho il libro con me perchè ho questo cazzo di PC portatile a tracolla. Visto il peso, più che portatile, lo chiamerei pesabile. Osservo gli spazzini, mi accanisco coi fumatori che buttano le cicche per terra, cerco di capire se la macchina che aspira e lava con le spazzole non potrebbe velocizzare anche le pulizie di casa, guardo un senza-tetto in ciabatte ed impermeabile fumarsi una cicca ed avviarsi lento da qualche parte, rimugino sulla crisi economica e sull'opportunità di avere un pezzo di terra con galline e conigli.
Ah, ecco di nuovo l'autobus. Stavolta non mi scappi.
2 commenti:
Ogni volta che si perde l'autobus, mentre si aspetta il successivo si scopre un mondo che, fino a quel momento, avevamo visto solo di lontano. A volte conviene perdere l'autobus, a volte no. Dipende da cosa si scopre...
Insomma, a me quando perdo l'autobus mi girano parecchio i coglioni.
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