lunedì 21 novembre 2011

Vado a farmi benedire dai greci

Domenica. Marito indossa pantaloncini e scarpette da ginnastica. Mi ha detto "Vado a correre un po'". Ha avuto una tendinite ed è fermo da parecchio. I bimbi si sono organizzati in modo geniale: petto nudo, pantaloni del pigiama, la fascia da montagna per le orecchie messa in vita come cinturone ed i guanti da neve come guantoni. Fanno la box. Ad un certo punto un rumore sordo, silenzio, lamento, non pianto, marito è sulla porta, torna indietro, arriva il grande con la faccia bianca e dolorante. Si è rinchiuso il mignolo destro nella porta, ha un taglio, ed il dito è già nero e gonfio.
"Quante volte, quante volte vi abbiamo detto di non sbattere gli usci?"
Marito è piuttosto adirato, vestito da runner. I bimbi sono vestiti da boxers, io in pigiama ed esclamo
"Meglio un dito rotto che il volo di ieri di Laila dai gonfiabili". Si perchè ieri Laila è stata catapultata fuori come un proiettile dal tetto di un gonfiabile su cui si era arrampicata nonostante i miei avvisi, ed è caduta sul duro pavimento traumatizzando tutti e facendosi un bel bernoccolo. Mi sembra di essere la Sibilla, o il grillo parlante.
Basta, vado a farmi benedire dai greci (http://www.costadeglietruschi.it/toscana_mediterranea/dettaglio_arte.asp?keyarte=40). Comunque niente di rotto.