martedì 9 novembre 2010

Bandiere rosse



Inizialmente sarà andata così: qualcuno manda una lettera o un e-mail al “Giornale”, che manda un inviato e scopre che è vero. Che a Livorno sventolano delle bandiere rosse in prossimità di un asilo. Questo inviato non si sofferma o non vuole soffermarsi sul fatto che queste bandiere sono lì da decenni a commemorare il luogo dove nel 1921 venne fondato il Partito Comunista, e che l’asilo è stato ricavato molto più recentemente dalle rovine dello stesso teatro. Questo inviato non sa o fa finta di non sapere che a Livorno appena gli dai l’occasione ti prendono per il culo, non è cattiveria, è costume locale, come il pesto per Genova o il panforte a Siena. Va da Mariastella e le sussurra in un orecchio che non sono solo i leghisti, ma anche i comunisti, a mettere simboli propri nelle scuole, e che bisogna intervenire sul rosso come si era stati costretti a fare per il verde. Mariastella è una precisa, e non sa o fa finta di non sapere che a Livorno, non appena gli dai l’occasione, ti prendono per il culo, non è cattiveria, è costume locale.

Non si rammenta neanche di quell’estate del 1984, quando dragarono il Fosso Mediceo alla ricerca di quelle famose teste che Amedeo Modigliani, secondo la leggenda, gettò nel fosso in un momento di rabbia o di sconforto proprio perchè i suoi concittadini lo prendevano, appunto, per il culo, ma senza cattiveria. Non si rammenta di quegli studenti che in giardino costruirono una scultura simile alle teste a la gettarono proprio lì, nei fossi, giusto per prendere per il culo le autorità e i giornalisti. Che ci cascarono credendole autentiche. Non sapevano o fecero finta di non sapere che a Livorno, appena gli dai l’occasione, ti prendono per il culo, non è cattiveria, è costume locale. E per ribadire il concetto, vi fu anche un artista livornese che senza sapere dei ragazzi di cui sopra gettò anche lui le sue due belle sculture nel fosso.

Insomma, arriva l’ispettore e verifica fatti e bandiere. Nel frattempo TV e stampa locali intervistano sindaco e genitori, che la prendono a ridere “Venga pure l’ispettore, e porti du’ vaini per ristrutturare l’edificio, che ne ha bisogno”.
E adesso? Ovviamente li prendono per il culo, era inevitabile: “I livornesi cianno rossa anche la fava! E la fanno perfino sventolà”, soprattutto quando c’è libeccio.

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