Gorgona.
La sensazione di essere in un'isola fantastica, dove il blu del mare fa a gara col verde della macchia mediterranea, dove si sente il silenzio, dove i gabbiani sono davvero uccelli liberi a difesa del nido e non schiavi della spazzatura umana, dove gli aromi di numerose piante endemiche ti inebriano e dove il tatto della roccia fresca ti fa venire i brividi.
Poi, la sensazione di essere in un bosco di montagna, il fresco, l'ombra, il piccolo cimitero, la storia delle poche famiglie che risiedavano qui.
Il lavoro degli uomini che scontano la loro libertà alle vigne, all'orto, accudendo animali domestici.
I viottoli del paese con i ciottoli del mare, l'assenza di macchine, la sensazione di essere sempre più in alto della realtà.
Infine il bagno nell'acqua cristallina, la spiaggia piccola e semideserta.
Ho sperato, ad un certo punto, che una libecciata ci trattenesse lì per qualche giorno.
Partendo, dal traghetto, abbiamo salutato la signora Citti che con la mano faceva ciao dalla finestra di casa sua. E' lei l'unica vera amante segreta ancora vivente dell'isola.
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