giovedì 1 giugno 2017

La mia gita in Gorgona - secondo un undicenne

25/05/2017
Il 24 maggio mi sono alzato presto, ero assonnato ma allo stesso tempo eccitato per la gita in Gorgona con la mia classe.
Il viaggio di andata è durato circa un’ora ed appena siamo arrivati ho notato subito un’acqua splendente e un polpo bello grosso. La nostra guida di nome M. ci ha fatto vedere un vecchio muro romano per farci capire che l’isola era abitata, qualche minuto dopo siamo entrati nel paese dei pescatori, precisamente allo spaccio dove io e la mia classe abbiamo fatto un piccolo spuntino, lì vendevano la pizza fatta proprio dai carcerati e altri cibi fatti sempre da loro, l’isola di Gorgona è un carcere.
Poco dopo la guida ci ha fatto vedere cala Martina, molto bella per i miei gusti. Una volta visitata la cala ci siamo recati alla torre dell’orologio che funziona come la meridiana poi al bosco dove abbiamo visto carcerati che giravano per l’isola i quali sono quasi liberi, per andare nel carcere della Gorgona devi avere già fatto due terzi della tua pena e devi avere anche una buona condotta carceraria.
Poi ci siamo addentrati nel bosco dove c’era molto silenzio e calma, dopo qualche ora di cammino M. ci ha fatto vedere una pianta che c’è solo in questa isola, la pianta si trovava sopra uno strapiombo mozzafiato.
Poi siamo andati al cimitero dove la guida ci ha fatto leggere in particolare la lapide di Giovanni Citti con su scritto di porgere una preghiera a lui il quale defunto è il padre di L. Citti una signora di novanta anni la quale è l’unica persona che abita tutto l’anno in Gorgona e M. ci ha raccontato che quando si fa il viaggio di ritorno Lei apre la finestra e saluta.
Ma ora arriva il pezzo divertente della gita: una mezzora prima di sbarcare quasi tutta la classe ha fatto il bagno l’acqua era fredda ma ci si stava bene, poi siamo andati sugli scogli dove J. ha tentato di ributtare un polpo in mare ma è successo qualcosa di inaspettato: l’animale si è attaccato al braccio del mio amico e agitava la mano per cercare di liberarsi e urlava aiutoooo! Alla fine il polpo si è liberato dal braccio di J.
Al viaggio di ritorno si è salutato L. Citti. È stata davvero una bella esperienza!!!!

                                                                                               FINE!

                                                             CIAO!

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