giovedì 15 gennaio 2015

Il mio piccolo Frankenstein

Ho letto con passione, tempo fa, il libro di Mary Shelley. E' sicuramente intrigante l'idea di creare la vita, ma quello che mi ha colpito di più è stato quanto il romanzo sia stato male interpretato nelle varie versioni cinematografiche esistenti, anche le più moderne.
Infatti leggendo il testo non c'è mai cenno esplicito a come la creatura venga appunto creata, se non alla fine quando si parla del tentativo di generare per lui una compagna; l'aspetto cruento e terrificante è stato invece quello maggiormente sottolineato sul grande e piccolo schermo. Vi è invece molta attenzione al travaglio psicologico della creatura stessa, che cerca un timido avvicinamento del genere umano, con una attenzione che mal si accosta alle sue sembianze gigantesche e mostruose. Si descrive come la creatura piano piano impari a capire e parlare proprio come fosse un bambino appena nato, e come poi apprenda ed impari ad amare la cultura ed il sapere, nonché le emozioni umane, per poi chiudersi in una rabbia vendicativa ogni volta che viene rifiutato dalla società per il suo aspetto mostruoso. Analogamente sprofonda nell'abisso della disperazione e del senso di colpa il suo creatore, il dottore, che lo insegue cercando di ucciderlo.

Il tutto per dire: anche noi in casa abbiamo il nostro piccolo Frankenstein! Marito si è impegnato nel creare un PC portatile nuovo dall'unione di due non funzionanti, ed alla fine ne ha portato a casa uno enorme, pesante e ... affettuosamente mostruoso. La finestra video è più grande dello schermo, quindi aprendolo se ne vedono le interiora che contiamo di coprire con qualche "tapullo". Accendendolo, pare che decolli. Eppure marito ne è così orgoglioso, certo non rifiuta la sua creatura, ma anzi la loda per le sue capacità, la sua memoria, la sua velocità.
Anche la storia di Frankenstein poteva essere diversa.

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