venerdì 11 maggio 2012

Racconti partigiani



Un soleggiato giorno di festa. Anzi no, è il 25 Aprile, che ormai per noi è solo la giornata delle scampagnate. La casa nel sole, circandata da prati verdi brillanti, rilassa davvero. I bimbi giocano liberi. Si ferma un’auto e scendono due signori anziani. Uno esclama “Si, ho vissuto qui, da giovane”. Si ricordano di lui, è tornato altre volte. Scende l’altro, ha i capelli bianchi: “ Io qui ero partigiano”. I bambini gli corrono incontro incuriositi. “Prego entri” lo invita la padrona di casa. Si fa avanti, osserva tutto con attenzione ed i suoi occhi oltrepassano il tempo e tornano indietro di decine di anni, tutto si trasfoma, riconosce i luoghi e ricorda i fatti. Torna fuori “Qui c’erano due americani con noi, poi una bomba; uno morì sul colpo accasciando la testa, l’altro dissanguato per una ferita alla coscia. Quanto urlò prima di lasciarci!”. I suoi occhi tornano giovani e piangono lacrime. I bambini lo circondano cantando “Bella ciao”.
Si è partigiani anche a 90 anni.

Liberamente tratto da una storia vera.

3 commenti:

Henry Every ha detto...

Il partigiano è come il carabiniere.
Nei secoli fedele.

Verosimile ha detto...

Il partigiano però non riceve stipendio.

Henry Every ha detto...

Ora come allora, sono i volontari che hanno salvato e sempre salveranno l'Italia.