“Gastrrrrrrrrrrte
Reflrrrrrrr 5glg Perrrrrr 2clg EVENTUALMENTE ....” La penna scivola sul foglio
e ovviamente non si legge una sega, a parte “EVENTUALMENTE” scritto chiaramente
in stampatello maiuscolo. Devono fargli un corso di scrittura medicale insieme alla
laurea. Comunque il mio medico è simpaticissimo, livornese verace legge il
Vernacoliere, mi legge sul Vernacoliere e ne parla coi miei, anche loro suoi
pazienti. Ovviamente non sa che il mì babbo mi diserederebbe per quei pezzi, se
solo avesse una qualche eredità monetaria. Comunque chiedo “Ma se mi va, posso
mangiare cosa mi pare?”.
“Si, a parte il
bufalo cotto alla maniera Apache, ovviamente”.
Ecco, sono stata
digiuna due giorni e mezzo tra crampi di stomaco e spossatezza, per via di
questo virus. In questo intervallo, oltre a dormicchiare tipo la mì nonna, ho
potuto osservare con attenzione le venature di legno dell’armadio di fronte al
nostro letto e riflettere sul concetto “Come si sta bene quando si sta bene”. Che
sembrerebbe un pleonasmo, ma in realtà è un concetto assai profondo, su cui
bisognerebbe riflettere più spesso.
Tipo il Primo
Maggio.
3 commenti:
Parole sagge, ma difficili da mettere in pratica.
- Commuoversi alle immagini in TV dei bambini africani affamati, davanti a un bel piatto di lasagne.
- Lamentarsi del servizio sanitario mentre si riscuote la parcella senza fattura.
- Festeggiare il primo maggio andando a fare shopping nei negozi (tutti aperti) del centro.
Cosa c'è in comune?
Possiamo provare a migliorare. Non siamo tutti uguali. Io ci credo. E ci provo.
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