mercoledì 11 maggio 2011

Giro d'Italia a Livorno

Grazie Renzino per la foto

Ci sono andata perchè il Viale Italia senza automobili è una gioia per le orecchie e per la vista che raramente ricapiterà di assaporare. Anche le villette liberty e le tamerici lungo il viale a mare sembravano goderne.
Ci ho portato i bimbi perchè erano curiosi di capire cosa succedesse di così importante da far chiudere prima scuola e asilo. E perchè spero se ne ricordino da grandi, quando anche loro avranno dei figli.
E poi mia nonna segue il ciclismo alla TV da quando ero bambina, fa parte di quella categoria di anziani che si ricordano bene di Coppi e Bartali.
I ciclisti erano preceduti dai camioncini degli acchiappacitrulli, di cui avrei fatto volentieri a meno, che vendevano la bandana del giro, la maglietta, le manine per applaudire, lo zaino, col megafono della pubblicità. Ci stava bene, a quel punto, l'arrotino e l'ombrellaio.
Sono passati compatti, davanti la linea dei parenti stretti, i compagni di squadra del ciclista deceduto qualche giorno fa. Gli altri dietro. Sono state le magliette colorate, i caschi vivaci e le sigle degli sponsor a distogliere lo stile dalla parata funebre, ed alla fine è stato bello. Ho pensato che anche per loro deve essere stata una tappa diversa, magari senza l'ansia di correre o arrivare per primi hanno potuto guardare il panorama, la scogliera che si butta a picco sul mare, i bagnanti arroccati sugli scogli piatti, il Castel Sonnino o la curva de "Il Sorpasso" di Gassman, la discesa ripida del Castellaccio, le curve del Romito, ed infine il lungomare, la Terrazza Mascagni, il gazebo.

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