martedì 9 febbraio 2010

Casalinghe



Ho i bush a casa. Quelli che rotolano sul pavimento alla brezza del tuo passaggio, si annidano negli angoli e sotto il divano, restano impigliati alle gambe delle sedie. Batufoli di polvere e capelli, neve nera caduta dal soffitto.
Ho la polvere. Qualcuno mi dica la composizione chimica della polvere, perche’ e’ sporco, ma non e’ terra ne’ merda ne’ forfora. E come si forma? Forse e’ figlia dei raggi di sole che traspaiono dai vetri delle finestre rivelando un pulviscolo sospeso che sta li’ a prenderti per il culo “Tanto non mi acchiappi”.
Ho le gocce di calcare nel lavandino. Il calcare e’ piu’ facile, il nome lo rende parente del calcio, dei calcoli, dei sassolini.
Ho le gocce d’acqua sullo specchio del bagno, sembra l’abbia portato sugli scogli di Calafuria a prendere due schizzi.
Ho il cesto dei panni sporchi che sputa fuori mutande ingiallite dalle perdite tra un ciclo e l’altro e calzini spaiati puzzolenti. Quando una donna vi dice che non porta le mutande rispondetele che e’ una bugiarda schifosa, o una sudicia, perche’ allora dovrebbe cambiarsi un paio di pantaloni al giorno e buttarne un paio al mese. Oppure portare i salvaslip direttamente sui pantaloni.
Ho la lavatrice piena di roba da stendere.
Ho il frigo ricco di avanzi. Le cacatine di cibo che io mi ostino a non buttare per questioni etico – ambientali che fanno del frigo una tela d’Arlecchino.
Non lucido l’argenteria con la scusa che mi piace l’argento invecchiato.
Non so cucinare. Mi annoio con i soliti piatti: carne alla piastra, frittata, uova sode, minestra di verdura, pasta al pomodoro, pesce in forno, cavoli in salsa, insalata. E poi riparto dal primo.
Ho il tappeto pieno di briciole. Stasera per cena mangiamo quelle, direttamente sul tappeto ovviamente. Sempre che qualcuno non mi sveli che la composizione chimica della polvere di cui sopra e’ velenosa.

Pero’ la mattina do aria.

4 commenti:

nemo ha detto...

La polvere è composta in gran parte da pelle morta e peli per cui se nessun abitante della casa è radioattivo non ci sono problemi di tossicità.
Sei già fortunata a non avere in casa un botolo peloso che contribuisce in maniera consistente alla produzione del bush e si nutre delle mutande gialle che escono dal cesto.

Verosimile ha detto...

Allora gli acari hanno sbagliato tutto, potrebbero vivere sui lampadari e raccogliere li' i nostri pezzettini di pelle. Portami il botolo che elimino qualche mutanda gialla.

Spartacus ha detto...

L' Amatriciana
Guanciale, non pancetta, e non affumicato, non pepato, ma fresco.
Taglialo a listelli non troppo piccoli su un tagliere, ma non uno di quei cosi di plastica fatti in Cina. Un tagliere vero, di legno, di quelli che dopo un pò di anni conservano ancora la memoria e gli odori del passato, un pò scavato al centro dall'uso, da lasciare in eredità ai figli. Metti il guanciale in una padella profonda, di quelle di ferro se possibile, quelle che un tempo, una volta esaurito il loro compito principale, non venivano buttate via, ma riciclate, bucherellandone il fondo per cuocerci le caldarroste sul fuoco del camino durante le serate d'inverno. Aggiungi olio di oliva, di quello vero, quello che porta con sè l'odio del contadino verso quelle piante che non gli conviene più coltivare, ma anche il suo amore per quegli alberi antichi che non riesce ad abbandonare, che hanno conosciuto i suoi nonni e i nonni dei suoi nonni e che gli ripagano la fatica di un anno solo con il profumo aspro della molitura. Inizia a rosolare il guanciale su un fuoco allegro e dopo un pò rinfrescalo con un goccio di vino bianco, secco. Quando il vino sarà evaporato e il suo profumo si sarà sposato con quello del soffritto, aggiungi il peperoncino. Peperoncino rosso, fresco, piccante e abbondante, che ti scalda il cuore e non solo, fatto a pezzetti strappandolo con le mani. Continua a rosolare bene il guanciale, a lungo, quasi fino a bruciarlo. Il guanciale é avaro, cerca di tenere stretto a sé il proprio aroma il più possibile, finché non ce la fa più, stremato dal calore. Quello é il momento di dargli un pò di sollievo, obliando il tutto nella passata di pomodoro. Certo, sarebbe meglio quello fatto in casa, facendo bollire a bagnomaria la passata di pomodoro fresco, imbottigliata nelle bottiglie riciclate della birra, come facevamo da bambini quando arrivava quel giorno di agosto in cui ci riunivamo tutti, nonni, zii, cugini, tutti a fare la scorta di pomodoro per l' anno. Ma tutto non si può avere, e quindi va bene anche quello del supermercato. Il sale fa salire la pressione, certo, ma é necessario se non vuoi avere una vita insipida, quindi aggiungine un pò al pomodoro. E comunque, ci pensa il peperoncino a riequilibrare le sorti circolatorie.

Fai bollire per un pò, a fuoco moderato, e intanto prepara la pasta. Ad Amatrice esigono gli spaghetti, ma io preferisco i bucatini. I bucatini sono un tipo di pasta molto esigente, non si accompagnano con tutti i condimenti, non sono come gli spaghetti, per intenderci, che dove li metti li metti. Sono una razza in via di estinzione, un pò come gli operai di una volta. Sono sinceri e ti restituiscono la stima che riponi in loro. Lo spaghetto, invece, é più simile ad un impiegato, gli fai fare quello che vuoi, si cuoce subito e lo inforchetti con facilità. Il bucatino invece no, guizza nel piatto, sfugge alla presa dei rebbi, e anche quando l' hai preso, si ribella schizzandoti il sugo sulla camicia. Il bucatino non va d'accordo con tutti, ma con un sugo rustico come quello che stai preparando si. E allora fallo cuocere in acqua abbondante, facendo attenzione che il bollire non venga mai meno, e quando sono cotti a puntino, non troppo mi raccomando, tuffali nella padella con il sugo, e falli girare, allegri, felici di intingersi di rosso colore, dentro e fuori. E mentre li fai divertire, aggiungi nella padella un pò di pecorino, ma di quello abruzzese, dall'aroma discreto e gentile. Continua a mantecare e quando li avrai appagati, quando non ne potranno più di sghignazzare fra di loro e ubriacarsi di sugo, allora adagiali nei piatti, e coprili abbondantemente di pecorino grattuggiato al momento.

Pecorino asciutto, mi raccomando, e assolutamente niente parmigiano!!

Chiudi con un bicchierone di vino rosso toscano, e alla fine vedrai che tuo marito si offrirà di farle lui le pulizie.

Verosimile ha detto...

La provo, promesso. Ho anche il pomodoro della suocera fatto come dici tu, coi pomodori veri messi sottovuoto nei vasetti. Mio marito poi dovrà pure pulire gli schizzi dei bucatini sui mobili della cucina.