lunedì 13 luglio 2009

Biglie colorate

Sulla spiaggia si gioca a biglie. Prima bisogna fare la pista con un secchiello o meglio ancora con un culo di bimbo trascinato per le gambe. Poi si organizzano tunnel con la rena bagnata, o cunette da superare, o buche da saltare, Ognuno sceglie la sua biglia colorata, esistono delle regole precise stabilite dai giocatori sull’ordine di tiro, su quante volte puoi andare fuori pista, se puoi chiedere o no un secondo tiro se il primo è andato male.

Alla prima biglia che esce di pista tutti i bambini gridano “Fuori uno” che in livornese suona “Fori uno”. Dopodiché hai altre due possibilità. Alla seconda è “Fori due”, alla terza e ultima o tiri in pista o salti il turno, e tutti in coro, alzando la voce “Foraci foraci!”.

Mi assicuro di aver sentito bene, mi avvicino ad un bambino sui sette anni dal fare poco timido, e gli chiedo che cosa vuol dire. Lui alza la testa dalla pista che stava studiando, mi guarda negli occhi con la bocca sporca di gelato alla crema e cioccolata, ormai secchi attorno alle labbra quasi fino al naso, e mi spiega “ Foraci lo puoi dire Fo raci, ma anche Fora ci, capito?”. “Ah”, esclamo io. Ovviamente non ho capito niente, ma pazienza. Fa comunque gruppo, quel coro di voci piccole e urlanti, fa comunque gioco. Un gioco poco strutturato, di quello vero, di quello divertente e puro.

I ragazzi dell’animazione, appena sotto i venti direi, girano tra i gruppi di adolescenti per organizzare partite di “Asciu_Beach”, Beach Volley con l’asciugamano. Capisco bene cosa voglia dire, ma preferisco comunque il “Foraci” dei più piccini. Che almeno viene naturale, e non artificiale.

Mi chiedo come mai in un mondo così strutturato, organizzato e regolamentato come il nostro il problema più grande degli insegnanti a scuola sia far rispettare le regole agli studenti, che alle regole dovrebbero pur essere abituati.

Poi mi guardo intorno. Alla sera i bagnini ed altri addetti ripuliscono la spiaggia e la passeggiata da carta, bottiglie di plastica, avanzi di coni gelati, lasciati dagli stessi bagnanti che torneranno il giorno successivo. Nonostante i ripetuti cartelli “Si prega la gentile clientela di lasciare i rifiuti negli appositi contenitori” ormai sono tutti così abituati al fatto che qualcuno pulirà la nostra merda, da lasciarla lì sul bagnasciuga.

Invece di regolamentarci, bisogneremmo imparare tutti a responsabilizzarci.

Foraci, Foraci!

5 commenti:

nemo ha detto...

Da bimbo a Marina i bagnini erano inflessibili, la pista la potevi costruire dalle 17 in poi, quando la finivi tiravi due ditate ed era buio, era più bello il viaggio della meta.Però se affogavi ti tiravano fuori a costo della loro vita.
Oggi i bagnini non ci sono più, c'è una società che ha in appalto il salvamento di tutti i bagni, chissà se lasciano una rosa all'ombrellone per ferragosto come facevano i bagnini.
Foraci

spina ha detto...

Io mi ricordo quando i miei amici facevano le piste per le biglie trascinandomi per la spiaggia. Era il mio culo l'unita' di misura. Ora non lo fanno piu'. Forse pero', se mi girassero su un lato ....

Paolino ha detto...

Forare quando si gioca a biglie significa tirare fuori pista. Termine ereditato dal ciclismo...

nemo ha detto...

Spina, se ti girano sulla pancia vengono due piste parallele meravigliose.
Ogni età ha i suoi frutti

Verosimile ha detto...

Bene, spieghero' al bimbo con la bocca di cioccolata da dove viene "foraci". E suggeriro' di usare il culo della Spinella per la prossima pista. Saranno contenti.
Foraci!