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Alle prime turbolenze mi viene un po’ di ansia. Più passano gli anni, più si ha paura di morire, mentre quando siamo giovani e davvero è più ingiusto morire, non ci pensiamo neanche. Dieci anni fa affrontavo praticamente ogni volo con un sonno pacifico.
Avevo anche dimenticato che in aereo, e solo in aereo, si beve il succo di pomodoro; “Tomato juce?”, “Yes, with spaghetti please”. Mi verrebbe da dire alla hostess plastificata che mi chiede cosa vorrei bere.
Certo che il passaggio da domenica, a Sant’antimo, tra querce, ragni giganti, e topo mamme con topo figli al seguito, a questo mondo patinato di aeroporti, è piuttosto brusco.
Mio figlio poi mi ha salutata in lacrime.
Comunque i vestiti delle hostess sono davvero orribili. Il peggiore, quello della British: una tenda da doccia con la cintura. Gli inglesi avranno pure il pregio dell’azione, ma non certo quello dell’eleganza. Altro che “very nice”, a me sembra piuttosto “awful”.
Particolare e grazioso invece ho trovato quello della Singapore Airlines. Passabile l’azzurro della Air Dolomiti, almeno sembrano tutte degli angeli volanti.
Stoccolma me la ricordo congelata, e bellissima. Gli svedesi, congelati, logici, corretti.
Il caffè, tremendo.
3 commenti:
A me di solito preoccupano più i controlli del volo(se è corto).
Non so perchè ma a passare sotto quei cavolo di detector mi sento a disagio, vedere scannerizzato l'interno della valigia mi fa venire l'ansia, non potrei mai fare il corriere.
Tre anni fa alla domanda di un cortese addetto alla security tedesco che ci chiedeva quale fosse la nostra nazionalità un mio collega testa di cazzo rispose "Italiani, Campioni del Mondo", ci siamo ritrovati nudi in pieno areoporto di Monaco.
Non ho capito perche' ti preoccupano i controlli dei voli corti, non sono uguali a quelli dei voli lunghi?
Uguali, ma se il volo è lungo vince la paranoia del viaggio su quella del controllo.
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