Ho pensato parecchio a questa vicenda. Con dolore, pur non conoscendo direttamente il protagonista, ma sempre pensando ad uno di noi. Con gli stessi nostri problemi; la vita è un’altalena. Inizialmente l’ho pensato anche come un Cristo aziendale, che si era sacrificato a simbolo dei nostri disagi e delle nostre gravi difficoltà. Illusa; un Cristo oggi non ha nessuna risonanza. Qui ti notano solo se partecipi al Grande Fratello o mostri il culo ad una cena con papi. Di un povero cristo come noi, uno di noi, purtroppo non interessa niente a nessuno. Al massimo un trafiletto sul giornale il giorno dopo. Ed un grande vuoto nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto, amato, e che gli erano amici.Nessuno può ritenersi immune, nessuno può dire “Io non lo farei mai”.
Come certi momenti difficili a livello familiare possano intrecciarsi con una situazione aziendale obiettivamente faticosa, con la sensazione di essere continuamente braccati da una falce che vuole portarti via anche la dignità del tuo lavoro, è di ardua valutazione.
Sicuramente questi grigi signori, i Signori del Denaro, non l’avevano previsto. Pensando di monetizzare tutto, le nostre frustrazioni, le nostre incertezze, la paura di perdere il posto di lavoro e con esso un ruolo oltre che un salario indispensabile per vivere, non avevano previsto che a qualcuno non interessassero quei soldi e preferisse saltare.
Non fatelo mai! Fanculo a tutto.


