mercoledì 20 maggio 2009

Supermercato

A Genova facevo la spesa on line al Basko (o alla Basko come dicono i genovesi). Arrivavano in tarda serata due ragazzi vestiti di verde e scaricavano in salotto la quantità immonda di Roba che una famiglia consuma mediamente in due settimane. I miei figli li hanno presto scambiati per dei messi di Babbo Natale; penso siano ancora convinti che ci portassero tutto spontaneamente e gratis.

“Mamma, guarda cosa ci ha portato la Basko!”

“I biscotti! Chissà come faceva a sapere che li avevamo finiti!” Rispondevo io ridendo.

Comunque avrei baciato quei dipendenti in verde ad ogni consegna. Mi risparmiavano il viaggio in auto, il tentativo di parcheggio, il tentativo di ricordarmi dove avevo parcheggiato (C4, F9, colpito e affondato), il vagare incerto presso file di materiale colorato in un ambiente affollato, il rimbombo delle voci, la totale mancanza di luce naturale, il frullato di cervello che ne deriva, la corsa all’offerta. È incredibile come un’adorabile massaia si trasformi, al momento degli acquisti, in un vorace avvoltoio. Che si getta con aggressività su ogni 3x2 disponibile, anche se l’offerta riguarda dei turbo-iniettori.

Ho visto carrelli carichi di Pampers super scontati guidati telepaticamente all’uscita di un Iper mercato ancor prima che si aprissero le porte, e code incontrollabile ammassarsi alle porte scorrevoli di vetro in attesa dell’apertura, e poi corse al banco come i ragazzini prima di un concerto del cantante preferito.

Per non parlare poi della scelta della cassa più veloce; c’è chi rivolge alla cabala e paga un’apposita cartomante allo scopo di velocizzare il processo di pagamento. Se poi ti metti in coda con un solo pacco di assorbenti, come a dire “Mi sono venute, li avevo finiti, per favore fatemi passare” scopri quanto la distrazione sia un magnifico alibi. Nessuno sembra notarti, nessuno ti rivolge lo sguardo, non sia mai che debba farti passare avanti.

Le fasi più critiche restano comunque due:

·        Dopo aver pagato, come evitare di mettere le fragole in fondo al sacchetto ed un fustino da 5 litri di detersivo sopra, come imbustare tutto il più velocemente possibile, come pagare senza che sguardi indiscreti di circa 50 persone nei paraggi scrutino il PIN del tuo bancomat.

·        Al reparto frutta e verdura, come aprire il sacchetto quando si è già infilato il guanto di plastica (ho visto persone cucciarne i bordi ed usare la lingua) e come indovinare se le mele che hai appena preso sono “Golden” (ovvero 35), “Fuji” (140), “Granny” (radice di 4) o “Renette” (risolvere l’espressione sullo scontrino della bilancia).

 

Evviva la Basko on line!

2 commenti:

nemo ha detto...

Ti assicuro se alla cassa si presenta un uomo con radi peli bianchi sulla testa con in mano un pacco di assorbenti e una tinta per capelli viene notato eccome.
Comunque non mi fanno passare lo stesso, anche se giuro di chiamarmi Germaine

Verosimile ha detto...

Io ti farei passare, e ti regalerei anche una boccettina di smalto viola