giovedì 12 febbraio 2009

Ma che ci vado a fare

Ma cosa ci vado a fare in montagna d’inverno? Mi aspetta un viaggio di ore in una macchina nauseante, con una valigia tra i denti ed un’altra sotto il culo. All’arrivo, un freddo becco ed uno splendido manto bianco e nevoso. Per affrontarlo però ti servono mutandoni di lana, tuta impermeabile, guanti, cappello. Poi ti metti ai piedi delle cose rigide di plastica e provi a sciare. Centinaia di altri sciatori sfreccianti ti convincono che è meglio una pausa in un fantastico rifugio. Prima ti dirigi a fare pipì. Il bagno però è nel sottoscala, quelli del rifugio ti danno le chiavi, sfrecci nel sottoscala con rischio scivolata, raggiungi il bagno, apri. Dentro un puzzo di merda allucinante che ti invita a non chiudere quella finestrella aperta in direzione monte, quella stessa finestrella che abbassa la temperatura interna della stanza a -2 gradi. Il bagno è ovviamente alla turca, abbassi la tuta pregando il santo degli sciatori che le bretelle non si infilino nell’acqua del cesso (che il solito santo non fa mai congelare contro tutti i principi base della fisica e della termodinamica, sarà forse la merda calda?), ti si congela il culo, ma tu riesci lo stesso a fare pipì.
Alla sera ti ribolle la faccia, tutta a parte la zona occhiali, che a fine settimana sarà marcata di bianco, a contrasto con tutto il resto del viso quasi completamente ustionato. Non ne puoi più, ti sdrai sul divano, e ti invitano ad una fantastica cena a base di polenta e salsiccia. Ne faresti volentieri a meno, si, andresti a letto, ma accetti. Accetti perché domani dopo aver mangiato tutta quella polenta potrai essere tu, si proprio tu, a cacare in quel bagnetto, a renderne l’aria irrespirabile, ad aprire la finestrella infernale e a far congelare il culo a quello dopo di te venuto lì solo per fare pipì.
Sono soddisfazioni.

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