giovedì 5 novembre 2015

Capitano Piddu ed il maledettissimo ponte

Fu in un tiepido martedì di novembre che Capitano Piddu decise di levare gli ormeggi di Barchetta ed intraprendere una mattinata tra i flutti in compagnia di Moglie, mentre Figlioli erano a scuola. Erano settimane che non provava l'uscita dall'ormeggio, ma l'emozione e la voglia di questa gita marina erano così tante che Barchetta scivolò via dalle funi e dalle boe con grande eleganza e sicurezza. Moglie intanto era a prua col mezzo marinaio, pronta ad intervenire in caso di necessità. ma non ce ne fu bisogno. Anche il maledettissimo ponte era per fortuna aperto alle imbarcazioni.




Il maledettissimo ponte era stato messo lì dalle autorità livornesi quasi un anno prima, a collegare la Fortezza Vecchia labronica con la zona dei pescherecci.
Di fatto si tratta di un piccolo ponte girevole che consente l'accesso a piedi alla Fortezza Vecchia, bloccando però completamente, se chiuso, l'accesso al mare o il rientro agli ormeggi delle piccole imbarcazioni da diporto. A meno di percorrere una lunghissima strada marina alternativa lungo il Fosso Reale e quindi attorno alla Fortezza Nuova, o attendere nel canale che venga riaperto. Inoltre il maledettissimo ponte, anche se aperto, non consente il passaggio di più di una barchetta alla volta e crea quindi ingorghi e attese nelle ore estive di punta. Fermare una barca non è come fermare un'auto; la barca non sta certo lì immobile dove vuoi tu, presa com'è a contrastare venti, correnti ed onde. Inoltre non manca certo un ingresso già esistente alla Fortezza Vecchia; quello usato finora è vicino zona di partenza dei traghetti per Corsica e Sardegna, e gode di un ampio ed economico parcheggio. Si vocifera tra i marinai labronici che il maledettissimo ponte sia stato messo lì per usufruire degli incentivi europei e non per offrire un effettivo utile servizio a cittadini e turisti.




Arrivati in mare aperto, Capitano Piddu e Moglie decisero di puntare a nord, avvicinarsi alla scogliera, e muniti di zampa di gallina della socera e totano come esca, di passare il resto della mattinata a caccia di polpi. Un'attività piuttosto rilassante, cullati dalle onde, dal tepore del sole, e carezzati dalla brezza invernale, mentre l'ancora gettata chiusa scarrocciava sul fondo; i frutti vennero verso la fine della mattinata con la cattura di ben numero UNO polpi pescati dallo stesso Capitano Piddu. Si avvicinava l'ora di pranzo ed era ormai tempo di tornare a casa. Al rientro nei canali livornesi, ed alla vista della Fortezza Vecchia, per fortuna il maledettissimo ponte era ancora aperto, e potemmo affrontare l'ormeggio con facilità, salutando infine i turisti tedeschi che passavano con la "Marco Polo" per i fossi in visita al centro storico livornese.

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