Troppo simpatici e mattacchioni. Mi hanno mandato addirittura una e-mail per accedere al sistema on line del calcolo dell'età pensionabile e della possibile retribuzione, tutto senza impegno ovviamente. E voilà l'anno probabile della mia pensione sarà il 2040.
Risate e applausi, troppo divertente davvero.
Ah ah.
mercoledì 29 luglio 2015
lunedì 27 luglio 2015
Rientri drammatici
Rientrare in ufficio non è mai facile. Solite rimostranze via e-mail, oppure aneddoti alla macchinetta del caffè.
Un tempo c'erano delle pareti rivestite di lurida o semi-lurida moquette che raggruppavano un piccolo numero di impiegati separandoli dagli altri, e facendo quindi barriera tra te e le scoregge degli altri, o tra te ed il loro puzzo di sigaretta (quando ancora si fumava negli uffici), e poi non c'era l'aria condizionata, ma solo le finestre aperte o chiuse.
Adesso siamo più globalizzati ed anche gli spazi di lavoro sono spazi aperti, "open space", dove per fortuna nessuno può più fumare, dove c'è l'aria condizionata quando fa caldo, e dove puoi ruttare in faccia mortadella al tuo dirimpettaio di scrivania, senza nessuna barriera. Però l'aria condizionata è troppo forte per qualcuno, o troppo blanda per qualcun altro, al che interviene la manutenzione sospettando un guasto. Arriva l'operaio carino, che con gran piacere sistema tutto, ed anche quello sdentato. Se ne vanno. Ma di nuovo qualcuno si lamenta, ce l'ha con quella che dice di avere troppo freddo e le grida "Allora copriti e mettiti una gonna lunga invece di quel fazzoletto sulla topa", che risponde a quello che ha troppo caldo "E te levati di dosso il bomber che ti ci nasce i ranocchi". Insomma è tutto un brontolio, altri si lamentano delle finestre aperte nei bagni forse sono quelle che creano dissesto termico, però se uno ca'a bisogna apri' sennò chissà che puzzo. O addirittura c'è ancora qualcuno che di nascosto fuma nei bagni come ai tempi del liceo?
Bo' sonasega io oggi ciò un sonno bestia. Forse domani mi unirò al coro.
Un tempo c'erano delle pareti rivestite di lurida o semi-lurida moquette che raggruppavano un piccolo numero di impiegati separandoli dagli altri, e facendo quindi barriera tra te e le scoregge degli altri, o tra te ed il loro puzzo di sigaretta (quando ancora si fumava negli uffici), e poi non c'era l'aria condizionata, ma solo le finestre aperte o chiuse.
Adesso siamo più globalizzati ed anche gli spazi di lavoro sono spazi aperti, "open space", dove per fortuna nessuno può più fumare, dove c'è l'aria condizionata quando fa caldo, e dove puoi ruttare in faccia mortadella al tuo dirimpettaio di scrivania, senza nessuna barriera. Però l'aria condizionata è troppo forte per qualcuno, o troppo blanda per qualcun altro, al che interviene la manutenzione sospettando un guasto. Arriva l'operaio carino, che con gran piacere sistema tutto, ed anche quello sdentato. Se ne vanno. Ma di nuovo qualcuno si lamenta, ce l'ha con quella che dice di avere troppo freddo e le grida "Allora copriti e mettiti una gonna lunga invece di quel fazzoletto sulla topa", che risponde a quello che ha troppo caldo "E te levati di dosso il bomber che ti ci nasce i ranocchi". Insomma è tutto un brontolio, altri si lamentano delle finestre aperte nei bagni forse sono quelle che creano dissesto termico, però se uno ca'a bisogna apri' sennò chissà che puzzo. O addirittura c'è ancora qualcuno che di nascosto fuma nei bagni come ai tempi del liceo?
Bo' sonasega io oggi ciò un sonno bestia. Forse domani mi unirò al coro.
giovedì 16 luglio 2015
Più forte di me
Certo ognuno fa ciò che vuole, ma lunedì al cimitero, proprio fuori dalla chiesetta di S. Tobia, c'erano davvero parecchi bambini, più di dieci e di tutte le età. Quando poi è finita la funzione, in aggiunta ai bambini molti adulti sono debordati fuori dalla cappella ed hanno iniziato a vociare, discorrere, ridere, parlare ad alta voce. Che fosse una commemorazione? Invece no, la bara era proprio lì accanto, e qui rischio quasi di essere truce, ma io e mia sorella abbiamo persino avuto il sospetto che tutte quelle persone fossero addirittura contente per quel decesso. Chi fosse non lo so, noi eravamo lì per nonna Ilva, e chi fossero quelli neanche lo so. Forse qualche comunità religiosa che vive tutto come una benedizione e accetta tutto con felicità. Questo, di nuovo non lo so. Ma quando, finalmente allontanandosi in gruppo, una di loro ha gridato agli altri "Ora si va a bere qualcosa di fresco insieme?" ho risposto io "...perché qui l'apericena non ve l'hanno dato".
Sorry, I couldn't resist (è stato più forte di me).
Sorry, I couldn't resist (è stato più forte di me).
martedì 14 luglio 2015
Niente fiori, e via di gran carriera
Domenica 12 luglio 2015 - Tutto è stato proprio come volevi tu: niente fiori, e via di gran carriera. E nel dirlo muovevi le mani grandi dalle dita un po' storte.Veloce veloce la cremazione, e poi accanto a zio Dedo.
Rammento più di tutto il vestito rosso che mi descrivevi, e che non potevi mettere per via del fascio, come lo chiamavi tu. Quel vestito così bello e così rosso, vorrei che tu potessi indossarlo ora.
Rammento più di tutto il vestito rosso che mi descrivevi, e che non potevi mettere per via del fascio, come lo chiamavi tu. Quel vestito così bello e così rosso, vorrei che tu potessi indossarlo ora.
Il senso di
assenza è profondo, il bene è grande.
martedì 7 luglio 2015
Poesia - Nonna Ilva
Non è tanto la tua
una lotta tra la vita e la morte,
quanto un non cedere,
con infinita stanchezza.
una lotta tra la vita e la morte,
quanto un non cedere,
con infinita stanchezza.
lunedì 6 luglio 2015
La "passarella"
Dopo il
tormentone sulla questione se unificare o meno le province di Pisa o Livorno, e
sul fatto di decidere quale delle due dovesse prevalere sull'altra, quale fosse
più grande o più antica o più prestigiosa per meritare questa supremazia,
quest’estate la stagione balneare si è aperta con l’incubo della “passarella”. Una
passarella che deve soddisfare la legge secondo cui “è fatto obbligo ai
titolari di concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito
per il raggiungimento della battigia antistante l'area compresa nella
concessione, anche al fine della balneazione”. Una passarella che permetta a
tutti di accedere gratuitamente al mare e rinfrescare le chiappe dalla calura
estiva.
Ovvio che tra i
livornesi la cosa non è passata senza polemiche e commenti: c’è chi si sente
preso per il culo perché paga l’abbonamento stagionale ai bagni ed a quelli che
entrano gratisse ni vorrebbe fare lo sgambetto, chi ha pensato di usufruire
della possibilità di una siusky in libertà, chi sostiene che n’importa una
sega, e chi s’è messo lì a vedere chi in effetti sarebbe entrato a sbafo.
I gestori degli
stabilimenti si sono adeguati alla procedura realizzando la passarella con
delle strisce colorate per terra a mo’ di guida dall’ingresso fino alla zona
predisposta al tuffo gratuito. Per cui sulla passeggiata di cemento s’è vista
pitturare una sottile linea blu colle frecce fino al mare, oppure gialla
tratteggiata, a seconda dei gusti insomma. Tanto che all’inizio i bagnanti
abitudinari guardavano di qui e di là prima di attraversare la striscia
colorata, un si sa mai che passi un bagnante gratuito a corsa per fa’ una bomba
e mi stenda; guai a percorrerla seguendo le frecce, a vorte mi scambiassero per
uno che un’ha pagato e mi vietassero di ca’a nei bagni dello stabilimento;
eppoi potrò tuffarmi anche io nell’area colorata per i bagnanti aggratis oppure
mi viene il contorno viola come nella vecchia pubblicità di prevenzione per
l’HIV?
Questi i profondi
dubbi con cui il bagnante labronico ha affrontato l’inizio della stagione
balneare, per poi accorgersi che invece di quell'accesso gratuito non ne
usufruisce quasi nessuno. E certo voi mette’ il gusto di arrivare via mare da
altri lidi senza farsi sgamare dai bagnini? Approdare gratis dopo una notata,
mezzo, e come un pirata beneficiare della struttura mostrando indifferenza e
innocenza? Stare quanto ti pare e poi levassi di ‘ulo a piacere? Ne va
dell’onore dello spirito cittadino, quello tipico nostro della beffa, dello
scherzo e della presa per il culo, quello che passa per le teste di Modì false,
per il Vernacoliere stesso e per i tuffi che più schizzano più son belli.
Altro sarebbe, invece,
fare la passarella nel bel mezzo di qualche prestigiosa villetta delle nostre
scogliere, quelle che perdavvero ti bloccano l’accesso la vista e la brezza del
mare per chilometri. Allora si che sarebbe una goduria percorrere la sottile
linea blu a fianco di qualche giardino padronale, molla’ un paio di scurreggine
nel frattempo, tuffarsi a militare, schizzà tutti i ricconi, e veni’ via belli
mezzi e sgocciolanti.
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