lunedì 27 luglio 2015

Rientri drammatici

Rientrare in ufficio non è mai facile. Solite rimostranze via e-mail, oppure aneddoti alla macchinetta del caffè.
Un tempo c'erano delle pareti rivestite di lurida o semi-lurida moquette che raggruppavano un piccolo numero di impiegati separandoli dagli altri, e facendo quindi barriera tra te e le scoregge degli altri, o tra te ed il loro puzzo di sigaretta (quando ancora si fumava negli uffici), e poi non c'era l'aria condizionata, ma solo le finestre aperte o chiuse.
Adesso siamo più globalizzati ed anche gli spazi di lavoro sono spazi aperti, "open space", dove per fortuna nessuno può più fumare, dove c'è l'aria condizionata quando fa caldo, e dove puoi ruttare in faccia mortadella al tuo dirimpettaio di scrivania, senza nessuna barriera. Però l'aria condizionata è troppo forte per qualcuno, o troppo blanda per qualcun altro, al che interviene la manutenzione sospettando un guasto. Arriva l'operaio carino, che con gran piacere sistema tutto, ed anche quello sdentato. Se ne vanno. Ma di nuovo qualcuno si lamenta, ce l'ha con quella che dice di avere troppo freddo e le grida "Allora copriti e mettiti una gonna lunga invece di quel fazzoletto sulla topa", che risponde a quello che ha troppo caldo "E te levati di dosso il bomber che ti ci nasce i ranocchi". Insomma è tutto un brontolio, altri si lamentano delle finestre aperte nei bagni forse sono quelle che creano dissesto termico, però se uno ca'a bisogna apri' sennò chissà che puzzo. O addirittura c'è ancora qualcuno che di nascosto fuma nei bagni come ai tempi del liceo?

Bo' sonasega io oggi ciò un sonno bestia. Forse domani mi unirò al coro.

Nessun commento: