venerdì 31 gennaio 2014

Giorno Due e Mezzo


Non è per le rughe, poche a dire il vero considerando i 100 anni compiuti. Non è nemmeno la sordità, comprensibile vista l'età, o la vista ridotta, oppure il bastone. Neppure il suo ritirarsi come un indumento che  si è centrifugato un po' troppo e si è come accartocciato su se stesso. Non sono queste le cose che mi colpiscono di mia nonna.
Sono le cure parentali.
Sono quelle a stupirmi. Si sono sbiadite in quella stessa centrifuga a causa della quale mia nonna si è ritirata. Penso sia una sorta di autodifesa; non essendo più in grado di badare a se stessa, non può certo preoccuparsi per gli altri, tanto meno per sua figlia. La sua giornata è cadenzata dai programmi TV, all'ora di Carlo Conti c'è la cena, e la cosa importante è non restare soli, avere qualcuno che si prenda cura di lei.
Ma io ricordo. Nonna, ricordo i tuoi racconti di quando scappavi sotto i bombardamenti con il piccolo Alfredo in braccio, ricordo che all'altra mamma che correva di fronte a te era caduta la bimba dalle braccia, e che tu tenevi il tuo forte. Ricordo quando io avevo il morbillo e tu c'eri. O forse era la rosolia.

Io ricordo, pazienza per la centrifuga.

2 commenti:

spina ha detto...

Mi commuovo sempre quando scrivi di tua nonna perchè traspare un amore e una tenerezza mischiati a un po' di malinconia ... sei speciale Vero

Verosimile ha detto...

Mia nonna mi portava al cinema, non aveva la patente ed andavamo con l'autobus. Una volta c'era anche mio cugino F. che si ostinava nel dire che lei si era sua nonna, ma non la mamma del suo babbo, perché la mamma del suo babbo era già morta. Ridevano tutti, anche mia nonna.