venerdì 29 febbraio 2008

Genova

Questa è Genova. O meglio, questo è un palazzo decorato di Genova. Lo trovo molto bello, molto colorato, molto genovese. Anche molto ingegnoso nel risparmio: invece di creare dei veri bassorilievi e altorilievi, li disegno. L’effetto è lo stesso, ma costa meno.

Sul lungomare, focaccia per ogni ora, polpettone di verdura, qualche pescatore con la sua barchettina, un vociare di “bellin” in lontananza.

Adesso vivo qui.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Belin", rappresenta l’imprecazione, l’esclamazione più usata nel dialetto genovese, potendo assumere tono affermativo, risentito, solenne, stupito, iroso, sconsolato, beffardo, e altro ancora.

Ma soprattutto si scrive con una sola "l" !!!

Luca ha detto...

Belin si puo` anche "declinare":
- Beliscimu
- Belandi
- me ne imbelino (me ne frego)

Verosimile ha detto...

In effetti con una sola elle si risparmia un po' di inchiostro :-,
Grazie mille per la delucidazioni.