giovedì 6 agosto 2015
Le avventure di Capitano Piddu - L'ormeggio
Pronti per il primo ormeggio. Capitano Piddu (alias Marito) l'avrà già provato decine di volte sotto la guida di babbo. Stavolta è diverso, stavolta nessuna guida. Capitano Piddu al timone, io a prua col mezzo marinaio in mano, tenuto come l'asta del salto in alto, stessa delicatezza e stessa decisione, i figlioli usati da parabordi. Capitano Piddu mira il posto assegnato alla Barchetta, ignorando le correnti che animano i fossi livornesi, e si appresta ad infilare il mezzo proprio lì, in quel posto, con una leggera virata. Ma la Barchetta gli va in culo di poppa e sembra girare troppo su se stessa, oltre che puntare a dritta la vicina barca di M.. Col mezzo marinaio provo a spingermi, ma la velocità è troppo alta, adesso arrivo con le mani e mi sembra di tenere l'iceberg lontano dal Titanic. Capitano Piddu sbraita qualcosa, ovviamente vuole dare la colpa a me, dimenticandosi che si chiama Piddu per via di un suo allenatore di rugby che in gioventù faceva la rima "Piddu Gino il contadino", e quindi da contadino a Capitano il salto si sente. Per fortuna interviene un Protettore, vecchia conoscenza di babbo, che notando dal molo la posizione plastica della Barchetta completamente fuori ormeggio, di me a prua che tento di spingere la barca di M. e dei figlioli a fare da parabordi, nonché il visibile panico di Capitano Piddu, con la calma del marinaio di esperienza e con tre semplici mosse di spinta e presa delle cime laterali ci accompagna correttamente all'ormeggio. Entriamo come si infila il tappo su una penna, leggiadri ed indolori, ringraziando infinitamente il Protettore.
La prossima volta andrà meglio.
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