Abbiamo passato
anni di false previsioni “La crisi è finita”, “La crisi è alle spalle”, “La
crisi terminerà il prossimo anno”, tanto che adesso basta, per evitare figure
di merda non se ne parla più, come le comari che non rammentano il diavolo per
paura in qualche modo di evocarlo.
Complice l’estate.
Ci si gira intorno, comunque, proclamando che le famiglie italiane preferiscono
brevi gite per scoprire bellezze a chilometro zero, a lunghe vacanze in luoghi remoti. Ma neanche l’estate ha
deciso di darci una mano. In questo luglio che sa di autunno, chi aveva
investito in un bagno o un ristorante in riva al mare, aspetta ancora che un po’
di sole ed un po’ di caldo portino turisti e locali su scogli e spiagge, a fare
il bagno, mangiare un gelato oppure godersi una cena all'aperto. E speriamo che
il meteo li accontenti.
Per non parlare
dei mondiali. Potevano essere un bel diversivo, e anche un bel pretesto per
ritrovarsi tutti a casa di un amico ed ordinare pizze da asporto, ma niente. I
nostri campioni, strapagati nonostante tutto, non hanno mostrato le loro grandi
capacità calcistiche, o non hanno avuto la giusta motivazione, ed il sogno si è
infranto ancora prima di nascere. Allora ci si è rivolti all'Argentina, ma sono
stati di nuovo i ricchi ed i volenterosi ad avere la meglio. Ai poveracci come
noi, il secondo posto e grazie per aver partecipato.
Nella mia città
come nel resto d’Italia le piccole aziende continuano a chiudere, le grandi
aziende a trasferire i poli produttivi all'estero, i lavoratori a perdere il posto
di lavoro e la speranza di riscatto sociale, se non per loro almeno per i
propri figli. Qui comincia il calvario; assunzioni a termine, stagionali,
mensili, bimestrali o trimestrali, ammalarsi un lusso, orari indecenti. Senza
visibilità, senza aspettative, ci si concentra sul presente e si cerca di
stringere i denti. Forse era proprio qui che volevano farci arrivare. E’ già
tanto se la famiglia mantiene vitto e alloggio, figuriamoci se si pensa alla
possibilità di mandare i figli all'Università. E qui agonizza la speranza di
riscatto sociale per il ceto medio, quella speranza che ha permesso a me, a mia
sorella, a mio marito, a suo marito, di laurearci nonostante i nostri genitori
non lo fossero.
Non è più vero
che allora tanto vale avere un mestiere in mano. Quale mestiere? Idraulici ed
elettricisti arrancano come noi, rincorrono i creditori e trovano spesso le
porte chiuse di un’azienda fallita.
Nonostante tutto,
e questo davvero mi stupisce, fioccano i-Pad con applicazioni tanto inutili quanto
colorate e smart phone da 300 euro in mano a bimbetti di 10 anni. Dove vanno
tutti questi soldi, un mistero. Com'è che non facciano girare un po’ l’economia,
un grosso punto interrogativo.
Suggerimenti?
Nessuno, a parte uno immediato contingente e temporaneo; se sai disegnare,
mettiti a fare tatuaggi. Oppure le unghie.
4 commenti:
Che tristezza...son cose che ti fanno mancare il fiato dalla preoccupazione, soprattutto per il futuro dei nostri figli.
Comunque io so disegnare, ma anche per i tatuaggi o vai contro la legge e ti arrangi o i corsi e le abilitazioni costano talmente tanto che prima di guadagnare passano anni.
Insomma...va a finire che son loro i primi a spingerci a delinquere.
Sembra tutto così normale. Conosco ultra quarantenni con figli che si arrangiano da un contratto all'altro, e così vanno avanti. Senza prospettive.
Eh...credo che l' obiettivo sia stato fin dall' inizio quello farci suonare normali queste cose.
Come se avere un posto fisso e pagato dignitosamente, fare le vacanze, progetti e comprare un paio di scarpe nuove siano traguardi di una cupidigia assurda e borghese.
Di sicuro cercare di rimboccarsi le maniche e trovare altre strade è considerato arrogante.
Meglio chinare la testa a tutto, lavorare per prendere stipendi da fame (quando si ha la "fortuna" di averli) e non avere nessuna idea nuova o ambizione personale. Guai.
E' un sistema molto complicato che da una parte ti invita a comprare oggetti, e dall'altra ti toglie il salario e la sicurezza per farlo. Mentre l'innovazione resta nelle possibilità di pochi eletti e non dei soli talentuosi. Stiamo convergendo verso un sistema "animale" dove i deboli sono destinati a soccombere, senza nessun supporto dalla società. Ci sono, penso, delle grosse conflittualità che in qualche modo dovremo risolvere.
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