venerdì 1 giugno 2012

Rituali


Quando torno da Roma, dove talvolta vado per lavoro, mi piace arrivare a Termini con un po' di anticipo per avere il tempo di comprarmi il gelato. Certo potrei comprarmi il gelato in qualsiasi altro momento e luogo, e magari lo faccio. Ma sul ritorno da Roma difficilmente transigo. Mentre aspetto che sul pannello elettronico appaia il binario del mio treno verso casa, mangio il mio gelato, magari guardo qualche vetrina. I rituali si sa, danno sicurezza. Stessa causa, stesso effetto; arriverò a casa per cena. E poi il gelato è buono.
Mio marito ad esempio usava sempre la stessa camicia per gli esami universitari. Purtroppo si trattava di una bella camicia di flanella invernale che in estate gli provocava non poco disagio termico.
Ecco adesso, col terremoto in Emilia che incombe, si assiste di nuovo al solito teatrino: le autorità sentono profondamente il dolore per le vittime, è normale che ci sia il terremoto, ma non che crollino gli edifici, BLA BLA BLA. Sinceramente li ascolto tutti malvolentieri, preferisco parlare col mio collega di Cento che ha laggiù casa e famiglia e cerca in qualche modo di andare avanti.

Cari cosi, stavolta il solito gelato non basterà.

2 commenti:

Henry Every ha detto...

Io mi sono reso conto che, in questi giorni, saltavo a pié pari le (minimo) quattro pagine di giornale che parlavano del terremoto. Non è per insensibilità, ma mi bastava leggere i titoli e già immaginavo quello che potevano contenere gli articoli: solo aria fritta, ovvietà e carità pelosa.

Verosimile ha detto...

Basta non leggere i commenti, e concentrarsi sulle informazioni. O almeno ci si prova.