lunedì 17 gennaio 2011

La corsa di resistenza

Non so da dove cominciare. Forse dai "Men at work" che ho visto passando in autostrada, la A12 verso Genova e ritorno, per ben due volte la settimana scorsa. Pensando "Che lavoro pericoloso, chissà quanto poco guadagnano per il rischio che corrono!". Che poi i Men at work col pipi che stanno di lato, mandano uno, la cavia, in avanscoperta con la sue bella tutina arancione plastificata e la bandierina in mano, ad avvisarti di stare attenta, e lo fa stando in mezzo all'autostrada. Comunque oltre alla nebbia, i Men at work, e la schiuma dei pompieri, ho incontrato il mio nuovo capo. Ho cambiato tre capi nel 2010. Mi vogliono tutti! (O nessuno). Il mio nuovo capo mi ha comunicato che non sarà più il mio nuovo capo dal prossimo mese, ma che avrò un nuovo nuovo capo. Il nuovo nuovo capo è a Roma. Va bene, ci sto. Poi mi confida, come un amicone, che il fatto che io lavori a Pisa unica del mio reparto non depone a mio favore e mi chiede come questo sia successo. IN CHE SENSO? Come sia successo che io sia finita a Pisa da sola. EH? Quando sono andata a Pisa non ero l'unica del mio reparto, ma se poi mi viene cambiato reparto enne volte con enne maggiore di 3 può essere che resti sola. Comunque il fatto è che, dopo quasi 14 anni di lavoro, nell'era delle telecomunicazioni (tele=lontano), due trecento chilometri sono un problema. Pensare che ho dei colleghi di Roma che sono stati spediti a Pisa, mentre io da Pisa sono stata assegnata ad un capo romano. E' tutto molto logico. Giovedì conoscerò il mio nuovo nuovo capo, e qualche altro Men at Work. Mi viene tanto in mente la corsa di resistenza, che qualcuno mi raccontò aver cantato da militare "Questa è la corsa di resistenza, chi non resiste non va in licenza , e chi resiste è un gran fesso, perchè in licenza non va lo stesso".
Ma visto che dopo la "transformation" il mio gruppo diventerà farafalla, posso stare tranquilla (Belizima farfalla IA).

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