giovedì 3 giugno 2010

Palmaria con botto



Era proprio la giornata ideale per una gita all’Isola di Palmaria, di fronte a Porto Venere. Un misto di nuvole e sole rendeva la camminata lungo il Sentiero dei Condannati piacevole e la vista perfetta. I bambini si stavano divertendo. Il piccolo aveva in mano un carico di legnetti, raccolto prezioso di piccoli passi su un sentiero sterrato. Ed ecco che inciampa e, deciso a non lasciare il suo tesoro, cade di lato battendo la tempia su una pietra. Io sono proprio dietro di lui, lo vedo, non riesco a fermarlo e sento un botto sordo di ossa contro pietra. Se ci ripenso anche adesso mi si drizzano i peli delle braccia e mi viene la nausea. Lo raccolgo, piange, chiamo mio marito, un po’ d’acqua fresca, sanguina, anche gli altri bimbi sono spaventati. Corriamo giù per il sentiero, la ferita è piccola, ma profonda, ed il piccolo è già tranquillo. Il grande invece, che subito mi ha chiesto “Ma domani può andare all’asilo?” per paura di vedere il fratello a casa mentre lui si dirige in classe, appare adesso scosso ed ammutolito dall’evento. Chiamiamo il 118, che ci manda una barca della Capitaneria di Porto. Intanto i bambini giocano sulla spiaggia di sassi ed io farnetico qualcosa di contraddittorio al telefono, si è fatto male alla fronte, alla nuca. “Dove signora?”. Tempia non mi viene, non mi esce dal cilindro delle parole. La barca della Capitaneria raggiunge La Spezia davvero velocemente, e sopra tre ragazzi simpatici fanno giocare i bambini. A La Spezia ci aspetta un’ambulanza. Grandi Volontari! Arriviamo al Pronto Soccorso ed il piccolo risponde tranquillamente alle domande su nome, cognome ed età. “Dove vivi?” “A GeVona”. Risponde pronto. Ma no, adesso siamo a Livorno! Un medico in tuta fuxia dà un punto sulla tempia di mio figlio, che è bravissimo, assistito da infermieri in verde accesso. Usciamo, andiamo ai giardini, i bimbi hanno già dimenticato e giocano. La figlia dei nostri amici chiede alla mamma “Ma il mio amico si è rotto il cervello?” e suo fratello incalza “No, la testa”. “Si, ma sotto c’è il cervello”, riprende lei.


Sentiero dei Condannati: Alla fine del XIX secolo per rispondere all'esigenza, che si faceva sempre più pressante, di una difesa capillare del golfo della Spezia, vengono costruite da parte della Regia Marina delle installazioni militari di vario tipo.
Fra le batterie terrestri, divisibili in alte e basse a seconda dell'obiettivo da colpire, fu realizzata anche la Fortezza Umberto I, costruita fra il 1887 e il 1889, su progetto del Direttore della Fortificazioni della Regia Marina, Tenente Colonnello Ferdinando Spegazzini. La Fortezza risulta essere costruita con notevole rapidità anche grazie all'utilizzo di numerosa manodopera coatta, costituita essenzialmente dai detenuti che ogni giorno venivano condotti da S. Bartolomeo a La Spezia fino all'isola Palmaria e che venivano divisi tra la realizzazione della possente struttura seminterrata della torre e l'ammodernamento del forte Cavour sulla sommità dell'isola. Ancor oggi, a ricordo di questa manodopera, il sentiero che collega le due fortificazioni dell'isola è chiamato "sentiero dei condannati".

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