martedì 25 agosto 2009

Estate 2009


Devo ammettere che quest’anno, con il nostro rientro in Toscana, l’estate ha assunto nuovamente il suo significato. Ovvero mare quasi tutti i giorni, tuffi, capelli bruciati dal sole, caccia di granchi e favolli, bavose e gamberetti, da liberare in mare alla sera. I bimbi sono ormai degli animaletti neri e scalzi, si lavano i piedi dopo cena lasciando impronte sporche nel bidet. Davvero poco igienico, e molto divertente.
Una sera durante la settimana di ferragosto siamo andati a Campiglia Marittima, attrezzata per l’evento “Apriti Borgo”. Il paesino, arroccato su una collina toscana, merita davvero una visita. Durante questo evento poi, si anima di musicisti, giocolieri, fumettisti, bruschette, guerrieri in stile medioevale. Quello che mi ha colpita di più è stato vedere la gente cenare in piccole case arroccate, con la porta aperta per prendere fresco, come si usava una volta, quando ci fidavamo dei vicini. Ed il circolino ARCI dove abbiamo preso un caffè per 0.5 Euro ed un bicchiere d’acqua della cannella gratis. Sedie impagliate, tavolini in formica, e la vista della foto di cui sopra.
Invece, durante una giornata trascorsa alla Torre della Meloria, col pesce legato ad un legno a caccia di favolli da prendere con le mani, i piedi in bilico sugli scogli della battigia e le mani nelle buche erbose, è uscita una murena. Nera, coi suoi pentolini gialli, e la testa di scuro serpente, probabilmente attratta dal pesce esca, mi ha spaventata tantissimo. Il morso di una murena non è assolutamente piacevole, e devo aver fatto un salto non da poco per tagliuzzarmi così la mano sugli scogli e per spaventare tanto il mio bimbo.
Comunque le serate al mare hanno davvero qualcosa di magico. Non me lo ricordavo più.

Il rientro in ufficio è stato piuttosto pesante, ma ancora qualche scampolo d’estate resiste nei mezzi pomeriggi che passiamo a tuffarci. Fa ancora caldo!
E poi, appena tornata al lavoro, ho imparato un nuovo termine grazie al nostro collega più giovane: sesquipedale. Qualcuno ha pensato a Sestri Levante, io ad un tandem a sei pedali, invece deriva dal nome dei mattoni di un piede e mezzo usato dagli antichi romani, ed è un aggettivo atto ad indicare paroloni lunghi e ampollosi, oppure discorsi esageratamente lunghi.
Non si finisce mai di imparare.

Nessun commento: